lunedì 27 ottobre 2008

SUCCESSONE ASSICURATO CON LO SCIOPERO "OBBLIGATO"


Giovedì prossimo ci sarà lo sciopero anti-Gelmini, e si può affermare fin da ora che sarà un successone: con un blocco dell'attività scolastica pari al 100%.
Tutti uniti contro la Gelmini? Macché c'è il trucco anche se non si vede.
La scorsa settimana, negli istituti elementari circolava un documento alla firma degli insegnanti: li si informava che i sindacati della scuola hanno deciso lo sciopero generale, giovedì 30 ottobre, contro la riforma Gelmini. E’ prassi che in occasioni di astensioni dal lavoro e manifestazioni sindacali, presidi e direttori facciano sottoscrivere l’avviso a tutti i docenti, per presa visione, perché ne siano informati tempestivamente.
Fin qui tutto ok, ma da qui in poi viene il bello, anzi il veleno dell’imbroglio legalizzato a favore dei sindacati.
Il preside non è autorizzato, anzi è diffidato, a chiedere ai singoli maestri e maestre se aderiranno o meno all’agitazione, se andranno in piazza oppure in classe.
Oibò, e come fa allora il preside a sapere su quante forze, su quanti insegnanti, bidelli, segretarie e addetti vari non scioperanti potrà eventualmente contare?
Semplice, non lo può sapere e non lo deve sapere.
Dunque a lui resta una sola decisione: chiudere la scuola il giorno dello sciopero, dichiarare di non poter garantire la sicurezza di insegnanti e bambini.
Assurdo, non vi pare? Eppure, questa infernale prassi è sancita dal contratto di lavoro. Dove si legge: “A differenza di quanto previsto per l'adesione ad assemblee sindacali, il personale scolastico non è obbligato a dichiarare preventivamente la propria posizione in ordine alla partecipazione allo sciopero, perché l'accordo prevede che la dichiarazione preventiva (di adesione o non adesione allo sciopero) costituisca atto volontario del personale”.
Una clausola capestro messa a bella posta, da chi campa sul "diritto" allo sciopero e che cancella il diritto di lavorare e studiare della moltitudine silenziosa, quella che fa il suo dovere sui libri o sul posto di lavoro, invece di spremersi le meningi per elaborare slogan fantasiosi e riempire le piazze, asserviti ad un'opposizione pretestuosa.
Un dato: dei 140.000 iscritti alla Sapienza solo 300 hanno participato al corteo del 14 ottobre, e solo un migliaio sono quelli che fanno okkupazioni, urlano e si dimenano.
Addirittura il capetto della rivolta non é più nemmeno uno studente, essendosi già laureato e di professione fa l'okkupatore...

ORPHEUS

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