Un giorno di pioggia è l’atmosfera giusta per ricordare un’istituzione della città: “La Baracchina” – questo i giovani impegnati del PD non lo sanno e non lo sa neppure il sindaco, perché non era ancor nata all’epoca – era di legno verde; era un semplice chiosco e aveva l’apertura rivolta verso piazza della Vittoria.
Di baracchine a Quarrata ce n’erano due. Nell’altra piazza c’era quella di Nencio (detto anche Bencio) più o meno dove ora c’è la nuova edicola. Allora piazza Risorgimento era contornata di alti ippocastani e divisa in due da via Montalbano, che terminava davanti all’attuale sede della Cassa di Risparmio.
Ma non distraiamoci. La baracchina verde, posta accanto al comune, la teneva, all’epoca, Aldo, detto anche Aldino, piccolo, tondo, simpatico e con la voce un po’ nasale. Vendeva gazzose, gelati da 5, 10 e 15 lire; aranciate, birre, chinotti. Lì accanto c’era la rimessa della Saca, prima che diventasse comunisticamente Copit. Sopra ci abitava il Bartolozzi, che guidava un autobus anni 50-60. La gente scendeva e, estate e inverno, trovava un punto per i conforti minimi per chi viaggia. Quarrata era più bella allora, checché si dica: non aveva né un comune orrido come quello disegnato dall’ingegner Gori, né un centro snaturato come quello di via europan, già ora, a distanza di appena 7 anni dalla sua inaugurazione, in pieno degrado urbano (tanto ci torneremo sopra quanto il sindaco e la giunta non vogliono…).
Ma “La Baracchina” oltre che un punto di conforto per i viaggiatori era anche una istituzione e tale è rimasta fino al suo abbandono. E diciamo perché. Come nel “Comune rustico” di Carducci – ah, oggi il Carducci non si studia più, nemmeno se fu premio Nobel, perché le maestrine della CGIL hanno deciso che è antiquato e sorpassato e preferiscono Dario Fo, grande gigante letterario: degli antichi resta solo Dante perché non ce lo spiega il Sapegno, ma Benigni, che è più bravo e filologo! – come nel “Comune rustico”, si diceva, l’amministrazione si faceva sotto gli alberi della piazza del paese; così a “La Baracchina” facevano colazione e amministrazione tutti i sindaci di Quarrata. Ed era lì che i cittadini incontravano i loro amministratori: lì parlavano con chi li amministrava, dal primo in ordine di tempo, il Bucciantini, all’Amadori, al Caramelli, alla Testai, al Cappellini, al Marini. E stop. Ci andavano a prendere il caffè anche i dipendenti di palazzo.
Oggi – nel postmoderno e postindustriale dei manager, della finanza e della borsa (altrui) – non faceva più scic “La Baracchina”. Oggi fa più trend la megapiazza dell’Est – così gli amministratori sono più intellettuali “à la page”.Tranne il sindaco che preferisce i ritiri mistici dove il suo amato popolo non può raggiungerla. Che prenda il caffè a Camaldoli o alla Verna?
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