mercoledì 17 dicembre 2008

ESISTONO I SENATORI A VITA MA ANCHE QUELLI... A MIGLIOR VITA


IL SENATO PAGAVA FINO AD OGGI 5.000 EURO PER LE ESEQUIE DEI SENATORI … OLTRE CHE I VIAGGI IN OMAGGIO DA VIVI, ANCHE L’ULTIMO VIAGGIO ERA GRATIS… ALLA CAMERA LA NORMA ERA STATA ABOLITA NEL 1994, ORA ANCHE AL SENATO BARA, SEPOLTURA, CRISANTEMI SARANNO A CARICO DEI PARENTI… COSTAVA ALLO STATO 160.000 EURO L’ANNO PER UNA PREVISIONE DI 32 DECESSI ANNUI..L’argomento non sarà troppo allegro, ma merita di essere segnalato, per comprendere come vanno le cose italiche. Che esistessero i “senatori a vita” è cosa risaputa: nominati dal presidente della Repubblica o essi stessi ex presidenti, pur in numero limitato, sono stati spesso di supporto a questo o quel governo che godeva di una maggioranza risicata .Lo stesso governo Prodi, quando boccheggiava, è stato salvato più volte dall’arrivo del settimo cavalleggeri dei senatori a vita, magari trasportati in piena notte a compiere il proprio dovere.Non tutti però sapranno che un’altra istituzione era prevista fino ad oggi dalla Casta politica: i senatori a miglior vita.Ovvero coloro che, o ex senatori o senatori in corso, trapassano a miglior vita.Fino ad oggi palazzo Madama non li abbandonava nell’indigenza neanche nel loro ultimo passaggio terreno, provvedendo a stanziare 5.000 euro per le loro esequie. Una volta erano 10 milioni di lire, rapidamente convertiti in euro, per garantire bara, crisantemi, chiesa, auto, sepoltura a chi trapassa, portandosi nell’al di là il titolo di senatore.Dopo aver viaggiato gratis per anni a spese del contribuente, anche dopo la scadenza del mandato, non si voleva lasciare solo il senatore nel suo ultimo viaggio, assicurandogli una copertura finanziaria adeguata.Non solo, il Senato stila una previsione annuale molto precisa ( roba da toccare ferro se siete nell’elenco dei potenziali fruitori), ovvero sancisce che, salma in più o salma in meno, siano 32 all’anno i senatori che avrebbero usufruito di tale onore e assistenza economica.Per un ammontare complessivo a bilancio del Senato di 160.000 euro appositamente stanziati per la bisogna.Ora si dà il caso che alla Camera tale prassi fosse stata cassata da tempo, eliminando la voce “contributo funebre” già nel lontano 1994.Per arrivare al bicameralismo perfetto e per allinearsi quindi alle norme della Camera, il Senato ci ha messo 14 lunghi anni, ma alla fine la meta terrena è stata raggiunta.Finalmente oggi l’ufficio di Presidenza del Senato approva ” le linee guida dell’azione amministrativa per l’esercizio finanziario 2009″, una sorte di Dpef interno predisposto dai questori Romano Comicioli, Paolo Franco e Benedetto Adragna in cui si taglia, tra le altre, la spesa funeraria.L’obiettivo è di aumentare i costi del Palazzo, ma “solo” entro il tetto dell’1,5%, pari all’incremento del tasso di inflazione programmata ( a diminuire realmente le spese di un 20-30% chissà perché non ci pensano mai…).Per loro aumentare del tasso di inflazione, vuol dire tagliare da qualche parte e i passati a miglior vita almeno non si lamenteranno.In attesa di vedere come finiranno i tagli ipotizzati in altri settori dell’attività del Senato, per ora solo annunciati, una cosa è stata ottenuta.Di fronte a una proposta di riduzione dei suoi privilegi, da domani il senatore non potrà ribellarsi dicendo ” manco morto”… se li goda da vivo, che da morto tira una brutta aria.


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