martedì 7 ottobre 2008

Rischio diossina, chiuso l’inceneritore


di GIACOMO BINI
Il termovalorizzatore di Montale è spento in seguito al rilevamento di un’anomalia registrata dal sistema di controllo sulla portata dei carboni attivi, i materiali che servono all’abbattimento delle emissioni di diossine. In seguito al verificarsi dell’inconveniente, è scattato un dispositivo di sicurezza installato recentemente nell’impianto di Montale allo scopo di garantire l’effettivo flusso di carboni attivi, le sostenze che assicurano l’abbattimento delle diossine contenute nelle emisisoni dell’impianto. NON APPENA è stata registrata l’anomalia, nella giornata di sabato, i responsabili del termovalorizzatore hanno deciso lo spegnimento in ottemperanza alle procedure di sicurezza stabilite dopo l’incidente del luglio 2007. Secondo queste procedure qualsiasi elemento di disfunzione registrato nei sistemi di controllo deve determinare il fermo dell’attività. Una volta concluso il processo di spegnimento, che è terminato tra domenica e lunedì, si sono svolte, nella giornata di ieri, le verifiche tecniche necessarie alla ripresa dell’attività dell’impianto. OGGI, alle ore 15, nella riunione del consiglio provinciale il vice-presidente della giunta di Palazzo San Leone Giovanni Romiti, che presiede il Comitato Provinciale di controllo sul termovalorizzatore, farà una «comunicazione urgente» per spiegare quanto è avvenuto all’impianto montalese. La comunicazione di Romiti è stata aggiunta solo ieri pomeriggio all’ordine del giorno previsto per la seduta del consiglio. «SI TRATTA dei sistemi di sicurezza che abbiamo voluto – dice il sindaco di Montale Piero Razzoli – perché l’impianto funzionasse con tutte le garanzie. La procedura ha funzionato in modo rapido e trasparente. E’ stato informato Romiti nelle sue vesti di presidente del comitato di controllo. Io da parte mia ho informato anche i capigruppo consiliari». E’ LA PRIMA volta che il termovalorizzatore viene spento dopo la chiusura decisa dal sindaco di Montale Piero Razzoli il 18 luglio 2007 in seguito allo sforamento nelle emissioni delle diossine. Proprio i carboni attivi sono stati individuati dal Cis, il consorzio che gestisce l’impianto, come i responsabili di quello sforamento in quanto, secondo la tesi dell’azienda, era in uso nell’impianto una partita di carboni di qualità non adeguata forniti dalla ditta milanese Gale (la quale respinge invece ogni addebito). Sulla questione è in corso un procedimento giudiziario presso il tribunale di Pistoia. IL NUOVO CONSIGLIO di amministrazione del Cis, presieduto dall’architetto Angelo Fazio, ha introdotto tre sistemi nuovi di sicurezza: il campionamento in continuo delle diossine, il campionamento del carbone attivo ad ogni fornitura e il sistema di controllo sulla portata degli stessi carboni attivi. Da quest’ultimo è partito il segnale di allarme e l’impianto è stato fermato in attesa delle opportune verifiche.

L'ACCUSA IL CAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA: «NESSUNA COMUNICAZIONE DOPO IL PROVVEDIMENTO»
Niccolai: «Ancora una volta tutto è stato fatto in silenzio»

di GIANCARLO ZAMPINI
«ANCORA una volta la comunicazione fra chi gestisce l’inceneritore ed i cittadini lascia a desiderare: trovo davvero inconcepibile che si chiuda l’impianto venerdì notte, ed alle 21 di lunedì non sia stata data nessuna comunicazione». Queste sono le parole di Mario Niccolai, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Quarrata e consigliere provinciale. Dice ancora Niccolai: «Domani (oggi ndr) c’è il consiglio provinciale, anche a noi consiglieri non è stata data nessuna comunicazione al riguardo, solo una email per annunciare l’integrazione dell’ordine del giorno, dove si da notizia di un comunicato urgente del vice presidente Romiti in merito al termovalorizzatore di Montale. Nessun accenno al blocco dell’impianto». LO STOP è un fatto grave: «A noi risulta — prosegue Niccolai — che la chiusura è stata decisa per il malfunzionamento di alcuni filtri, un guasto venuto alla luce grazie ai sistemi di rilevazione di cui è stato dotato il termovalorizzatore a seguito delle emissioni dello scorso anno. Senza questa nuova tecnologia chissà dopo quanto tempo i tecnici si sarebbero accorti del malfunzionamento». Concludendo: «Speriamo non ci siano state emissioni dannose per la gente — dice ancora Mario Niccolai — Quello che dispiace, come ho detto in apertura, è la mancanza di collegamento fra la gestione dell’impianto e la gente. Un fatto grave, alla luce di quanto è accaduto lo scorso anno, considerando che ci stiamo ancora leccando le ferite. Mi auguro fortemente che il blocco sia tolto prima possibile — conclude — e che non sia stata registrata nessuna emissione di fumi dannosi alla salute».
La nazione, 7 Ottobre 2008

Nessun commento: