martedì 31 marzo 2009

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: GERARCHIE DI QUARRATA



Ecco una nuova rubrichetta per il blog: una foto al giorno (come una mela) può levare il medico di torno.
Come piede di partenza scegliamo una foto significativa che proviene da quella sorta di gran bellezza avveniristica di centro quarratino costruito, con i finanziamenti europei, nella ex area-Lenzi.
La scelta non è casuale: è emblematica e si addice al medico che ci guida, l’Ippocrate politicus che cura in silenzio i mali della nostra città.
Se il prete dice “dal Vangelo secondo Matteo…”, noi diciamo: “dal terminal per lo stoccaggio delle merci in centro, brutto come un resto di Alcatraz (checché ne dicano i giovani PD impegnati in politica a sostenere il regno del sindaco): IO E TE SOPRA, i quarratini sotto...”
Parola del sindaco e della giunta.

domenica 29 marzo 2009

IN NOME DI DIO… FACCIO TUTTO IO


Tra le rose e le viole
all’asilo si sta bene,
noi vogliamo tanto bene
alla madre superiora…

Una volta, da ragazzi, ci insegnavano canzoncine come queste. Poi ci furono gli anni del rigurgito: il PCI diventò cattivissimo e, per tutto il periodo di piombo, dovemmo ascoltare le prediche della teologia della liberazione, della grandezza del Che, della dignità cubana (di Castro, non delle sue prostitute che tuttora vivono una vita d’inferno grazie ai postumi del social-comunismo reale), del libretto della Guardie Rosse. Poi ci fu Tienanmen e la caduta del muro di Berlino. E poi? Sono nati partiti del ciuco, dell’olivo, della margherita, della quercia (mancava solo quello del carciofo): sembrava un inno a Pistoia e ai suoi ortovivaisti, che si sono fatti ricchi anche con i prestiti a fondo perduto dati per incentivare l’agricoltura (ma si è dimenticato che più che coltivatori diretti, loro erano commercianti in tuta mimetica…).
La seconda repubblica – inaugurata dal genio di Di Pietro in che modo lo sappiamo bene, ed ora in mano anche a lui e al suo partito ben rappresentato da una enorme bistecca-elettorale e dal motto “L’Italia dei valori” (ma di carta-moneta) – è anche quella del panforte “Margherita”: compagni di chiesa, di preghiere, di bandierine della pace, dell’apertura al loro dialogo e… E cosa? “In nome di Dio, faccio tutto io” (lo faceva anche Dini, dalla Banca d’Italia alle sue Banche alle Antille).
La nostra prima cittadina, la dottoressa che non parla; che promette ai cittadini, ma poi non mantiene; da vera, piccola autocrate locale, perfetta nipote adottiva della Rosy, per coltivare il suo democratico orticello fa il pelo alle carote che la circondano: i suoi assessori sono scelti “ad hoc”, non c’è che dire. Tutti in posizione subalterna – se vogliano possiamo fare anche un’analisi persona a persona; alcuni non parlano come il sindaco, altri sanno dire appena tre parole in croce, il resto se parla lo fa solo leggendo le direttive del diktat sindacale, come i pappagallini bene addestrati.
E non basta, cari quarratini. Leggiamo: “Barbara Vannelli è stata eletta portavoce del giovani democratici del Pd. L’elezione è avvenuta il 21 marzo alla Civetta, subito dopo la costituzione del circolo dei giovani democratici (bell’invenzione! n.d.r.). Ricco di spunti ed iniziative l’incontro di sabato scorso, nel corso del quale i giovani del Pd hanno dimostrato la voglia di interessarsi alle problematiche che quotidianamente li circondano. Sono stati diversi i temi affrontati: dalla riforma della scuola fino all’università (capperi che prospettive partendo da Quarrata! n.d.r.), per arrivare alla partecipazione dei giovani alla vita politica (potranno guardare in viso la loro sindaca e godere del suo ineffabile sorriso emblematico ‘senza parole’…? n.d.r.). Erano ospiti il coordinatore provinciale Riccardo Tallomi e il responsabile della comunicazione Davide Petrini (non erano in tre anche sul Calvario…? n.d.r.). Il sindaco di Quarrata, Sabrina Sergio Gori, è intervenuto mettendo in evidenza la necessità dell’apporto dei giovani alla vita democratica, perché con le loro idee siano al centro dell’agenda dei lavori di un partito che guarda al futuro”, il futuro del sindaco, appunto. Ma diavolo! Il sindaco è intervenuto: allora esiste! Son cattiverie dire che non rivolge parola a nessuno! Ai giovani parla!È bella questa democrazia del Menga: brava Sabrina! La giunta la controlli tu, perché hai il polso più forte (“can che abbaia non morde”, ma quello che tace….?) ; i giovani li manipoli attraverso la tua fedelissima segretaria: del resto chi se ne frega? Quanto conteranno i giovani al tuo cospetto? Come autorità sei completa: fai tutto da te e in silenzio: quasi come Dio. Che roba!

giovedì 26 marzo 2009

TEATRI E… TEATRINI


E brava Sabrina! Il progetto di un auditorium da 200 posti nel parco della Màgia sembra davvero la cosiddetta ‘great idea’ delle commedie antiche: la trovata speciale che risolve ogni problema e che dà risposte fattive alle esigenze della collettività quarratina. E brava la giunta che ha approvato a marzo il preliminare redatto dall’architetto Petruzzi con la collaborazione dell’artista Hidetoshi Nagasawa: ma facciamo anche due conti e rendiamoci conto (scusate il bisticcio) di quanto si spèrperi in questa Italia del “lardo ai cani” e delle “perle ai porci”, dove tutto fa brodo – a mo’ di Markette di Chiambretti – per dare fumo negli occhi al popolo lavoratore.
Quarrata, stando a quanto si è letto di recente, ha appena superato la soglia dei 25mila abitanti; l’auditorium conterrà 200 spettatori. Dunque 200 su 25mila fa esattamente lo 0,8% della popolazione. Il costo previsto per l’opera è di 997.740 euro, che, divisi per 200, porta a una spesa media (attenzione: spesa prevista e non finale a rendiconto!) di ben 4.988,7 euro a testa. Per equità e uguaglianza di trattamento, si dovrebbero spendere almeno 124 milioni di euro per soddisfare il restante 99,2% dei residenti – alcuni dei quali non hanno nemmeno una strada decente o una fogna che porti via i loro liquami o una piazzuola per parcheggiare una macchina o un lampione per vederci di notte o un canale di scolo che salvi dall’acqua alta che non c’è solo a Venezia e bla bla bla bla bla.
Non c’è che dire: se la presenza di Hidetoshi Nagasawa, illustre artista nipponico giunto in Italia in bicicletta, ci illumina di immenso, questa grande realizzazione democratica e destinata a ben 200 persone – pur finanziata dalla Regione Toscana, anch’essa abituata a sperperi medicei da signorìe cinquecentesche – ricadrà sopra le spalle del contribuente, perché ogni quarratino produttivo lascia ai signori di Firenze una fetta consistente di IRPEF ogni mese; e senza poter fiatare.
Un’opera come questa sarebbe già anomala in tempi di vacche grasse, immaginiamoci cosa non possa essere nel momento del doveroso e richiesto tiro della cinghia, proprio mentre Franceschini fulmina dal pulpito e lancia l’appello per la tassazione dei ricchi malvagi!
E allora, cara Sabrina, più che di un ‘auditorium’ per soli 200 privilegiati quarratini che lo utilizzeranno una volta sì e quattro no, la città avrebbe bisogno di un “adiutorium in nomine Domini”, cioè di un “aiuto nel nome del Signore” che liberasse i cittadini da una giunta che apre la finestra e butta via i quattrini rastrellati dal sudore del popolo lavoratore continuamente spennato da amministratori dello sperpero principeschi, strombazzoni e filopopulisti. E scusami se è poco.

mercoledì 25 marzo 2009

INTERNAZIONALI DI PROVINCIA





La giunta di Quarrata riserva una sorpresa al giorno. È di qualche giorno fa la notizia che studenti di ben tre città parteciperanno al ‘campus’ di scienze a Villa La Màgia. Benissimo! Gente di Pistoia, Prato e del circondario di Empoli-Vinci. Non c’è che dire: è un gran mondo e un’occasione eccezionale per dar lustro a Quarrata.
Vengono in mente – visto che siamo in presenza di una villa medicea – quei versi della Nencia da Barberino, scritta da Lorenzo dei Medici, in cui il povero giovanotto che parla della sua amata, illustra le sue ampie conoscenze del mondo. Vale la pena di citarli:

I’ sono stato a Empoli al mercato,
a Prato, a Monticelli, a San Casciano,
a Colle, a Poggibonzi, a San Donato,
et quindamonte insino a Decomano;
Feghine e Castelfranco ho visitato,
San Piero, e ’l Borgo e Mangone e Gagliano:
più bel mercato che nel mondo sia
è Barberino, dov’è la Nencia mia.

I paesi e le città citate sono tutti in un raggio di 50 chilometri, un orizzonte piuttosto modesto, si direbbe.
È un onore e un orgoglio avere a Quarrata nomi come quelli di Franco Pacini, direttore di Arcetri, e Telmo Pievani dell’UniMilano o di Ezio Menchi, eccellente fisco e matematico. Ma non è un segno di provincia profonda questo farsi grossi della presenza di gente che al massimo abita a 30 chilometri da Quarrata, mentre con il connubio Quarrata-UCLA Los Angeles non ci sarebbe stato solo un ‘campus’ di scienze all’anno, ma una sede stabile della più grande università d’America, con un viavai di gente che sarebbe venuta qua da 25mila chilometri di distanza, che avrebbe prodotto perfino vino da esportare e che avrebbe dato lustro e lavoro per tutto l’anno a molte persone, comprese quelle del luogo?
Le sinistre, nonostante l’apparente disinvoltura, non sono mai state dotate di grande intelligenza manageriale: dove lo Stato regola tutto, tutto finisce per imbolsirsi in sterili regole che guardano a un solo palmo dal naso; la storia lo insegna chiaramente – e non vengano a dirci di no, loro che, secondo una visione marxo-leninista, hanno sempre sostenuto l’importanza di conoscerla perché (che bischerata!) “chi conosce il passato è padrone del presente” (e forse è vero, ma solo se si tratta di un passato di pomodoro…).
Guardate le foto. La prima è l’edificio principale dell’UCLA a Los Angeles, la Royce Hall, progettata ispirandosi alla Basilica di Sant’Ambrogio a Milano; la seconda è la Powell Library, cioè la biblioteca dell’università.
Chi ha poco cervello preferisce un uovo oggi piuttosto che una gallina domani e fa come la mosca che, posàtasi sul culo del vitello che tirava il carro in salita, giunta in cima esclamò, asciugandosi il sudore: “Dio, che fatica che abbiamo fatto!”.
Provinciali si nasce – come certe giunte che credono, ospitando in casa i vicini della strada accanto, di averci portato il mondo intero come l’innamorato della Nencia.

lunedì 23 marzo 2009

COM’È BELLO SOPRAVVIVERE…

Qualche giorno fa Giancarlo Zampini ci ha riferito, su “La Nazione”, del progetto “A caccia nella preistoria”, dedicato ai ragazzi delle scuole di Quarrata: iniziativa che nasce nell’Oasi agrituristica di Baugiano, il parco rurale dei bambini del Montalbano. Zampini diceva che alla inaugurazione sarebbero stati presenti il sindaco (un miracolo di Padre Pio?), l’assessore Milaneschi e l’assessore Nannini – tre grandi insieme per questa modesta iniziativa, mentre a volte, per gli artigiani in rivolta, non si presenta che un… parafulmine, dato che il sindaco taglia la corda.
Il progetto è comunque interessante sotto ogni profilo e, per approfittare di un po’ di cattiveria andreottiana (si fa peccato – diceva il vecchio – ma per lo più ci si picchia…), è molto appropriato ai cittadini futuri di Quarrata; e vediamo perché.La Cooperativa Ichnos (che in greco dovrebbe voler dire “impronta”) spiegherà ai giovanissimi come nasce una fattoria. Lo farà insegnando ai ragazzi: 1. a scheggiare la pietra per fare raschiatoi, lame e punte varie o asce; 2. a dipingere bisonti sulla pietra o a lasciare tracce di mani intinte nel colore; 3. ad accendere il fuoco senza fiammiferi; 4. a lavorare le fibre vegetali e animali; 5. a trattare i cereali e a fare il pane; 6. a maneggiare artigianalmente l’argilla.









Allora: al futuro dei quarratini, con questa preparazione, è assicurata la sopravvivenza. Perché dopo che la giunta avrà speso milioni di euro in ogni direzione tranne che in quelle di prima necessità, chi resta dovrà arrangiarsi con una economia di sussistenza: cioè dovrà tornare a zappare l’orto per far cavoli e insalata, ad accendersi il fuoco senza fiammiferi, a farsi i vestiti di corteccia e di pelle di pecora, a sfarinare il grano con il mortaio e a mangiare piadine àzzime, e infine a costruirsi piatti e bicchieri con la mota. Anche i quadri per la prima stanza della grotta di casa saranno ‘hand made’, nel senso che basterà appoggiare le mani sporche di argilla o di carbone sui muri per creare capolavori (magari come quelli salvati e trasportati sulla fontanaccia dell’ex area-Lenzi).C’è un pericolo, però. La cooperativa insegnerà ai ragazzi a tirare d’arco contro sagome di animali: sicché gli amministratori potrebbero correre il rischio d’essere presi a saettate (e speriamo che non se la prendano per queste quattro battute ironiche, come di solito fanno quelli della sinistra a cominciare dall’onnisciente D’Alema e dalla eccitabile-insofferente Rosyna Bindi…).

ADDIO, MA NON È NOSTALGIA…


È solo un senso di repulsione per certe scelte che violentano il buonsenso grazie alle illuminate dichiarazioni di principio delle sinistre. È per questo che siamo andati a ripescare la foto della scuola di Tizzana; una foto che risale al 1964 e che è tratta da un fascicolo di propaganda della DC dell’epoca.
Era il 1964 e la giunta Amadori si vantava di avere realizzato edifici scolastici in ogni frazione: Vignole, Casini, Tizzana (qui nella foto), Valenzatico, Ferruccia, Buriano, Lucciano, La Fratta, Catena, Barba, Montemagno…
Ora Tizzana e Montemagno se ne vanno, in nome di… necessità primarie: piste ciclabili e altre amenità. E allora ricordiamo anche questo edificio di Tizzana che dovrà prendere il volo: è servito a dare scuola alla gente del posto, è stato declassato con i tagli delle pluriclassi, è in procinto di essere venduto. Poteva essere conservato per pubblica utilità. Niente da dire se il ricavato non andasse a finire in opere davvero necessarie per la collettività di Quarrata!

domenica 22 marzo 2009

“Nun te reggae più”


“Quarrata sarà”: che cosa? È la prima domanda che salta in testa quando si legge l’articolo di Andrea Balli su La Nazione del 15 marzo scorso sotto il richiamo di “Economia”. Quale economia?: è la seconda domanda.
Posseduta da misticismo capitalistico-produttivo spinto all’eccesso a tutta birra come La locomotiva di Guccini – canzone cara alle sinistre e ben adatta ad esse, se si ricorda che loco in spagnolo significa “fuori di testa”… – la giunta di Quarrata si sbilancia a favore di una ripresa economico-produttiva con proposte altisonanti e sperperose: 24 milioni di euro per reclamizzare un progetto fatto di carta e di parole, perché lo sanno anche i muri che il coniugio arte-produzione non tira nemmeno un barroccio da modestissimo ma onestissimo ciuco.
Chiariamo. Questo sperpero da 48 miliardi delle vecchie lire è una fumata negli occhi che può accecare solo i gonzi matricolati: se il connubio arte-produzione sarà allo stesso pari del sublime progetto ex area-Lenzi, i quarratini saranno costretti a vedersi fumare 5 decine di miliardi per foraggiare stupidaggini senza fine che arricchiranno solo i già ricchi e consumeranno risorse ben più utili ad altro. Ma oggi le giunte sono tutte fatte di manager laureati alla Bocconi (e che mettono la gente bocconi).
L’industria non scatterà certo in avanti per queste coglionate di e da apparato: e chi avrà bisogno di arte e design non andrà a comprarli alla Màgia, dove al massimo si fanno i banchetti per le nozze e, presto, anche le feste di laurea con confetti rossi, quando gli sposi si saranno rotte le scatole di farsi fotografare tutti nello stesso posto e tra i soliti quattro vasi di limoni. In séguito il futuro della Màgia sarà quello dei chiccai di Lamporecchio con addormentasocere, brigidini e duri di menta, grazie a chi ha mentito duramente ai quarratini su queste gloriose prospettive future.
Le sinistre a Quarrata hanno inanellato, in questi ultimi lustri – e purtroppo continuano a farlo con una faccia da mattonate a raffica –, una bischerata dietro l’altra, col risultato di schiacciare la schiena di tasse alle loro care popolazioni amministrate.
C’è gente senza acqua e senza gas, senza fogne e senza strade, senza illuminazione pubblica, senza parcheggi e senza condizioni minime di vita civile commisurate alle necessità dell’oggi, e questa giunta sinistra di sinistra spara bombe nucleari, dopo aver rifiutato una cogestione della Màgia con la più prestigiosa delle università americane, l’UCLA di Los Angeles. Lì sì, che con la presenza degli antichi tradizionali nemici americani delle sinistre, gli “sporchi imperialisti-capitalisti USA”, oggi più simpatici per avere eletto un presidente di colore che se ne frega delle sinistre italiane, avremmo guadagnato in immagine e rilancio sotto ogni profilo, dietro un flusso che sarebbe stato costante nel tempo e ben qualificato sotto il profilo economico.E allora che la gente mediti! Nun te reggae più di Rino Gaetano è la canzone adatta a un gruppo di saltimbanchi estemporanei che dicono di amministrare il comune, ma che – seguendo la ben nota canzone e il suo autore – meriterebbero un soprannome adatto a ciò che gabellano: quello ben appropriato di… Cazzaniga.

sabato 21 marzo 2009

MORTICINI





Solo due parole – e senza voler minimamente arrecare sgarbo a quanti hanno avuto qualche caro morto lungo una strada. Si tratta di una semplice nota: non è il massimo vedere, lungo tutte le vie, decine di sagome nere…

giovedì 19 marzo 2009

FINE VIA ASIAGO, ECCO COME SI PRESENTA !!!




TI SI' SCURDAT' E ME... !







“Ti sei scordato di me”, sembra dire questa strada così malridotta al buon Marco Mazzanti, che è nato e cresciuto qui, a Silvione, dove ora ci sono dissesti e rattoppi osceni.
Ma se lo facesse, potrebbe essere accusato di… legami troppo stretti con i suoi luoghi; di interessi scorretti…
Bene, allora faccia qualcosa per via Asiago che è tutta una toppa. E magari faccia ripulire anche i cassonetti allo sbocco della suddetta via in via Trento.
A scendere da via Asiago è come atterrare in pista – solo che come barriera di sicurezza restano degli osceni bidoni di spazzatura.Qualcuno si chiede: ma Quarrata finisce in piazza Risorgimento…?

mercoledì 18 marzo 2009

PD/ Riecco la “Jena” Prodi, l’eterno ritorno al punto di partenza


Negli anni lontani della Prima Repubblica, uno dei suoi fondatori, Amintore Fanfani, era soprannominato “il rieccolo”. Nel senso che, nonostante le sconfitte interne, le dimissioni, le batoste elettorali, ritornava sempre in pista, a galla, riemergeva e, spesso, primeggiava. Era un fuoriclasse, un autentico Grande vecchio, e poteva permettersi il lusso o la fatica di non andare (mai) in pensione. La classe non è acqua. Nel suo partito, la Dc, era tanto amato quanto odiato, e “il rieccolo” era un nomignolo dalla chiara matrice democristiana.

Adesso, i “rieccoli” sono tanti. Guardate Prodi. Che, tra l'altro, era uno di quelli che aveva detto: basta con la politica, largo ai giovani. Un detto che, in politica, va preso come il suo rovescio. È ritornato Romano, è ritornato l'antiberlusconismo soft, ma dai denti d'acciaio. Aveva fatto dire, a destra e a manca, che il suo rientro era pieno di discrezione, in punta di piedi, senza disturbare nessuno. Come la sua iscrizione al Pd: annunciata su tutti i Tg, strillata sulle pagine politiche dei quotidiani nazionali. E poi, una lunga chiacchierata, sempre in punta di piedi, da Fazio, il salotto più “in” – e più ascoltato – dal politicamente corretto nazionale. E non è colpa dell'umile Romano se, il giorno dopo, ampi stralci di quel téte a téte sono finiti sui giornali. E bene in vista, mi raccomando. Ha ragione la mitica Jena: «Ha aspettato che Veltroni – così l'ha lapidariamente satireggiato su La stampa – si dimettesse e poi ha rinnovato la tessera del Pd. Prodi, la Jena dell'anno».

Anche Prodi è un grande vecchio, ma con la g minuscola. Non tanto o non solo per l'implicito déjà vu, quanto per il riflesso che riverbera sull'intera sinistra, e in primo luogo sul “suo” Pd. Secondo Cossiga, che di vecchi Dc più o meno grandi – categoria della quale fa parte, ma con la G maiuscola – se ne intende, la vendetta di Prodi significa, tra l'altro, un suo rinnovato ruolo di salvatore del Pd, oltre che un primo passo verso il Quirinale.

Può darsi. Il fatto è che se il Pd ha davvero bisogno di Prodi per salvarsi, significa che è più di là che di qua, come si dice dalle nostre parti. La sconfitta di Veltroni porta le stimmate del disastro del Governo Prodi sui cui il Pd non ha voluto riflettere, mettendosi, per di più, una serpe in seno come Di Pietro.

A meno che, l'eterno ritorno del sempre uguale voglia semplicemente riaffermare la massima dei Padri della Chiesa: nulla salus extra Ecclesiam, dove per Ecclesiam si deve leggere la Dc (di sinistra) che ha già posto un'ipoteca sull'intero Pd con la nomina a segretario di Franceschini. Il punto vero è che Romano, per il Partito Democratico, è l'eterno ritorno al punto di partenza.

Paolo Pillitteri, Il Sussidiario, 17 Marzo 2009

BENVENUTI A QUARRATA !





Per non restare nel vago, per non dare troppo poca importanza al processo di “bruttificazione” di un centro che, pur con tutti i limiti che aveva, aveva il sapore di un centro della Toscana… Chi legge queste poche righe si fermi un istante e si interroghi per chiedersi che cosa, della toscanità, sia rimasto a Quarrata.
Quella specie di torre che si vede sul fondo, somiglia da vicino alla torre del municipio di Bistritsa, centro della Transilvania: manca solo un orologio che a ogni quarto d’ora suoni l’inno nazionale romeno; l’edificio della Caripit è letteralmente un orrore, se si ripensa alla pur snaturante mostra Lenzi degli anni 60 (lode alla perizia degli uffici che passano certe oscenità: una firma non basta a far di un mostro un capolavoro di architettura); la fontana sembra fatta apposta per lavarsi i piedi nelle sere calde d’estate e serve benissimo ai bambini per fare la doccia non appena una mamma volta lo sguardo per un istante. E quei cubetti colorati per terra? Cosa hanno a che vedere con l’edilizia toscana quei bei sassolini leziosetti e carucci?
Non è finita: l’ingresso alla piazza sembra il vialetto che dà in un giardino privato. E si parla di arredi urbani? Sui gusti non si discute (… ma quando non sono malgusti o perfino disgusti).Ma si può ridurre così un centro-città?

martedì 17 marzo 2009

LE COLLINE DELLA SPERANZA



Vi ricordate? Avevamo scritto che all’inizio degli anni 70 Caramelli e il l’allora PCI salvarono l’area di Silvione dalla cementificazione indiscriminata. Ecco: nelle foto vedete quale era la posta in gioco.
Oggi i posteri (o i postumi…?) del PCI intraprendono la radiosa carriera dello stimolo all’imprenditoria, del managerialismo, della finanza: cioè, in altri termini, tutto quello su cui avevano sempre sputato è diventato, improvvisamente, il loro pane quotidiano, il credo e il vangelo da seguire. Qualche loro compagno pistoiese ha pensato perfino di far realizzare a Pistoia ponti di Calatrava, oggettini da pochi miliardi delle vecchie lire, se tradotti in euro…
Queste colline furono allora salvate. Oggi non si salva neppure la cosiddetta piscina, il sogno di quegli anni di contrapposizioni, ma di vivacità – anche sotto il profilo inventivo e pratico, quando fare politica voleva dire, soprattutto, credere nella migliorabilità di certe condizioni esistenziali.
Domani, quando in via di Tacinaia ci sarà un alveare di 15 calabroni da 100 metri quadri, i quarratini diano un’occhiata a questa parte di collina salvata da Caramelli & C. E facciano un rapido confronto.

lunedì 16 marzo 2009

LA "SOVRATASSA FRANCESCHINI"



La tassa sui ricchi? Sadica e inefficace
Cazzola: Franceschini vuol colpire i virtuosi
di GIULIANO CAZZOLA *
ROMA —

CON DARIO Franceschini i media sono molto generosi. Basterebbe, infatti, un minimo di documentazione per svelare all’opinione pubblica l’inconsistenza delle idee che il neo segretario del Pd sciorina quotidianamente con un fervore degno di miglior causa. Si prenda il caso della ‘tassa sui ricchi’ ovvero della proposta di aumentare di due punti — quale contributo di solidarietà limitato al 2009 — l’aliquota dell’imposta sui redditi a carico dei contribuenti che guadagnano più di 120mila euro l’anno. Una proposta che è rivolta più alle viscere che all’intelligenza dello zoccolo duro dell’elettorato di sinistra. E’ sufficiente raccogliere alcuni dati ufficiali (sui soli redditi Ire, a cui vanno aggiunte le tasse locali) per dimostrare quanto la ‘sovratassa Franceschini’ si accanisca nel perseguitare i contribuenti più virtuosi.I CONTRIBUENTI italiani sono più di 40 milioni. La platea di quelli eventualmente colpiti dal contributo di solidarietà è composta da circa 200mila persone. Tra il 70% e l’80% si tratta di lavoratori dipendenti e pensionati: a questi ultimi, nel corso del 2008, il Governo Prodi ha sottratto 140milioni di euro che non saranno mai più restituiti. I «ricchi» sono dunque in numero inferiore allo 0,50% del totale. L’ammontare dei redditi dichiarati da tutti i contribuenti è di circa 700 miliardi; mentre sono 135 i miliardi versati per l’imposta sui redditi.Ebbene, i «tartassati di Franceschini» denunciano redditi per 39 miliardi (il 5,6% del reddito totale) ma versano all’Erario, a titolo di Ire, 17 miliardi (il 12,65% dell’intero gettito versato dai 40 milioni di contribuenti). Anche mettendo in conto cambiamenti in più o in meno collegati al reddito dichiarato e al gettito di un anno particolare, è assolutamente evidente la sproporzione tra lo 0,50% (il numero dei contribuenti colpiti), il 5,6% (l’ammontare del reddito dichiarato) e il 12,65% (la partecipazione dei c.d. ricchi, secondo il Pd, alla formazione del gettito complessivo).IL PRELIEVO aggiuntivo su tale platea ridotta non sarebbe, poi, di 500 milioni ma di almeno 750 milioni, ovvero una media di 3.750 euro pro capite. Non è sicuramente un capolavoro di giustizia sociale il fatto che — su «quattro gatti» di contribuenti certamente corretti con il Fisco — si scarichi una pressione tanto forte. Altro che combattere l’evasione: per il Pd è il ceto medio (la cui aliquota marginale Ire è pari al 43%) il «mugiko» nemico del popolo.

* deputato del PdL,vice presidentedella Commissione Lavoro
da "La Nazione", 16 Marzo 2009

BEI SEGNALI !


La rotonda bislunga e bislacca che svincola i veicoli tra Santonuovo, Quarrata e Valenzatico, la cosiddetta, rotatoria dei martiri, è senz’altro un luogo su cui fare un po’ d’ironia.
Tutti conosciamo i film taroccati del “Nido del cuculo”… Il cartello è appropriato: qui, in questo enorme spazio, che sembra quasi una discarica a cielo aperto (gli egiziani in 10 anni costruivano una piramide, mentre da queste parti passeranno dieci anni prima di decidere come riadattare il suolo e il terreno tanto che non dia l’idea del passaggio di una guerra balcanica), ci troviamo a leggere ogni giorno PISA e ci viene inevitabilmente da pensare a William Wallace, il noto Brave Hart, che, nel tarocco livornese se la Piglia con Pisa dandogli il fatto suo: Pisa m………..!Dopo questo cartello, per citare un romanzo di Buzzati, si entra nel “Deserto dei Tartari”, perché fino a Casalguidi non c’è più un cartello verde che indichi l’autostrada. Un bel mistero per chi, straniero, crede di raggiungere facilmente la torre pendente. I quarratini non hanno certo bisogno che si dica loro che per di là si va all’autostrada. O no?

sabato 14 marzo 2009

BUONO OGGI, CATTIVO DOMANI


Non è un paradosso, è la verità. Vi ricordate gli anni 70? Appena usciti dal boom economico tutto era facile e bello: perfino i contributi INPS per una settimana di lavoro erano – pensate, pensate! – di ben… 25 lire alla settimana: quando gli stipendi segnavano le 120mila lire al mese circa. Quella bontà di allora è lo sfascio dell’INPS di oggi.
Siamo un po’ prolissi? Ma l’evidenza fa bene alla salute. La bontà di ieri delle giunte Marini (quelle dei viaggi in Romania, a Vaslui; delle visite in Medioriente; delle concilianti concessioni edilizie a Santallemura laddove termina via Firenze) ecco che è diventata la cattiveria del domani: che poi è oggi, perché – per quanto non sembri – il domani arriva presto, anche per le giunte…
“Il tratto di strada sarà allargato di circa un metro rispetto alle dimensioni attuali e gli stessi manufatti della rotatoria permetteranno di essere sormontati da almeno una ruota”, dice il vicesindaco Mazzanti quando parla – nel blog di Andrea Balli – riguardo alla rotonda da piazzare alla fine di via Firenze. Mazzanti si preoccupa di dire che l’area sarà allargata di un metro e che da lì potranno passare anche i TIR: ma con un metro in più perché non farci passare anche gli ETR 500 della TAV? Potrebbero sempre salire, come i TIR, con una ruota sopra i manufatti della rotonda (i manufatti sono l’aiola che sta in mezzo e in cui saranno poi piantati fiori striminziti, meglio se di plastica, per non far soffrire delle povere piantine).
È straordinario l’impegno che la sinistra mette nel risolvere i problemi di Quarrata: prima li crea, facendo costruire dappertutto, e poi li risolve con cura. È grazie a questa cura che si parla di infrastrutture e assi di traffico in termini di metri come se si trattasse del grembiule della nonna o della minigonna della nipote. Sarà bello, efficiente, sicuro vedere i TIR che salgono sui marciapiedi della rotonda, fatti pendenti apposta per poter essere sormontati!Con ottiche e prospettive di così ampio respiro, mentre la Spagna ha autostrade efficienti a tre corsie, l’Italia ha ancora un’Autostrada del Sole che è rimasta alla carreggiata larga come la redola delle Prata, là, verso la casa di Zela alla Querciola – un altro bel progetto buono oggi per essere pessimo domani…

venerdì 13 marzo 2009

ANCORA SULLA VENDITA DEGLI IMMOBILI DA PARTE DEL COMUNE: L'intervento del consigliere Maurizio Ciottoli Capogruppo di AN in consiglio comunale


Intervenendo su questo punto non posso nascondere il mio sconcerto sulla decisione dell'amministrazione dì vendere 3 immobili: le ex scuole elementari di Montemagno e Tizzana e la struttura che doveva essere la piscina comunale in via del Pollaiolo.
Non entro nel merito della valutazione tecnica sotto il profilo economico per la mia poca esperienza in proposito, anche se mi sembra che sia stato dato un valore eccessivo ai tre immobili, in particolare alle ex-scuole. Su questo punto chiedo l'aiuto ai consiglieri che per professione possono approfondire. Mi limito a fare delle considerazioni di carattere politico da una parte e di correttezza amministrativa dall'altra. Sull'aspetto politico entrerò successivamente in sede di discussione del bilancio di previsione in modo più approfondito. Dovete spiegare ai cittadini dove è la vostra coerenza e correttezza. Per anni, 10 sono gli anni del nostro regolamento urbanistico: il piano strutturale fu adottato nel lontano dicembre 1998, Avete imposto un criterio puerile e privo di senso, forse per assecondare rifondazione, nel preservare le nostre colline da "cementificatori cattivi e speculatori". Le colline a mio avviso dovevano essere salvate da amministratori vuoti di idee come voi e come coloro che vi hanno preceduto, interamente al servizio delle plubi-aziende, veri e propri carrozzoni, che non hanno nessun interesse a fornire servizi alle zone collinari perché non remunerative. Così avete diviso i cittadini in categoria A e B. Pochissimi mq in collina per tutta la durata del piano strutturale e addirittura ZERO nel periodo di questo primo quinquennio. Ecco la vostra genialità ! Andate a vendere proprio adesso, con cambio di destinazione a 2 edifici proprio su quelle colline alle quali avete impedito con una sciagurata decisione di sopravvivere attraverso una urbanistica misurata, attenta e sociale. Edifici che sono stati da sempre un presidio istituzionale nella comunità delle frazioni vengono assoggettati ad una logica chiaramente anti-sociale. Questo è il vostro limite e la vostra incapacità. Sarò duro e tagliente. Bloccando una urbanistica di qualità sulle colline avete di fatto alzato la domanda; pertanto seppur alto il valore assegnato, va a finire che qualcuno con soldi e uno sfizio da soddisfare, troverà interesse a comprare. In ultima analisi vi siete comportati, in palese contraddizione e come una immobiliare, perseguendo una speculazione. VERGOGNA !
Per quanto riguarda la struttura che doveva essere la piscina comunale che dire se non accusarvi di scelta contraddittoria. Un pasticcio assoluto che offre il fianco a dubbi gravi di speculazione urbanistica. Chiamarla ex-piscina è già grave di per sé, Definirla come struttura in via Covona quando è situata e da sempre indicata in via del Pollaiolo nasconde l'inganno. Via del Pollaiolo non può sopportare per sua natura, un carico urbanistico per il numero di unità che vi siete dati di realizzare oltre tutto prevedendo l'utilizzo di terreno di altri. Via Covona è al momento una strada chiusa che se mai proseguirà non darà accesso alle unità immobiliari. Guarda caso offre l'accesso ad una apd3 inserita nel regolamento urbanistico. Tutto questo che vorrà dire ?
Per le considerazioni espresse non possiamo che votare contro riservandoci
l'opportunità di valutare l'operazione sotto il profilo della legittimità.

giovedì 12 marzo 2009

SPERPERI INUTILI


Quarrata ha fame. Stando al bilancio di previsione, questa fame si aggira intorno al milione e mezzo di euro. E la giunta, con illuminata lungimiranza, provvede: ecco infatti in vendita la ex-scuola elementare di Tizzana e quella di Montemagno, poi, con un colpo da vero maestro, anche la struttura di ciò che sarebbe dovuto essere la piscina di Quarrata. Ricavato? Circa un milione e 320mila euro. Un buon affare, a colpo d’occhio. Poi vediamo come la giunta intende impiegare queste risorse: e allora cadono letteralmente le braccia – o il pan di mano, come si dice a Quarrata.
A fronte di necessità di primaria importanza (per non dire di sopravvivenza), l’investimento più considerevole del prossimo 2009 sarà la realizzazione di una pista ciclabile da 300mila euro e solo per la fase iniziale: in un secondo momento ce ne vorranno altri 150mila (ma sappiamo che le cifre previste tendono sempre a crescere) per appena 800 metri di pista che colleghi i campi da tennis di Folonica e la zona di Santa Lucia.
Non importa che Quarrata abbia problemi di strade il cui manto è un patchwork rattoppato e pericoloso o che i marciapiedi siano per lo più un percorso di guerra: la lungimirante giunta pensa che sia importante spendere un miliardo delle vecchie lire per le biciclette. E quante saranno le biciclette di Quarrata che percorreranno quel tratto di pista ciclabile? La giunta dovrebbe saperlo, se ha previsto questa ‘autostrada’ per esse.
Si rizzano i capelli solo al pensiero che, per questioni di apparato, e con la scusa che, se non ci passano biciclette, ci passeranno almeno i ragazzi delle elementari, 450mila euro dei quarratini verranno “fumati” di colpo. E i cittadini di Quarrata continueranno a far buttare così i loro soldi dalla finestra? Ossessionate dai cosiddetti “arredi urbani”, abbiamo tutti sotto gli occhi che cosa sono riuscite a fare le sinistre: orrori architettonici del centro, piazze da ex paesi comunisti e una via Montalbano che somiglia a un vialetto da innamorati.Se questo è amministrare, ditelo voi.

mercoledì 11 marzo 2009

SOGNI INFRANTI


La Bibbia – ma anche molta altra cultura antica, pur se pagana – dice che i patrimoni messi faticosamente in piedi dai padri saranno destinati a essere dilapidati dai figli. E volesse il cielo che fossero i figli: a volte sono i nipoti, sul cui DNA (politico) c’è forse da dubitare.
Eccolo qui; fu il sogno della giunta Caramelli: una piscina per Quarrata. Gli elettori di oggi, i nuovi e i giovani, non sanno di cosa si sta parlando, ma questa è la storia di Quarrata nell’ultimo quarto del secolo scorso. La giunta Caramelli (e ancor prima l’opposizione di sinistra) sognava questo per la città: una piscina a pochi passi dai campi da tennis, coperta, confortevole, in una zona destinata allo sport e al relax.
Questa struttura costò 150milioni di lire: attenzione, era una cifra enorme per quei tempi in cui uno stipendio medio era di 150mila lire al mese. Soldi gettati, sperperati e regalati alle serpi, ai gatti e ai cani randagi, ai topi e alle discariche abusive e a cielo semiaperto.
Ora questa struttura si vende perché dei privati realizzino almeno 15 appartamenti da 100 metri quadrati. E lo si fa su una strada oscenamente stretta (così in séguito dovremo accollarci anche l’onere pubblico di allargarla e renderla efficiente e transitabile a spese di tutti), all’imboccatura di una gola in cui il nuovo condominio infognerà, chi ha intenzione di risiedervi, ai bordi del rio di Tacinaia che si è trasformato in poco più che una gora e per giunta in una fascia pedecollinare sulla cui difesa le sinistre si sono sempre battute a spada tratta.
Il sindaco e gli assessori di oggi vestivano ancora alla marinara o erano appena al superiore quando Caramelli e Bertocci, con un volantinaggio feroce, impedirono l’urbanizzazione dell’area di Silvione tra il rio della Trave e via Carraia: stuprava il paesaggio; era un indegna mossa di speculazione.
Ma oggi ecco i nuovi stupri, in nome della mentalità aziendalistico-industriale di cui si sono fatte paladine, per prime, quelle sinistre che negli anni 70 avrebbero arato l’Italia in nome della bellezza della natura e della civiltà agro-pastorale…
Come cambiano i punti di vista, eh?

martedì 10 marzo 2009

GIUNTE DI SINISTRA O GIUNTE SINISTRE ?


E meno male che questa era una giunta di sinistra! Facciamo due conti in tasca al beneamato e decisionista primo cittadino muto di Quarrata, la dottoressa Sabrina, circondata da oculatissimi amministratori della cosa pubblica. Si approva il piano per la vendita di beni del Comune – un piano da cui ci aspettiamo di acquisire circa 1 milione e 300mila euro – ma, come si diceva un tempo nel contado, siamo già pronti a mangiare l’uovo in culo alla gallina, prima ancora che la bestiola (tra l’altro simbolo di non particolare intelligenza) lo abbia… sfornato. In questo caso la gallina è il… Comune stesso.
Dunque: entrate 1 milione e 300mila euro; uscite (siete pronti?): 300mila (+150mila euro) per 800 metri di pista ciclabile, in tutto 450mila; 500mila euro per l’acquisto del vecchio e cadente ex Cinema Moderno (si fa per dire, visto che è un cascame). E siamo a 950mila euro di spese. Che non basteranno. Diciamo che abbiamo già superato il milione di euro.
Il resto dell’incasso? Lo destiniamo a che cosa? Restano 300mila euro circa e un progetto di riqualificazione del centro cittadino, piuttosto fumoso, a cui dovranno essere destinate risorse (oltre che per i lavori) per “spese tecniche e di consulenza, Iva, rilievi, accertamenti, indagini, lavori in economia esclusi dall’appalto” (così scrive Andrea Balli su La Nazione): ma la giunta ha fatto un preventivo generale per 1 milione e 500mila euro (salvo imprevisti perché i soldi ai Comuni non avanzano mai: sono infatti delle… galline che beccano di continuo); sicché mancano altri 200mila euro per coprire lo sbandiero progetto: e se nel frattempo la gente non ha acqua, gas, strade decenti o parcheggi per i propri mezzi… sono affari dell’elettore e non dell’amministrazione.
Questa giunta, a forza di spendere e spandere come fosse un’impresa privata o una società di speculazione immabiliar-finanziaria (da una parte svende immobili e dall’altra ne acquista come se niente fosse) o peggio ancora una vera e propria “Signoria” di Quarrata, finirà, forse, per essere ricordata più che come giunta di sinistra, come una giunta sinistra: per i debiti che metterà sul groppone ai quarratini.Quand’è che si farà quotare in borsa alla faccia del popolo lavoratore?

lunedì 9 marzo 2009

LASCIATE CHE LE STRADE PARLINO DA SE'




Questa frase riecheggia un po’ troppo da vicino un motto evangelico, ma non dovrebbe disturbare i margheritini né i loro compagni, che ormai, seguendo la lezione di Fassino hanno riscoperto (lui disse alla radio che ne era sempre stato convinto) che l’anima esiste…
Lasciate che le strade parlino da sé. Questa della foto è via di Lucciano, nel tratto che va da via Verdi verso la zona Giuntini-Carradori. Non c’è che dire: d’inverno non patisce il freddo con tutte le toppe che si trova addosso. E chissà quante ce ne sono di altre che sono in condizioni anche peggiori. Una va senz’altro rammentata perché è un vero e proprio insulto alla ragione: via Asiago. Dal suo inizio, oltre lo stadio comunale, e fino al Montanino, è una vergogna comunale, tante sono le toppe e le buche. E, per aggiungere la beffa al danno, i cartelli stradali, lungo la ripida salita, intimano a chi viaggia di non superare i 50 Km all’ora.
Non ci sono soldi, assessore Burchietti, ma la priorità va a 800 metri di pista ciclabile. Le sinistre sono passate dall’essenzialità e dalle priorità degli anni 70, ai “vestiti firmati” della Seconda Repubblica: arredi urbani, percorsi di ogni tipo, boschetti da Orlando Furioso in cui far giocare ninfe e satiri, e piste (a volte anche non solo ciclabili…).
Forse sarebbe bene che il sindaco girasse un po’ di più per le strade e si fermasse a parlare con la gente, invece di chiudersi nelle sue stanze dorate e rendersi più irreperibile di un mistico nella torre d’avorio!

sabato 7 marzo 2009

La riforma del processo civile (2009): i dettagli


In questi giorni sono arrivate numerose visite - tramite motori di ricerca - a questo blog, da parte di persone che cercavano informazioni sulla riforma del processo civile recentemente votata dal Senato (e di cui si è parlato qui).
Per questo motivo - per fornire, cioè, ulteriori dettagli sulla riforma in oggetto -, vi riporto un articolo apparso ieri a pagina 13 su Italia Oggi, firmato da Antonio Ciccia:
“Competenza del giudice di pace.
Al giudice di pace sono affidate le cause di valore fino a 5 mila euro e quelle per i sinistri fino a 20 mila euro. Si tratta di incrementi notevoli (un sostanziale raddoppio della competenza basa). Viene inoltre aggiunta la competenza per materia degli accessori su ritardata erogazione di pensioni e simili.
Competenza per territorio, materia e valore.
Le decisioni sulle questioni preliminari relative alla competenza del giudice si prendono con ordinanza e devono essere risolte all’inizio del processo, che non deve essere un castello costruito sulla carta: da qui termini stretti di preclusione per sollevare l’eccezione.
Procura all’avvocato.
La procura alle liti potrà essere data anche con documento informatico. Inoltre la procura può essere rilasciata anche in calce o a margine della memoria di nomina del nuovo difensore, in aggiunta o in sostituzione del difensore originariamente designato.
Spese di vittoria.
Accanto alle spese di soccombenza fanno il loro esordio le spese di vittoria. Che cono accollate a chi vince la causa se ha rifiutato un accordo ragionevole. Se accoglie la domanda in misura non superiore all’eventuale proposta conciliativa tempestivamente formulata, il giudice dovrà condannare la parte che ha rifiutato senza giustificato motivo la proposta al pagamento delle spese del processo, salvo la possibilità di compensazione delle spese (ogni parte si paga il suo avvocato) in caso di soccombenza reciproca o ricorrono eccezionali ragioni. Sempre sulle spese, la possibilità di compensazione non è lasciata all’arbitrio del giudice, che deve indicarne esplicitamente le ragioni nella motivazione.
Ricusazione del giudice.
Anche la ricusazione del giudice può essere uno strumento dilatorio; un lieve argine è posto dalla novella che aumenta la sanzione in caso di rigetto della relativa richiesta. Il giudice, con l’ordinanza con cui dichiara inammissibile o rigetta la ricusazione, provvede alle spese e può condannare la parte (ma non il difensore) che l’ha proposta a una pena pecuniaria non superiore a 250 euro.
Lite infondata.
Il giudice potrà condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente determinata. Non ci sarà bisogno di una richiesta di parte, in quanto il giudice potrà decidere d’ufficio.
Contraddittorio pieno.
Può essere che il giudice rilevi una questione che le parti non hanno discusso; per evitare sorprese agli avvocati il magistrato prima di decidere su una questione che rileva d’ufficio, deve fare discutere le parti, che devono poter difendere i loro clienti anche su quegli argomenti. Peraltro gli avvocati potranno fruire di un regime meno rigoroso delle decadenze e più clemente in materia di rimessione in termini.
Fatti non contestati.
I fatti non contestati possono essere posti a base della decisione: gli avvocati devono fare attenzione a questo effetto indotto dalla mancata dialettica su tutti i punti della controversia.
Pubblicazione della sentenza.
La pubblicazione della sentenza può essere un modo per risarcire il danno e potrà avvenire anche per radio o in siti internet.
Notifiche telematiche.
L’ufficiale giudiziario potrà notificare con i mezzi telematici e con le garanzie della posta elettronica certificata.
Citazione.
L’avviso di rito sulle decadenze da inserire nella citazione deve contenere il riferimento alle preclusioni relative alle eccezioni di incompetenza.
Testimonianza scritta.
Entra nel processo civile la testimonianza scritta con firma autenticata da segretario comunale o cancelliere. La testimonianza scritta può essere acquisita direttamente dal difensore per la conferma di documenti di spesa.
Procedimento sommario.
Viene introdotto il procedimento sommario di cognizione, basato su una istruttoria essenziale e che si conclude con una ordinanza esecutiva. Sarà il giudice a valutare le esigenze istruttoria ridotte all’osso.
Calendario del processo.
All’inizio del processo il giudice fissa il calendario del processo in base alla complessità delle attività. L’obiettivo è quello di predeterminare la durata, anche se sono possibili richieste di proroga, solo per gravi motivi.
Sentenza.
Nella redazione della sentenza il giudice dovrà essere essenziale e limitarsi a dare conto in maniera concisa delle ragioni di fatto e di diritto della decisione, anche con un richiamo a precedenti conformi.
Sinistri.
Non si applicherà più il rito del lavoro (abrogazione articolo 3 legge 102/2006).
Ricorso in cassazione.
Previsto un filtro di ammissibilità per scongiurare impugnazioni temerarie.
Tre deleghe.
Il provvedimento contiene due deleghe: una per la riforma del processo amministrativo e l’altra per la riduzione e semplificazione dei processi civili. In particolare si prevede la riunificazione di tutti i riti previsti dalle leggi speciali (anche il rito societario, con esclusione dei riti fallimentari e in materia di famiglia e minori) in quelli tipici del codice di procedura civile. Con un’altra delega il provvedimento attribuisce al governo la regolamentazione della mediazione e di conciliazione delle controversie civili e commerciali. Da segnalare tra i criteri quello del dovere dell’avvocato di informare il cliente prima dell’instaurazione del giudizio della possibilità di avvalersi dell’istituto della conciliazione, e di ricorrere agli organismi di conciliazione e quello per cui chi rifiuta la conciliazione rischia di pagare le spese”.

venerdì 6 marzo 2009

GLI ANTENATI


Prima hanno imposto Scalfaro come icona del conservatorismo costituzionale.
Per il dopo Villari, hanno scelto Zavoli, praticamente una ventata di giovinezza.
Adesso ci vogliono riprovare, rispolverando Amato, politico 4 stagioni, per la presidenza della RAI.
Senza scomodare le stucchevoli vicende della commissione in stile Attalì per Roma, tutto ciò è francamente è troppo.
Troppo per chi si è spellato le mani per l'elezione del 47enne Obama alla presidenza degli USA.
Troppo per chi ha innovato il mondo politico italiano e lavora per riformare il paese.
Ma non è che il nuovo che avanza, in realtà significa il nuovo che c'è rimasto ?


mercoledì 4 marzo 2009

CINA/ Le nuove Tian an Men: Tibet e allarme sociale


INT. Francesco Sisci
martedì 3 marzo 2009

Si torna a parlare di diritti umani in Cina: da una parte l’episodio dei tre uomini che si sono dati fuoco nei pressi di Piazza Tian an Men; dall’altra la visita del segretario di Stato Usa Hillary Clinton, criticata dalla stampa americana per la sua posizione troppo dolce verso la Cina. Come però spiega Francesco Sisci, corrispondente in Cina per La Stampa, è necessario comprendere bene, e da vicino, i fatti per evitare di dare giudizi sommari.

Il recente episodio di protesta in Piazza Tian an Men ha riaperto sui mezzi di stampa occidentali l’attenzione sul problema dei diritti umani in Cina…

Chiariamo subito un fatto, che può ridimensionare la cronaca: episodi di questo genere sono una costante della storia della Cina. In Cina, quando qualcuno subisce un torto e pensa di non avere modo di far valere le proprie ragioni, può realizzare forme di protesta che possono sfociare nel suicidio dandosi fuoco. Anche quest’ultimo episodio rientra in questa categoria (e si aggiunga che in questo caso non è nemmeno chiaro se sia stato un suicidio o un incidente). Tali episodi capitano sempre a ridosso dell’assemblea plenaria del popolo, che è il 5 marzo: si arriva da tutte le parti della Cina e spesso, purtroppo, si decide di dare vita a queste forme eclatanti di protesta. Ma si tratta comunque di episodi che non hanno a che fare con il problema dei diritti umani, bensì con l’amministrazione della giustizia e con un antico retaggio culturale.

Veniamo allora a questioni in cui certamente il problema dei diritti umani è centrale. La visita del neosegretario di Stato americano Hillary Clinton ha suscitato polemiche: si è parlato di “scambio politico”, e cioè più collaborazione economico-strategica e meno attenzione ai diritti umani. È così?

Questo è un problema reale, che però può essere compreso a pieno solo facendo un passo indietro dal punto di vista storico. Questa sorta di scambio tra America e Cina, infatti, non è una novità: c’è stato a partire dal 1972, con il viaggio di Nixon in Cina, fino al 1989, anno del crollo del Muro di Berlino e delle proteste di Piazza Tian an Men. In quel periodo, per vari motivi strategici, l’America aveva deciso di mettere in secondo piano la questione dei diritti umani; e il primo di questi motivi era evidentemente il fatto che la priorità era allora la sconfitta dell’URSS, in cui la Cina poteva giocare un ruolo importante.

E dopo l’89 com’è cambiata la situazione?

I due episodi centrali di quell’anno hanno generato due effetti diversi: il crollo del Muro è coinciso con la fine della minaccia sovietica e quindi, contestualmente, con la fine dell’importanza strategica del rapporto fra Cina e Usa; dall’altra parte fu posto chiaramente sotto gli occhi del mondo intero che la Cina, come emerse nell’episodio di Piazza Tian an Men, poteva essere di una crudeltà terribile. Questi due fattori hanno portato sempre più alla ribalta la questione dei diritti umani.

Veniamo all’oggi: come si colloca in questo contesto la posizione assunta dagli Usa in occasione del primo viaggio della Clinton in Cina (seppure poi in un certo senso “corretta” con la pubblicazione, la settimana successiva, del Rapporto sui diritti umani nel mondo)?

Ora ci sono due fattori importanti: da una parte la necessità di una collaborazione tra Usa e Cina che vada al di là e al di sopra di quella che c’era negli anni Settanta e Ottanta. Allora era solo una collaborazione strategica; adesso è anche strategica, perché serve in varie situazioni, soprattutto per i rapporti con la Nord Corea e in Iran; ma soprattutto diventa importante la collaborazione economica. Un aspetto che naturalmente non si poneva allorquando la Cina era un nano dal punto di vista economico, ma che diventa centrale ora che è un gigante e che lo sarà sempre di più. Quindi la Cina può contribuire sia alla ripresa economica americana, sia a quella globale. Infine bisogna anche considerare che in questi anni la situazione dei diritti umani in Cina è cambiata; certamente non è ideale, però è migliorata, e va man mano migliorando. Non è una situazione statica o in peggioramento. Questo è il motivo per cui, per i cinesi, insistere e mettere al primo posto i diritti umani sarebbe specioso.

Questo però non toglie che i problemi siano moltissimi, e che non possano essere certo ignorati.

Bisogna però considerare un fatto fondamentale: si ottiene qualche risultato dalla Cina urlando e pestando col bastone, o cercando di prendere i cinesi con le buone? In realtà vale di più, per mille motivi, il fatto di prenderli con le buone. Assumere un atteggiamento duro nei loro confronti sarebbe del tutto inutile, e non farebbe altro che generare una reazione contraria. La nuova taratura della politica americana nei confronti della Cina è dunque non solo necessaria dal punto di vista strategico e economico, ma anche utile per ottenere risultati proprio dal punto di vista di un maggior rispetto dei diritti umani.

Vediamo la situazione politica interna alla Cina: si avvicina la ricorrenza del 10 marzo, 50° anniversario della fallita rivolta anticinese in Tibet, che portò alla fuga in esilio del Dalai Lama. Che cosa potrebbe accadere in questa occasione?

Si tratta certamente di un momento importante, perché tutte le varie opposizioni al governo cinese cercheranno di dimostrare la loro forza. È dunque un’occasione, sia per gli oppositori sia per il governo, di misurare la loro forza relativa. Nessuno può trascurarlo: una protesta il 10 marzo conta 100, mentre in un altro momento conterebbe 1. Al tempo stesso, proprio la prevedibilità delle proteste mette il governo in una posizione di forza, visto che ha modo di prepararsi all’eventualità.

Arrivano però anche notizie di un crescente allarme sociale, dovuto alla crisi economica. Qual è la situazione, e come il governo pensa di farvi fronte?

C’è un forte problema sociale: sono circa 20 milioni le persone che hanno perso o stanno per perdere il posto di lavoro. Questi milioni di persone non sono concentrati in alcune grandi città, ma sono sparpagliati in una miriade di centri, e sono stati rimandati o verranno rimandati nei loro villaggi di campagna, sparpagliandosi ancora di più. Lì il costo della vita sarà molto ridotto, e quindi i loro risparmi potranno essere di qualche aiuto; inoltre avranno il loro campicello da coltivare che li potrà aiutare a mantenersi. Però anche questi due aspetti potrebbero essere compromessi: nel primo caso può accadere che il padrone della fabbrica, soprattutto se straniero, ha preso i soldi ed è scappato. Dal momento che buona parte del salario viene dato una volta all’anno, i dipendenti si troverebbero senza lavoro e senza risparmi. Nel secondo caso, il campicello potrebbe non esserci più, magari perché sottratto dall’autorità locale per fare spazio ad altre opere. In entrambi i casi , però, si possono generare allarme e proteste sociali, o contro i proprietari delle aziende, o contro i capi dei villaggi.

Quindi anche in questo caso il governo non viene toccato?

Diciamo che paradossalmente queste proteste sociali potrebbe essere una forza di sostegno al governo centrale, e non di indebolimento. In entrambi i casi, infatti, il governo non solo non è la causa del malessere, ma può essere un elemento di aiuto nei confronti delle persone in difficoltà.

L'ITALIA E I SUOI AMICI


Ieri Italia e Libia hanno completato l'iter necessario per la ratifica dell'accordo di amicizia tra i due Paesi.Ad essere sincero, devo dire che di tale affare sinceramente non me ne importa più di tanto.Infatti la questione che mi preme evidenziare è lo squallido atteggiamento tenuto dai governi italiani in occasione di ogni incontro d’affari con il colonnello.Tutte le volte che le nostre strade si incrociano con quelle della Libia, si assiste a questa stucchevole messa in scena dei nostri politici che si genuflettono indecorosamente davanti al colonnello per scusarsi di ciò che il nostro Paese, in epoca coloniale, avrebbe fatto ai Libici.Dinnanzi a tale squallore vorrei essere ottimista e magari illudermi che questo atteggiamento sia dovuto all’esigenza di strappare al colonnello condizioni più favorevoli.Ma tutte le volte ho l’impressione che il politico italiano di turno sia convinto che tale mea culpa corrisponda a qualcosa di veramente dovuto.Sinceramente non vedo di cosa ci dobbiamo scusare.Tutt'al più quello che deve scusarsi è proprio Gheddafi.Innanzitutto per i fatto che, quando prese il potere, cacciò a calci nel sedere molti italiani che lavoravano in Libia.E poi il leader libico farebbe meglio a scusarsi per essere stato uno dei boss del terrorismo internazionale.Sarebbero gradite anche le sue scuse per vari attentati che ci fece e per i missili piovuti sul territorio italiano.Per non parlare delle scuse per varie sparate sull'Italia fatte in divese occasioni.Infine, sempre lui, dovrebbe anche chiedere scusa all'Italia del fatto che quasi tutti i clandestini che arrivano da noi, partono dalle coste libiche.(Qui emerge il cinismo dei nostri governanti che, per renderci meno amara la pillola, ci dicono che da questi trattati avremo anche il vantaggio di una maggiore collaborazione di Tripoli nel nostro tentativo disperato di ridimensionare l’afflusso di clandestini nel nostro Paese).Insomma nelle trattative con questo "criminale" riusciamo sempre a dare il peggio di noi.Tuttavia, se proprio vogliamo essere pignoli, c'è qualcosa che ci deve far sentire in obbligo con il Libici.Si dice che l’Italia, in occasione dell’ attacco degli Usa alla Libia del 1986, avvertì il colonnello dell’imminente bombardamento al suo bunker, consentendogli così di salvarsi.Se è vero questo fatto, questa è l’unica cosa di cui dobbiamo chiedere scusa al Popolo Libico.

domenica 1 marzo 2009

Ancora un esempio di come accogliamo chi viene a Quarrata


Ecco la principale via di accesso alla citta'.

decine e decine di anni di amministrazioni (comune provincia regione) di sinistra danno il benvenuto a chi viene a Quarrata, cosi!

contrordine: Compagni tutti al lavoro ! ripulite tutto mettete tutto in ordine tra poco si vota !


Il nostro Sindaco, Sabrina Sergio Gori appena ha viste le foto della via Montalbano da ordini perche' venga rimessa al "pulito "...

BIGLIETTO DA VISITA ?


Eccola la via Montalbano, come e' stata ridotta da Comune e Provincia, questa e' l'immagine che diamo a chi viene a visitare la citta'.

Una citta' che ha l'ambizione di vivere di commercio e perche' no, di turismo.

Decine e decine di anni di amministrazioni di sinistra, preoccupate solo di occupare il potere senza avere a cuore ne la citta' ne chi ci abita, tantomeno le attivita' economiche che pure non mancano.

Una citta' da terzo mondo, immagine perfetta di chi la amministra.

GIOVANARDI A PISTOIA


TANTI AMICI VENERDI' SERA AL CIRCOLO MCL DI SAN PIERINO CASA AL VESCOVO PER L'INCONTRO CON IL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO ON. CARLO GIOVANARDI. ERANO PRESENTI ANCHE L'ON. PAOLO BARTOLOZZI L'ON. MONICA BALDI E IL PRESIDENTE NAZIONALE DEI CIRCOLI MCL COSTALLI.