giovedì 24 gennaio 2008

L'Italia che sogniamo


Un’Italia diversa, moderata, unita. Un’Italia capace di raccogliere la sfida della transizione senza isterismi, un’Italia capace di coniugare la dialettica politica e l’interesse generale, un’Italia capace di essere protagonista del suo futuro, un’Italia forte e coesa che sa di essere in difficoltà ma che sa anche di potercela fare. E’ l’Italia tratteggiata oggi nel coraggioso editoriale di Ferdinando Adornato per il primo numero di Liberal Quotidiano.
“C’è ancora l’Italia?” si chiede in apertura la nuova creatura della Fondazione Liberal. Sembrerebbe di si, ma è un’Italia che non vogliono raccontarci, che non vogliono farci intravedere. Quello che sognano Adornato e Foa, e noi con loro, è un paese capace di prendere coscienza del fatto che ci sono alcune cose da fare, indipendentemente da chi le propone, per il bene comune di quella che ci ostiniamo a chiamare Nazione. E allora serve davvero un nuovo patto costituente. Se la Carta del 1948 è stata il documento fondante della nostra Patria, adesso serve uno sforzo ulteriore. Questa nazione così giovane e già così vecchia ha bisogno di consacrarsi all’altare dei protagonisti del nostro tempo: per farlo serve una classe dirigente nuova, in grado di capire che il Muro di Berlino è crollato, che le ideologie sono mutate e che c’è bisogno di idee nuove.
Prima fra tutte un’idea diversa di Centrodestra. Una coalizione che dovrà essere capace non solo di vincere le elezioni sfruttando la logica dell’alternanza (tanto chi governa perde sempre) ma anche di vincere la sfida del Governo. Promettere ossessivamente non basta più, occorre realizzare riforme strutturali. Riforme che richiedono sacrifici e grande capacità di sintesi politica e che, proprio per questo, non possono essere fatte da uomini soli al comando contro tutti.
Questo Centrodestra, come questo Paese, non ha più bisogno di Leader. Ha bisogno di Leadership, che è cosa ben diversa. Serve uno sforzo comune perché i guizzi di un grande campione come Berlusconi si inverino in una classe dirigente capace di guidare il processo di cambiamento e di guardare con orgoglio al futuro.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Dite e pensate quello che volete, ma questo Professore settantenne e iracondo e testardo che va a prendersi il voto di sfiducia in Senato per "guardare negli occhi" chi lo manderà a casa, mi fa tornare in mente il motivo per cui un anno e mezzo fa gli ho dato il mio voto.

Mi pare più onesto del suo antagonista e, in fondo, anche più coerente.
Armido

Anonimo ha detto...

Caro Armido con molto rispetto nei suoi confronti voglio dissentire da quanto lei ha detto; Prodi è stato si il premier...ma dell'ostinatezza, dell'arroganza e dell'incompetenza.
Non erano mai state così tante le manifestazioni di dissenso alle quali abbiamo assistito durante l'agonia del suo (mal)governo.
A dirlo non siamo stati noi, come ovvio per il nostro ruolo di opposizione, ma la sua stessa ormai ex-maggioranza che lo ha aspettato in Senato per mettere fine al peggiore governo e al peggiore Presidente del Consiglio della storia repubblicana. per Prodi è caduto per l'implosione dei suoi stessi senatori che hanno preferito scegliere di liberare l'Italia anzichè di mettere in pratica il "resistere, resistere, resistere".....
E' giusto siano gli elettori adesso a dire la loro.

Il carattere del Professore mi ricorda tanto quello del nostro Sindaco...

Con questo Armido e lo dico con grande rispetto e pacatezza ci pensi bene la prossima volta chi votare...al Paese serve una maggioranza responsabile che sappia trasformare le aspettative in realtà.
La saluto cordialmente.

Massimo Bianchi - presidente An Quarrata

Anonimo ha detto...

Caro Massimo,
la stimo molto perchè con lei è possibile ragionare ed è sempre presente su questo blog con interventi molto pacati ed educati.
Non è vero che Prodi sia stato un malgoverno, in Europa è molto stimato.
Nel capitolo riguardante l’Italia si legge: "dopo cinque anni di atonia (calo della crescita da 1,8% nel 2001 a 0,1 % nel 2005) l’economia italiana conosce una ripresa con il 2% di crescita nel 2006 e previsioni attorno al 2% nel 2007………Un insieme di indicatori conferma il ritorno dell’Italia in seno all’Unione europea: ripesa dell’attività industriale; progresso delle esportazioni; calo del tasso di disoccupazione; deficit pubblico tornato al 2,6%."
Il rapporto cita una lunga serie di riforme fatte da questo governo come motore della crescita. Tra le altre: la riforma della funzione pubblica; la riforma delle pensioni; "una fiscalità rimodellata per rilanciare i consumi delle famiglie"; "misure innovative per rendere più flessibile il mercato del lavoro"; "gli sforzi del governo in termini di politica della concorrenza con la liberalizzazione di grandi settori (servizi pubblici locali, taxi, prodotti farmaceutici, servizi notarili, commercio all’ingrosso e al dettaglio, assicurazioni, attività bancarie".

Adesso tocca a voi governare.
Anche voi, se dovessimo andare nella malugurata delle ipotesi alle votazioni senza aver messo mano a questa benedetta legge elettorale, sarete sicuramente avvantaggiati dal lavoro fatto dal governo Prodi.

Con Berlusconi leader? Contenti voi...

Consentitemi una divagazione sul tema, sono stato contento quando ho sentito le parole del presidente di Confindustria Montezemolo pronunciate oggi a Siena:
"Mentre gli imprenditori siciliani combattono contro il pizzo, il governatore della Sicilia Cuffaro viene condannato a 5 anni di reclusione e decide di restare al suo posto".
Queste cose succedono solo in Italia

Grazie, Armido

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu