mercoledì 1 ottobre 2008

Basta, voltiamo pagina


Ieri:
“Basta. Dobbiamo farla finita con lo scontro feroce e con i veleni, con le polemiche che diventano insulto. Il Paese di tutto questo è stanco, non ne può più. E da tempo non perde occasione per dirlo. Per dire che non vuole una politica avvolta dall’odio, dove l’altro è un nemico, dove i problemi reali finiscono in un angolo o vengono affrontati con soluzioni temporanee”.
Oggi:
“Il premier non va all’Onu, non partecipa alla trattativa Alitalia, per andare al centro Messegué; senza che nessun tg lo dica. Leggo sull’Espresso che a San Giuliano c’è stata una selezione tra gli operai, per fargli incontrare solo quelli più bassi di lui. Non so come li abbiano trovati; so che queste cose accadono nei sistemi autoritari”.
Ieri:
“Voltiamo pagina. Gettiamoci alle spalle un modo di intendere i rapporti tra maggioranza e opposizione che non porta a nulla. A nulla, se non a far male all’Italia”.
“Voltiamo pagina. La politica può essere diversa. Non c’è niente, tranne la nostra volontà, che impedisca la costruzione di un modo di intendere i rapporti basato sulla civiltà, sul riconoscersi reciprocamente”.
Oggi:
“Basta con gli spot, i fuochi d’artificio, il bullismo al governo”.
Ieri:
“Mi è stato più volte dato atto di non aver mai partecipato a questa degenerazione del confronto. In ogni caso continuerò così, anche unilateralmente. Continuerò a pensare che non c’è un titolo di giornale che valga più del rispetto di un avversario. Non una battuta volgare che possa essere accettata come normale da un paese non volgare”.
Oggi:
“Il governo non ha fatto quello che doveva fare (…). si è andati allo sbando in maniera dilettantesca e questo è l’effetto. Berlusconi è andato, come sempre va, alla cieca. Al termine di una serata di bisboccia per il compleanno di Maroni, il premier se n’è uscito dicendo ai giornalisti “faremo una cordata italiana““.
Ieri:
“Voltiamo pagina. Facciamo in modo, per la prima volta da quindici anni, che non si formino più schieramenti “contro” qualcuno, ma schieramenti “per” affrontare le grandi sfide dell’Italia moderna”.
Oggi:
“5 milioni di firme per dire no a un governo che non rispetta le regole democratiche”.
Ieri:
“Che la nostra diventi la società del rispetto, dell’apertura, del dialogo. Si può essere in disaccordo senza essere nemici. Si può far vivere una politica in cui si ammetta serenamente la possibilità che l’altra parte possa anche aver ragione. Una politica in cui ci si scontri duramente su programmi e valori, ma capace di convivenza e rispetto istituzionale. Nessuno occupi, mai più, il Parlamento repubblicano sventolando giornali e striscioni”.
Oggi:
“La destra sta rovinando economicamente, politicamente e moralmente l’Italia”, ha determinato “un genocidio dei valori””.
Ieri:
“L’Italia deve recuperare in pieno, e il Partito democratico anche a questo deve servire, il senso di un’appartenenza comune, il senso profondo di essere una nazione. Una nazione unita. Un solo popolo. Una sola comunità. Non ci sono due Italie, c’è un’Italia sola. Non c’è un “noi” e non ci sono “gli altri”, quando si parla degli italiani”.
Oggi:
“Ancora una volta la risposta della destra è miserevole. Se un bambino di dodici anni cerca la cocaina è perché ha il vuoto attorno a sé, perché la società lo costringe, già a quella età, a considerarsi tanto infelice e smarrito da considerare il rifugio nella trappola della droga come migliore dei giochi e delle passioni della sua età. La destra è responsabile di questo clima di una società senza valori, di una società egoista e spietata, in cui tutti coltivano solo il proprio desiderio individuale”.

camelotdestraideale.it

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