giovedì 13 dicembre 2007

E se avessero ragione i camionisti?

Credo che la questione dei piccoli trasportatori sia una questione importante. Trattare con sufficienza le richieste di una categoria che offre servizi tutto a rischio proprio sia lo specchio di un modo di pensar statalista e illiberale.
Sono circa 130mila le aziende del settore, offrono un sevizio che permette alle aziende di non gestire scorte di magazzino, offre alla comunità la presenza sul mercato di prodotti freschi in tempi rapidi e veloce, si potrebbe obiettare che intasano le autostrade, ma si potrebbe rispondere che pagano tasse a pieno carico e rispetto ai trasporti su rotaia non costano niente alla collettività.Spesso nel meridione è occasione di lavoro, e quasi tutte hanno un'esposizione debitoria in quanto il loro ricavi non comprendono i rischi d'impresa. Protestano perché la concorrenza portata da aziende con sedi nei paesi dell'est ma con uffici nell'Europa dell'ovest è per loro insostenibile. Gli autisti turchi, rumeni, ex Jugoslavia percepiscono stipendi che non superano i trecento euro mensili, si adattano a vivere nelle cabine dei camion e mi fermo qui.Quando l'idraulico polacco si affacciò dalle nostre parti si cominciò ad urlare chiedendo il rispetto di normative che avessero lo stesso costo del paese dove l'idraulico sarebbe andato ad operare, per gli autisti ex Europa dell'est nessuno si sogna di chiedere equivalenti norme. Esprimo la mia solidarietà ad una categoria che passa buona parte della vita su un camion con poche o nessuna garanzia in caso di imprevisti.


http://www.pratoblog.it

Nessun commento: