sabato 27 giugno 2009

PARTECIPAZIONE: UNA COMMISSIONE DAVVERO PARTICOLARE.


Per chi non avesse le idee chiare su cosa intenda il Sindaco SSG con il termie partecipazione – e dati anche gli interventi dei lettori sul nostro precedente post – sarà il caso di tornare ancora una volta sull’argomento, visto che, come dicevano gli antichi, repetita iuvant, cioè le cose ripetute fanno bene… alla salute.
E partiamo dai fatti, perché – sempre per abusare di un proverbio latino – verba volant, scripta manent, le parole (del sindaco) volano, ma gli scritti restano: e gli scritti sono cose concrete, sostanze filosofiche (come potrebbe ben insegnarci lo stesso Vincenzo Mauro) sia in forma che in contenuto. Ecco allora il testo del codice da màrtiri, laddove ci viene spiegato come si nomina la commissione per la partecipazione:
Art. 3 – Commissione per la partecipazione (in neretto il testo che va in approvazione il 29 giugno prossimo, e in chiaro – come sempre, del resto… – il nostro discordante commento).
1. La Commissione per la Partecipazione è costituita dal sindaco o suo delegato, dal responsabile del servizio/settore competente per la materia oggetto della partecipazione e da altri tre componenti scelti nella cittadinanza.
La commissione sarà dunque costituita da 5 (cinque!) persone: una vastissima rappresentanza degli oltre 25mila abitanti di Quarrata, se la matematica/aritmetica non è un’opinione. In termini assoluti si tratta dello 0,02% della popolazione. Però attenzione: di questi 5 personaggi, due sono, per così dire, di casa-Comunale: il sindaco o un suo delegato (al limite anche la fedele mazziera del sindaco, sua indefettibile segretaria che spunta un po’ dappertutto come il prezzemolo – era nata anche tra i giovani democratici di Quarrata o GD, come ricorderemo) e il responsabile del servizio/settore competente per la materia oggetto della partecipazione. Quindi: 5 meno 2 = 3. Tre cittadini di Quarrata che corrispondono, in termini di rappresentanza, allo 0,01% della popolazione. Grandioso campione rappresentativo, assolutamente probante e degno di una indagine statistica stile Renato Mannheimer.
Se non è una vera democrazia rappresentativa questa, peste e corna a quei “figuri” che non lo credono, e che possano morire di colpo perché denigrano la grande apertura social-popolare delle forze progressiste quarratine!
2. I componenti scelti nella cittadinanza vengono eletti da un’assemblea composta dai consiglieri comunali e da un rappresentante per ognuno dei soggetti della partecipazione iscritti nel Pubblico Registro.
E veniamo all’elezione dei 3 prediletti da Dio (pardon, dalla sua augusta Signora…). La scelta è effettuata dal consiglio comunale, che conta quanto un due di briscola perché sopravanzato – per non dire subissato, schiacciato, tsunamato – dai rappresentanti (molti di più dei consiglieri stessi) delle varie associazioni iscritte al Pubblico Registro tenuto in Comune.Complimenti a chi ha inventato questa norma che garantisce una rappresentanza scelta direttamente dal popolo così amato dai signori al potere! Ma non è finita: non gettate il telecomando.
3. L’assemblea è convocata e presieduta dal Presidente del Consiglio Comunale. Per la validità dell’Assemblea è necessaria la presenza della maggioranza assoluta dei componenti.
La banda dei cinque (The Famous Five), famosa serie televisiva inglese del 1978) è eletta da una assemblea formata dal Consiglio Comunale e dalla plètora dei rappresentanti delle associazioni del territorio, il tutto presieduto dal presidente del Consiglio Comunale.
4. L’elezione ha luogo per appello nominale a scrutinio segreto. Risultano eletti i primi tre che abbiano riportato il maggior numero di voti dei componenti l’Assemblea.
Questo quarto comma è lo specchio per le allodole, tanto per far credere che tutto nasce da regole ben precise: ma è solo un modo per far tardi; il risultato è scontato come lo è stato per l’elezione del Soreca, perché, tra consiglieri di sinistra e associazioni imbonite da SSG, la Signora ha fatto come le è parso alla faccia del popolo lavoratore.
5. La Commissione rimane in carica per tre anni ed è rinnovabile per un ulteriore periodo di tre anni (così emendato in sede di discussione), ed esercita le sue funzioni fino all’insediamento del successore.
Altra ciliegia sulla torta: mentre Sindaco e Consiglio durano in carica 5 anni, badalì la commissione ne dura sei: così il sindaco di poi s’ha da ciucciare almeno un anno di opposizione in casa propria. Anche questa è un’invenzione giuridica notevole, non vi pare? E notate la forma: fino all’insediamento del successore. Quale sarà successore? Quello di Pietro sul soglio oggi occupato da Benedetto XVI? Quello che prenderà il posto di Franceschini? D’altronde l’italiano non è una cosa da tutti e… pestare sulla tastiera con gli zoccoli il più delle volte non è facile, via…
6. Nessun compenso spetta ai componenti della Commissione, la cui funzione viene svolta a titolo completamente gratuito.
Miracolo! Finalmente non abbiamo niente da dire e niente da eccepire! Sarà contento quell’anonimo che commenta sul blog contro di noi definendoci dei figuri insopportabili e sempre scontenti!
7. Qualora venga effettuata richiesta di sostegno all’Autorità Regionale per la partecipazione, a questa spetta la valutazione finale rispetto all’ammissibilità e all’eventuale richiesta di contributo per la realizzazione del processo partecipativo proposto.
Per concludere – e in ottemperanza al principio della trasparenza amministrativa – ci spieghino o SSG, ovvero la sua solerte segretaria, o in subordine anche il gentile Dott. Aronica, cosa significhi, in buona sostanza, questo 7° comma, scritto con i piedi come buona parte delle leggi e dei regolamenti d’Italia. E comunque l’art. 3, che abbiamo puntualmente chiosato e commentato, sarebbe bene inviarlo al ministero della semplificazione amministrativa proponendo una medaglia d’oro e un assegno ad personam per il funzionario che l’ha scritto.

In conclusione: in un Paese davvero democratico basterebbe solo questo articolo per convincere gli elettori a prendere a fischi, sberleffi & pernacchie le eccelse menti di questo eccellentissimo parto regolamentare.
E questa loro la chiamano PARTECIPAZIONE.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi spiegate perché la commissione della partecipazione deve essere presidetuta dal sindaco o da un suo delegato? Non basta che il sindaco sia digià sindaco? Ha proprio bisogno di essere dappertutto? Ma la democrazia è qtesta?
Più che SSG - come dite voi - noi s'ha un sindaco SS, mi pare.

Vanni Fiuggi

Anonimo ha detto...

E comunque, codesti marchingegni, pseudo-democratici, non prendono più per il culo nessuno. Credete davvero che ai quarratini gliene freghi qualcosa, che ci sia qualcuno disposto a prendere sul serio codesta spazzatura. Se si volesse prendere la questione per un altro corno, vi sarebbe da dire che codesta pseudo partecipazione delegittima il principio di rappresentanza. Non sono infatti, tutti i cittadini, rappresentati democraticamente in C.C.? Che bisogno c'è di codeste trovate carnevalesche? A prescindere dal fatto che una recente finanziaria ha abolito le circoscrizioni, che laddove c'ereno, dovevano , teoricamente, assicurare una più vasta partecipazione essendo organi intermedi di carattere rappresentativo... La partecipazione reale si misura con la presenza dei cittadini alle sedute del C.C.: quanti sono i presenti nel pubblico, tolti gli affezionati? Io credo che se Niccolai continua a lavorare come sta facendo, ovvero con l'entusiasmo che colgo nei suoi scritti, e c'è qualcuno che gli dà una mano, studiando fin d'ora da assessore,...

Anonimo ha detto...

Incominiciamo a far funzionare ciò che c'è e riconoscere ad ognuno il proprio ruolo.
Favorire la partecipazione è senza dubbio una "cessione di sovranità". Se si vuol mettere il cappello su qualsiasi espressione, vogliamo solo una partecipazione addomesticata al sistema che mortifica l'intelligenza dei sinceri democratici. Se deve essere funzionale a chi non riconosce legittimazione e prerogative ad una assemblea democraticamente eletta, e miscola nel mazzo altre esperienze all'uopo coinvolte, a che carte si gioca?