mercoledì 1 ottobre 2008

UNO STRAPPO AL CONTRARIO

Di Paolo Guzzanti
Veltroni scherza col fuoco paragonando l’Italia di oggi alla Russia di Putin: glielo dice uno che dissente totalmente dagli amori putiniani di Berlusconi, visto che per doveri d’ufficio so che cosa e chi è il Kgb di ieri e di oggi: il confronto veltroniano fra Italia e Russia, più che stiracchiato è sbagliato e dimostra a parer nostro, nella sua clamorosa inaccuratezza (“inaccuracy” per l’amico Walter che frequenta la nostra stessa America), il ritorno gravitazionale al passato: all’antiberlusconismo dell’età della pietra, con la clava, un antiberlusconismo che rinuncia persino di comprendere i limiti reali dell’attuale governo per incarognirsi in stereotipi dissennati e sterili. L’Italia, deve sapere il nostro Walter, è una fortissima democrazia ben viva in tutte le sue aree politiche, anche se si porta dietro vecchie e nuove piaghe. E di questa buona salute di base dovrebbe essere prima di tutto soddisfatto come democratico tout court, visto questo Paese che fino a pochi anni fa non aveva una destra decente da mandare al governo adesso ne ha una che governa con un consenso valutato, dai giornali di sinistra come Repubblica, intorno al sessanta per cento. Il problema, dovrebbe sapere Veltroni (ma lo sa, lo sa…) semmai è la sinistra che non cresce e non crepa un po’ come la capra e la panca dello scioglilingua. Ieri abbiamo letto una sterminata intervista di Veltroni sul Corriere della Sera, l’abbiamo letta con attenzione e con la speranza di trovare finalmente lo scatto, la novità, il colpo di genio politico che permettesse di provare quel che ho provato ieri l’altro sentendo Obama: io faccio il tifo per McCain, ma sono di nuovo rimasto affascinato dalla forza analitica e dalla capacità di progetto che ha Obama e che non ha Veltroni, per quanto gridi «Yes we can», visto che «he can’t». (...)
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