lunedì 15 dicembre 2008

Verdini: «Città rovinata da politici amorali»



«Aeroporto penalizzato, cultura trascurata, turismo gestito male: si è pensato solo a interessi di parte»
di PAOLA FICHERA

SABATO pomeriggio, piazza della Repubblica, sotto il gazebo che il Popolo della Libertà ha allestito per l’elezione dei delegati al suo primo congresso nazionale. Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, scruta il cielo grigio. La pioggia in certi casi non aiuta, per fortuna sotto i gazebo si raccolgono anche le firme per «Mandare a casa il sindaco Domenici». La pioggia, allora, potrebbe non essere un problema. Infatti, a fine mattinata, le firme raccolte erano quasi tremila.Onorevole Verdini, ma in questo Pd la questione morale esiste o no?«La questione morale è nell’aria di questo Paese dai tempi di Tangentopoli. E’ un problema irrisolto. Non tanto per quello che si sa, ma per quello che non si sa. E la sinistra c’è completamente coinvolta. La devono smettere di dire, ogni volta, che sono casi isolati. Le ultime intercettazioni telefoniche mettono in mostra la superficialità e l’abitudine all’amoralità degli amministratori fiorentini. Il fatto penalmente rilevante non ci interessa. Ma ci interessa molto, invece, il modo disinvolto con il quale si trattano le questioni di interesse pubblico riducendole a interessi privati o di parte, dimenticando la città. Basta guardare com’è ridotta Firenze. La trascuratezza con cui viene trattata non può essere che figlia di questa amoralità». Che cosa intende per trascuratezza?«Questa è una città famosa nel mondo, meta indiscubile di milioni di persone. Bene. C’è un aeroporto che cresce a vista d’occhio come numero di passeggeri e qui siamo ancora a discutere di cosa farne. Questa non è trascuratezza? Anzi, dirò di più, è un modo per contraddire l’interesse generale. Ancora. Chi viene in questa città, da qualunque parte arrivi e qualunque mezzo usi, trova un imbuto. Code chilometriche. Disagi senza uguali. Con grave danno alla fruibilità della città. Vuole un altro esempio?».Dica...« C’è un elemento che distingue Firenze: la cultura. Ma nonostante questa sia una città d’arte unica al mondo, manca di questa caratteristica. Firenze non è una città industriale e non può esserlo. La sua vocazione è quella di essere di grande attrattiva per il turismo culturale. Dovessi giudicare a occhio, il turismo che arriva di culturale ha ben poco. E poi c’è l’esempio più eclatante...».Quale?«La tramvia. Si continua a pensare a questa città solo nei suoi confini comunali. Si pretende di mettere sulle sue carreggiate strette le piste ciclabili, i parcheggi, il traffico privato e la tramvia. Mi sembra che si voglia mettere il 20 nel 10. Perché questi amministratori, che pure appartengono tutti allo stesso partito, non hanno ancora mai pensato di regalare a Firenze una dimensione metropolitana? Anzi, interprovinciale. In 18 chilometri, da qui a Pistoia, ci sono ben tre province». Che ne pensa del sindaco incatenato?«Sono molto contento che Domenici si sia incatenato. Il centrodestra ha denunciato per anni il corto circuito giudiziario mediatico, l’informazione distorta. Siamo stati anche ridicolizzati per questo. Ora il sindaco attaccato si ribella e si incatena. Dal punto di vista politico sono contento. Da quello istituzionale penso che si sia rasentato il ridicolo. E sono gentile». Cosa pensa di fare il Pdl per Firenze? «La sola grande cura per la cosa pubblica si chiama alternanza. E in questa città finora ce n’è stata poca. La lettura delle intercettazioni dimostra una modalità di gestione della cosa pubblica semplicemente irritante. Dobbiamo risvegliare l’orgoglio di questa città. Far scattare la voglia di ragionare, di giudicare, di scegliere. Questa città ha bisogno di essere ripensata come la Grande Firenze. Deve avere orizzonti più vasti». Il centrosinistra è in piena bagarre per organizzare le primarie: il Popolo della libertà ha già scelto il suo candidato?«Se devo giudicare lo spettacolo delle primarie, direi che il centrodestra sta mettendo nel cassetto molti punti. Noi, lo abbiamo dimostrato davanti a 5000 persone venerdì sera, siamo più lineari e trasparenti. La proposta del ministro Maroni è di votare il 7 giugno. A gennaio valuteremo le candidature in campo. I nomi non ci mancano». E la candidatura del portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti?«Stiamo aspettando la sua decisione. In ogni caso sceglieremo un candidato che sappia interpretare il malcontento dei fiorentini. Che è tanto. Basta pensare al referendum sulla tramvia». E una lista civica vi interessa? Si dice che Matteo Renzi potrebbe lanciarne una...«Noi siamo per la civicità, cioè per l’orgoglio cittadino senza colore politico. Non ci interessa una lista civica che sia solo strumento individuale di lotta politica». Lei è ottimista?«Pochi mesi prima del crollo del Muro di Berlino nessuno pensava accadesse. Sono convinto che il ‘muro’ crollerà anche a Firenze».

La nazione, 14 Dicembre 2008

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