domenica 29 marzo 2009

IN NOME DI DIO… FACCIO TUTTO IO


Tra le rose e le viole
all’asilo si sta bene,
noi vogliamo tanto bene
alla madre superiora…

Una volta, da ragazzi, ci insegnavano canzoncine come queste. Poi ci furono gli anni del rigurgito: il PCI diventò cattivissimo e, per tutto il periodo di piombo, dovemmo ascoltare le prediche della teologia della liberazione, della grandezza del Che, della dignità cubana (di Castro, non delle sue prostitute che tuttora vivono una vita d’inferno grazie ai postumi del social-comunismo reale), del libretto della Guardie Rosse. Poi ci fu Tienanmen e la caduta del muro di Berlino. E poi? Sono nati partiti del ciuco, dell’olivo, della margherita, della quercia (mancava solo quello del carciofo): sembrava un inno a Pistoia e ai suoi ortovivaisti, che si sono fatti ricchi anche con i prestiti a fondo perduto dati per incentivare l’agricoltura (ma si è dimenticato che più che coltivatori diretti, loro erano commercianti in tuta mimetica…).
La seconda repubblica – inaugurata dal genio di Di Pietro in che modo lo sappiamo bene, ed ora in mano anche a lui e al suo partito ben rappresentato da una enorme bistecca-elettorale e dal motto “L’Italia dei valori” (ma di carta-moneta) – è anche quella del panforte “Margherita”: compagni di chiesa, di preghiere, di bandierine della pace, dell’apertura al loro dialogo e… E cosa? “In nome di Dio, faccio tutto io” (lo faceva anche Dini, dalla Banca d’Italia alle sue Banche alle Antille).
La nostra prima cittadina, la dottoressa che non parla; che promette ai cittadini, ma poi non mantiene; da vera, piccola autocrate locale, perfetta nipote adottiva della Rosy, per coltivare il suo democratico orticello fa il pelo alle carote che la circondano: i suoi assessori sono scelti “ad hoc”, non c’è che dire. Tutti in posizione subalterna – se vogliano possiamo fare anche un’analisi persona a persona; alcuni non parlano come il sindaco, altri sanno dire appena tre parole in croce, il resto se parla lo fa solo leggendo le direttive del diktat sindacale, come i pappagallini bene addestrati.
E non basta, cari quarratini. Leggiamo: “Barbara Vannelli è stata eletta portavoce del giovani democratici del Pd. L’elezione è avvenuta il 21 marzo alla Civetta, subito dopo la costituzione del circolo dei giovani democratici (bell’invenzione! n.d.r.). Ricco di spunti ed iniziative l’incontro di sabato scorso, nel corso del quale i giovani del Pd hanno dimostrato la voglia di interessarsi alle problematiche che quotidianamente li circondano. Sono stati diversi i temi affrontati: dalla riforma della scuola fino all’università (capperi che prospettive partendo da Quarrata! n.d.r.), per arrivare alla partecipazione dei giovani alla vita politica (potranno guardare in viso la loro sindaca e godere del suo ineffabile sorriso emblematico ‘senza parole’…? n.d.r.). Erano ospiti il coordinatore provinciale Riccardo Tallomi e il responsabile della comunicazione Davide Petrini (non erano in tre anche sul Calvario…? n.d.r.). Il sindaco di Quarrata, Sabrina Sergio Gori, è intervenuto mettendo in evidenza la necessità dell’apporto dei giovani alla vita democratica, perché con le loro idee siano al centro dell’agenda dei lavori di un partito che guarda al futuro”, il futuro del sindaco, appunto. Ma diavolo! Il sindaco è intervenuto: allora esiste! Son cattiverie dire che non rivolge parola a nessuno! Ai giovani parla!È bella questa democrazia del Menga: brava Sabrina! La giunta la controlli tu, perché hai il polso più forte (“can che abbaia non morde”, ma quello che tace….?) ; i giovani li manipoli attraverso la tua fedelissima segretaria: del resto chi se ne frega? Quanto conteranno i giovani al tuo cospetto? Come autorità sei completa: fai tutto da te e in silenzio: quasi come Dio. Che roba!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Mario, era da un po' che non bazzicavo il tuo sito, per vari motivi, ma devo dire che ultimamente mi piace molto. Lo preferisco così, meno discorsi a livello nazionale e più addentro al locale. Condivido al 99% quello che dici. Un caro saluto. Alessandro Cialdi

Anonimo ha detto...

Dimenticavo, perchè gli anonimi non smettono di essere anonimi e si firmano? forse si vergognano delle loro idee? Alessandro Cialdi

Anonimo ha detto...

Saresti anche una persona simpatica Mario, peccato che a volte hai queste uscite. Non tutti i giovani amano farsi manipolare: forse nel tuo partito funziona così, non solo con i giovani.E' offensivo per un appartenente al circolo dei giovani del PD, come me, sentirsi dare del manipolato. Soprattutto quando il tuo, di partito, quello nuovo, è nato su un predellino e tutti, incluso te presumo, sono corsi dietro, volenti o nolenti. Per mia fortuna nessuno mi manipola, anche perchè non credo sarebbe facile. E nessuno ci prova neppure. Da noi, di solito, si usa parlare e discutere di ogni cosa.Anche litigando, se necessario (i giovani, si sa, hanno poca pazienza). Voi andate sempre tutti d'amore e d'accordo(almeno sembra..)su un'opinione unica. Quindi, chi è il manipolato?

Ciao,
Alessandro Fortini