Ormai è risaputo: la modernità è velocità. Da Marinetti in poi, il 900 ha fatto da volano alla corsa contro il tempo. Ci vogliono infrastrutture adatte; da ogni parte. Treni, aerei, razzi… E Quarrata, che ha bisogno di darsi una mossa, non sfugge a questa regola. Non avrà TAV e superstrade (anche perché certa edilizia Marini-Bracali degli ultimi 20 anni ha messo diversi argini a qualsiasi possibilità di razionalizzare e snellire il traffico), ma nel suo… piccolo, la giunta fa di tutto per intervenire – cercando, ovviamente, di coniugare, con un apprezzabile sforzo di buonsenso, l’utile e il dilettevole.
Ecco un grandioso esempio di modernizzazione ragionata. La foto documenta l’ampliamento della strada che da Caserana porta a Casini: come si sa un ex-budello rimasto, dopo tanti anni, ancora ai livelli della prima asfaltatura Amadori.
Il buon Mazzanti ha fatto di tutto – e, si direbbe, ancora di più… – per dare una risposta concreta: ha ampliato la strada e ha lasciato il ponte della larghezza originaria: “Così – ha detto orgogliosamente – nessuno correrà all’impazzata” su questo tratto che farebbe invidia a Monza o a Malpensa 35 per il decollo di un Super 80.
È una pensata davvero filosofica – gliela avrà suggerita Mauro come sviluppo sostenibile? In una strada buia come la gola dell’inferno, se un disgraziato che non è del posto ci s’infila come in un culo di sacco, rischia di schiantarsi a… fine-pista.
Una cosa però si è ottenuta: tutti continuano a correre sull’altra metà della via. E la parte morta e inutile? È un perfetto parcheggio per le auto che non sanno dove sostare: lì di sicuro non si corre.Bisogna essere fini per delle soluzioni così logiche. Trenta e lode, giunta!
Ecco un grandioso esempio di modernizzazione ragionata. La foto documenta l’ampliamento della strada che da Caserana porta a Casini: come si sa un ex-budello rimasto, dopo tanti anni, ancora ai livelli della prima asfaltatura Amadori.
Il buon Mazzanti ha fatto di tutto – e, si direbbe, ancora di più… – per dare una risposta concreta: ha ampliato la strada e ha lasciato il ponte della larghezza originaria: “Così – ha detto orgogliosamente – nessuno correrà all’impazzata” su questo tratto che farebbe invidia a Monza o a Malpensa 35 per il decollo di un Super 80.
È una pensata davvero filosofica – gliela avrà suggerita Mauro come sviluppo sostenibile? In una strada buia come la gola dell’inferno, se un disgraziato che non è del posto ci s’infila come in un culo di sacco, rischia di schiantarsi a… fine-pista.
Una cosa però si è ottenuta: tutti continuano a correre sull’altra metà della via. E la parte morta e inutile? È un perfetto parcheggio per le auto che non sanno dove sostare: lì di sicuro non si corre.Bisogna essere fini per delle soluzioni così logiche. Trenta e lode, giunta!
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