venerdì 24 ottobre 2008

25 OTTOBRE 2008


La grande manifestazione di piazza, organizzata dal Partito democratico, che si svolgerà domani a Roma, non può, in alcun caso, rappresentare una novità. Seguendo le precise istruzioni di Walter Veltroni (la cui posizione politica non è certo delle migliori), il valoroso popolo della sinistra (o meglio, di una parte di essa) si appresta a scendere in campo per fermare la riforma della scuola proposta dal ministro Mariastella Gelmini. Ma non solo. Così, dopo la dura presa di posizione degli studenti delle scuole superiori e delle università (abilmente manovrati dai loro docenti), anche l'elettorato del Pd, ha voluto confermare il no al progetto di riforma del governo ed ai decreti legge 133 e 137. Senza condizioni.

Ebbene, la protesta del centrosinistra (sebbene legittima e degna di tutto il dovuto rispetto), non rappresenta affatto la volontà popolare. Gli elettori italiani, infatti, hanno espresso la loro preferenza, confermando l'intenzione collettiva di studiare ed applicare le dovute riforme al Sistema Paese. Lo hanno fatto votando, in gran numero, il Pdl di Silvio Berlusconi alle scorse elezioni politiche. Ecco che allora tornano in primo piano le vere necessità avvertite dai cittadini con le relative correzioni legislative (da apportare in tempo utile); le quali interessano principalmente la giustizia, la sanità, la sicurezza, il lavoro e, appunto, la pubblica istruzione.

Dunque, a chi ed a cosa serve la piazza? Fondamentalmente a niente, ma non a nessuno. Anzi. La dirigenza democratica tenterà, in ogni modo, di portare in piazza quante più persone sarà possibile, anche soltanto per sollevare l'immagine di un partito ridotto, ormai, ai minimi termini. La propaganda veltroniana avrà finalmente un seguito certo e contraddistinto dalle tante bandiere che sventoleranno nella Capitale. Niente di più. La piazza (di qualunque colore si dipinga) non ha, tuttavia, la facoltà di decidere le sorti del Paese. E neppure le scelte che dipendono dalla politica.

(Matteo Pazzaglia per Caffè Regio)

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