martedì 23 dicembre 2008

Idiozie politically correct contro il presepe


Da qualche anno, Natale è occasione per l’emergere di una forma ormai cronica di cretinismo del politically correct, che alligna soprattutto nella sinistra. A farne le spese è la tradizione cristiana, colpita nel simbolo più antico e caro: il presepe. Si badi bene, il politically correct non ha problemi con l’albero di Natale e tutta la sua simbologia consumista “pagana”. No: colpisce proprio la rappresentazione sacra del Gesù Bambino, della natività, il momento più dolce, intriso di speranza e di amore del cristianesimo. Quest’anno, il cretinismo politicamente corretto è dilagato a Ravenna, comune di sinistra, dove ben 17 scuole materne su 22 hanno abolito il presepe per non offendere i bambini musulmani. I ravennati, si badi bene, non solo soli nel percorrere questa scelta aberrante: già dal 2006 l’Ikea in Italia, ha comunicato la decisione di non vendere presepi: “Nessun simbolo religioso è in vendita. Siamo un’azienda svedese abbiamo in vendita tanti addobbi natalizi, in particolare quelli per l'albero di Natale, che è un simbolo più trasversale, ma presepi non ne teniamo. L’albero lo fa la maggioranza delle persone, anche nei paesi musulmani. Il presepe, invece, è tipico della tradizione cattolica”. Sempre nel 2006 la scuola materna la ''Casa del bosco'' di Bolzano ha deciso di non far cantare ai propri alunni una canzoncina di Natale, “per non offendere i bambini musulmani”. I genitori italiani sono insorti, ma la decisione è stata irrevocabile: Gesù non ha avuto posto nella recita di Natale 2006. Stessa linea tenuta dalla municipalità di Birmingham, che dal 2006 ha cancellato il nome Christmas dai propri registri rimpiazzandolo con il neologismo Winterval, “Festival d’inverno”, in piena sintonia con il cretinismo buonista di tre quarti delle aziende britanniche, che hanno deciso da anni di non decorare più locali e uffici a Natale per non “disturbare” i fedeli non cristiani. La rilevazione è stata effettuata dallo studio legale Peninsula che ha contattato 2300 responsabili aziendali dei quali il 74% ha deciso di interrompere la tradizione secolare. Il bello è che i primi a scandalizzarsi per questo imbelle rifiuto delle proprie origini e tradizioni cristiane…. sono proprio i musulmani, a partire da quelli di Ravenna, che in sintonia con le organizzazioni musulmane in Svizzera di anni fa, hanno lanciato un appello a non bandire dalle scuole le tradizioni cristiane e soprattutto quelle del Natale: “Una eventuale decisione in questo senso non contribuirebbe alla pace religiosa”. Questo, anche perché, per i Musulmani la Natività vi è stata, perché una intera Sura del Corano è dedicata a Maria e al suo concepimento di Gesù senza contatto con uomo; perché versi poeticissimi sono dedicati da Maometto alla Natività del Cristo sotto una palma. Ma il politically correct della sinistra di oggi è tale proprio perché incolto, ignorante, non curioso, pieno solo di vergogna della storia dell’Europa e delle sue radici cristiane, in preda a un relativismo ormai demente

Carlo Panella il Tempo del 23 dicembre

Nessun commento: