martedì 16 dicembre 2008

«Basta moschee fai-da-te Censimento di garage e cantine»



Il ministro Ronchi a Bologna: l’Ucoii non deve gestire luoghi di culto
di LUCA ORSI— BOLOGNA —«NO ALLE MOSCHEE gestite dall’Ucoii». Andrea Ronchi, ministro per le Politiche europee, portavoce di An, elogia da Bologna l’amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Sergio Cofferati — che ha bloccato un progetto di nuova moschea nel capoluogo emiliano — e rilancia l’allarme nei confronti dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia. Perché se la pluralità di culto «deve essere garantita, mai e poi mai deve essere dato spazio ad associazioni che non accettano lo Stato, la libertà, la tolleranza e hanno contatti con il terrorismo internazionale». Proprio a Bologna, un paio d’anni fa, Ronchi lanciò la raccolta di firme promossa da An contro la nuova moschea. Accompagnato da Enzo Raisi e Fabio Garagnani, deputati bolognesi di An e FI, incontra Virginio Merola, assessore all’Urbanistica del Comune. «C’è stata sintonia — afferma il ministro —. Merola è d’accordo con noi, e l’ho ringraziato per l’azione fatta».DOPO un anno di incontri e polemiche, nell’aprile scorso il progetto si è arenato. Il Comune chiedeva al Centro di cultura islamico che gestisce l’attuale moschea, federato all’Ucoii, di costituire una fondazione per fornire maggiori garanzie sulla trasparenza dei fondi per la costruzione del nuovo luogo di culto. «Costa troppo, un’associazione dà lo stesso risultato», era stata la risposta. Insomma, «quando sono stati chiesti atti concreti che riguardano i finanziamenti, non si sono voluti dare», afferma Ronchi. Soddisfatto che finalmente, «anche nel centrosinistra, si sia capito l’allarme che abbiamo lanciato».IL MINISTRO non è d’accordo con la moratoria chiesta dalla Lega nord. Ma si schiera con il leghista Roberto Maroni per «il censimento scientifico di tutti i luoghi della ‘predicazione invisibile’, che avviene in numerosissimi garage e scantinati». Un controllo «ferreo e rigido che ci viene chiesto, come la predica in italiano e l’albo degli imam, dal mondo islamico moderato». Al quale si assicura «dialogo al 100%». Mentre sarà «lotta dura contro tutto ciò che è fondamentalismo», avverte Ronchi prima di recarsi in San Petronio, basilica nel mirino dei terroristi per un affresco del ’400 che raffigura il profeta Maometto all’inferno. E nella quale, annuncia Garagnani, «si ipotizza ora di installare dei metal detector».DACHAN Mohammed Nour, presidente dell’Ucoii, preferisce «non commentare» le parole di Ronchi. Daniele Parracino, vicepresidente del Centro di cultura islamico bolognese, avrebbe preferito «che il ministro fosse venuto alla moschea a parlare con noi». Si dice poi d’accordo sul censimento («farebbe chiarezza»); i sermoni in italiano? «Li facciamo dal 1997». Quanto all’allarme-sicurezza, «siamo i primi a denunciare chi sbaglia. Portare alla luce tutto è un bene per tutti. C’è la legge: chi sbaglia paga»

La Nazione, 16 Dicembre 2008

Nessun commento: