mercoledì 10 giugno 2009

Le prediche di Lefèvre


Si definisce invece contenta, dopo la grande paura delle europee, Sabrina Sergio Gori. «Quando si tratta di votare per chi deve governare il territorio – afferma – si riconosce il buon lavoro svolto dagli amministratori del centrosinistra». Ma la perdita rispetto al 2004, facciamo notare, c’è. «Sono due periodi che secondo me non possono essere paragonati. Il mondo è cambiato in questi 5 anni, ma il risultato delle provinciali ci dà la voglia di continuare a lavorare, pensando al bene comune. Siamo noi l’alternativa al berlusconismo», così sul Tirreno del 9 giugno il Sindaco muto di Quarrata.
Ha ragione nel dire che in questi 5 anni il mondo è cambiato. È cambiato proprio grazie all’amministrazione dei suoi compagni di cordata e di area. Gli elettori hanno saputo così bene riconoscere il buon lavoro di amministratori come lei, che molte roccaforti comuniste sono passate al berlusconismo – come dice SSG – anche nella nostra provincia; e che lei stessa vive e regna nell’unità dello spirito santo di sinistra grazie ad appena 169 voti di scarto in ballottaggio, mentre a Quarrata il berlusconismo (così detto con aria di sufficienza e disprezzo forse ereditata da Rosybindi) supera di gran lunga lo sciagurato PD allo sbando.Sul concetto catto-integralista, infine, di bene comune, non mancheremo di illustrare nei fatti il profondo pensiero filosofico di questo sindaco-medico che avrebbe molto bisogno di curare se stesso prima ancora di venire a predicare ai suoi sciagurati concittadini.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

No gente.... con confondiamo le carte quando si parla di bene comune! non è un concetto, come dite voi, catto-comunista. Il Bene Comune si riferisce a cose ben più serie, ed implica capacità di ricerca, ascolto, mediazione e sintesi su scelte di fondo del nostro vivere quotidiano, avendo come riferimento dei valori. Cose sconosciute, ahinoi, a questa classe dirigente che non fa poco a vivere alla giornata. Alla politica si deve chiedere di guardare un pò più in là del proprio naso, cercando di perseguire il Bene Comune che è bene di tutti, non di una sola parte. Anche stavolta ci sciacquiamo la bocca con parole di cui non si comprende il senso. Che povertà! A Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio...
Amaramente: abbiamo, comunque, la classe dirigente che ci siamo meritati.