giovedì 25 giugno 2009

CARO SINDACO, MA QUALE PARTECIPAZIONE ?


Il 29 giugno prossimo, in consiglio, si vota il regolamento per la partecipazione democratica dei cittadini alle scelte dell’amministrazione comunale. E il 1° luglio – così è stato deciso – Quarrata avrà la sua festa della partecipazione, il che sa molto di Regione Toscana…
Il regolamento, discusso di recente in commissione, verrà comunque approvato democraticamente dalla maggioranza che ha già introdotto, fra le figure significative della rappresentanza, le mille e una associazioni radicate sul territorio comunale: come dire che sindaco e giunta (ma la giunta, non conta poi così tanto, dato che il sindaco motu proprio può esautorare qualunque assessore in qualsiasi momento) hanno già fatto e detto tutto a dispetto di tutto e di tutti.
Anche nella nostra democrazia quarratina, oggi sinistra e cattolica, ci sono state due fasi precise: 1. la fase della prima repubblica – piena di male e di aberrazione, di grattoni e di fascisti – durante la quale la giunta visitava frazione per frazione e, dinanzi ai presenti, chiedeva direttamente cosa preferissero come scelte prioritarie condizionate, com’era logico, dalle disponibilità di bilancio; 2. la fase del nuovo cinema Paradiso che, con il sindacato SSG, ha toccato l’apice della felicità bolscevica, grazie alla quale a decidere tutto saranno non i cittadini delle varie frazioni, ma un consiglio esautorato sommato alle associazioni – di fatto una aberrazione micidiale, ma gradita al soviet, che così potrà sempre aver già deciso prima di sentire il parere della base. È il regno dei cieli sceso sulla terra, quel regno che si è comportato così anche nella scelta del difensore civico, uomo prediletto dal regime e, quindi, di regime.
Ebbene, in questo semplice ma indicativo comportamento antidemocratico, non siamo solo noi che la pensiamo in questo modo; non solo noi – a cui il sindaco mai si è degnato e si degna di dare una benché minima risposta ai molti quesiti proposti sempre pubblicamente – che lamentiamo un autoritarismo degno di ben altra ideologia. Con gli stessi toni parlano anche altri cittadini di Quarrata.Ecco il testo della protesta, spedito da Daniele Manetti di Legambiente a 626 cittadini:

Democrazia partecipata o spartecipata? Regolamento: dopo il “rapporto finale” i cittadini non hanno avuto più notizie. La commissione consiliare comunale ha fatto una bozza di regolamento, ma non è stato possibile vederlo in modo ufficiale, né fare osservazioni. Il tutto sarà portato in Consiglio Comunale il 29/06/2009 e naturalmente approvato. Tutto questo è inammissibile per un percorso partecipativo che doveva coinvolgere tutti i cittadini.
Quando si tratta di partecipazione tutto deve essere fatto alla luce del sole, non può e non deve essere fatta la sintesi da 4 o 5 persone e poi tutto rimane nascosto fino all’approvazione; al limite dovevano essere i cittadini invitati alla Magia a fare la bozza finale. La commissione di garanzia in questa fase finale non ha funzionato
.
Proposta: Rimandiamo l’approvazione in Consiglio Comunale e ridiscutiamo il tutto serenamente e democraticamente. Il metodo adottato è antipartecipativo e noi, rimanendo così le cose, ci dichiareremo contrari e continueremo a portare avanti le nostre problematiche come abbiamo fatto fino ad oggi.
È il caso, però, di dubitare che la proposta possa trovare ascolto. La sensibilità democratica è quasi – si direbbe – un fatto innato: c’è chi la possiede e chi no, per codice genetico. E SSG, diciamolo chiaramente, non sembra possedere questo requisito genetico.Il suo modo di agire parla da solo.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Che roba eh? Amadori, Caramelli, Testai, Cappellini... Facevano così? Non mi sembra di ricordarmelo. Ci voleva una catto-rosyna per fare e per dare il peggio di sé.
E tutta la giunta sugli attenti, perché se no LEI gli fa il trattamento-Mauro, gli leva le strutture e le seggiole di sotto il culo - magari su suggerimento di una segretaria dalla zucca piena, architetta della città proiettata nel nuovo millennio (di guai)...

Anonimo ha detto...

Penso che la democrazia alcune volte abbia degli eccessi o che comunque si cerchi in ogni modo di trovare il pelo nell'uovo in ogni procedimento, specie da parte di alcuni figuri.

Anonimo ha detto...

Il DEMAGOGO odierno ha bisogno continuamente di chi lo sorregga nel suo intento di potere. Svuotate con minuzia le competenze delle assemblee elettive, le uniche deputate alla rappresentazione degli interessi generali in quanto DEMOCRATICAMENTE elette a suffragio universale, non gli rimane che circondarsi di altre entità, allo scopo costituite, per pareggiare un conto che non può e non deve tornare. Non si può paragonare, nè porre sullo stesso livello, il ruolo legittimo di chi appartiene o rappresenta ad una associazione, sia essa di volontariato, sindacale o espressione del mondo economico e imprenditoriale, con le funzioni di un organo eletto, in questo caso il consiglio comunale.

E' fuori da ogni logica democratica e nello stesso tempo pregiudica pesantemente l'assetto istituzionale.

La partecipazione, che non significa informazione o solo comunicazione, ma da queste non può prescindere, funziona proprio quando c'è trasparenza di gestione, facilità di accesso agli atti, chiarezza su chi deve fare e cosa deve fare chi. Cominciamo a vedere come ci si rapporta con i cittadini e come si aiuta e facilita il formarsi di una cultura di partecipazione! Usiamo la rete nel migliore dei modi per informare puntualmente sull'attività dell'ente, per esempio mettendo in rete gli atti - che sono pubblici - e non solo l'oggetto degli stessi.



La partecipazione è comunque cessione di sovranità e non la si può costringere entro maglie che creano rigidità giuridiche.



Alle istituzioni si deve dire che la partecipazione è tale se si mette in discussione equilibri, se “disturba il manovratore”.



E ancora: il processo partecipativo per non essere tale e non asservito a fini poco nobili, deve essere un percorso che rappresenti con oggettività le idee elaborate, e l'oggettività non può veicolare attraverso né il sindaco né la figura di un assessore delegato.



Resta da capire se le associazioni, coinvolte in simili percosi "partecipativi" siano coscienti delle implicazioni istituzionali che mettono in una inopportuna competizione democrazia rappresentativa versus democrazia partecipativa. NO, SI STA FACENDO UN'ENORME CONFUSIONE, non avendo chiaro neppure che un processo partecipativo non può certamente decidere nulla perché sono comunque le istituzioni deputate ad alzare la mano per approvare o bocciare i provvedimenti. Il resto sa tanto di tentativo di addomesticare ulteriormente una assemblea consiliare che viene da chiederesi, nella mentalità di chi propone certe cose, cosa debba stare a fare. Liberi di alzare la mano.
Una cittadina di Quarrata

Anonimo ha detto...

«Penso che la democrazia alcune volte abbia degli eccessi o che comunque si cerchi in ogni modo di trovare il pelo nell'uovo in ogni procedimento, specie da parte di alcuni figuri».

Penso che chi parla così non possa che essere legato al potere con un nodo marinaro di quelli insolubili: una vera e propria vergogna disonorevole di cui - o perché fiancheggiatore del potere o perché succubo e lecchino, se non dipendente - dovrebbe arrossire (anche se rosso, forse, è già... e fin troppo). Negli anni 70 erano i compagni di questo tipo che sparavano a zero su tutto e su tutti: oggi che hanno raggiungo il potere ci hanno offerto un bel paradigma di sana, limpida e corretta amministrazione della cosa pubblica.
I figuri - parola che ha una accezione negativa perché si pensa sempre al'espressione "loschi figuri" - sono coloro che, volendo far credere di essere demcratici, non rispondono mai a niente e a nessuno, perché, raggiunto il potere, credono di essere eternamente giusti e santi. Proprio come questo sindaco e questa giunta.
Se lo figuri e raffiguri bene quel figuro che parla di figuri.

Vanni Fiuggi

Anonimo ha detto...

w lapenna

Anonimo ha detto...

anonimo:....tu e lapenna!