Con il 2008 si è conclusa un’intera fase della storia politica della Toscana. Ormai tutto è cambiato, anche se nelle Giunte apparentemente tutto prosegue come prima. Ma la società toscana si sta ribellando all’egemonia della sinistra e questo vento di profondo cambiamento, che il PdL interpreta, con le elezioni di primavera arriverà anche nel cuore delle Istituzioni e muterà profondamente gli equilibri delle rappresentanze.
L’esplosione della questione morale, che è una dimensione specifica della crisi politica e identitaria della sinistra, fa crollare i vecchi miti e le antiche sicurezze. Essa mostra il volto di governi locali incapaci di tutelare gli interessi generali con scelte coraggiose e coerenti. La paralisi della politica urbanistica a seguito delle vicende di Castello, ma anche di Prato, di Campi Bisenzio, di Monticchiello, di Castagneto e di molte altre realtà toscane scosse da episodi di cattiva amministrazione e dai danni che ne derivano, è l’emblema di una politica incapace di rinnovarsi in quanto prigioniera dello stesso sistema di potere che essa ha, nei decenni, costruito.
La prova più eclatante di questa incapacità di rinnovamento si ritrova nel bilancio di previsione 2009 presentato dalla Giunta regionale. Sui tratta di un documento che sembra predisposto in una fase di ordinaria amministrazione, proprio mentre il mondo è sconvolto da una congiuntura finanziaria eccezionale e tutti i governi nazionali e locali si adoperano per varare provvedimenti adeguati all’emergenza
Ormai non è più possibile negare che esiste un ‘CASO TOSCANA’ all’interno della congiuntura economica nazionale. E si tratta di una situazione grave e pesante che interessa il tessuto sociale e produttivo.
Mentre l’Italia mostra di reggere il campo meglio della grande parte dei Paesi più sviluppati e di Eurolandia, sia per la moderazione del sistema bancario italiano che si è meno esposto degli altri sistemi finanziari senza regole, che per il tempestivo intervento del Governo, tutti gli indicatori economici e in questi giorni in maniera esaustiva il rapporto IRPET testimoniano che la Toscana registra una fase recessiva molto più acuta delle altre Regioni italiane.
Al centro della crisi del modello economico toscano si pone il crollo della capacità di esportare, cioè di competere sul mercato globale. La gravità del problema è sottolineata dal fatto che questo crollo riguarda più o meno tutti i settori, dal tessile al cuoio, pelle e calzature, dalla carta alla meccanica, all'ottica, ai mezzi di trasporto. Nei settori dove le variazioni dei valori esportati sono positive, la crescita è di gran lunga inferiore, anche più della metà rispetto a quella della media nazionale (agricoltura, alimentari, carbone e raffinerie di petrolio).
La Toscana ha problemi peculiari e specifici di competitività ma anche di capacità di buona spesa come dimostra l’avanzo di amministrazione che nel 2008 ammonterà a 900 milioni (il 10% dell’intero bilancio 2009).
Di fronte a questa situazione, fortemente preoccupante, nessuna nuova politica è stata varata per guidare, sollecitare ed accompagnare il profondo cambiamento, l'innovazione, il cambio di marcia di cui la toscana ha bisogno se vuole rimanere nel novero delle regioni trainanti in Italia e in Europa.
Il PdL propone che siano utilizzati subito i 900 milioni di euro dell’avanzo 2008, assieme alla rimodulazione dei fondi strutturali europei secondo nuove scelte prioritarie (quelle dei PIR appaiono alquanto inadeguate per la nuova situazione economico-finanziaria toscane e internazionale) che per noi riguardano in modo specifico la ricaduta sociale della crisi (incremento e rimodulazione degli ammortizzatori sociali, revisione delle politiche per la famiglia), e gli interventi anticiclici (accompagnamento dei processi aziendali o territoriali di riconversione, deindustrializzazione, innovazione, diversificazione produttiva).
È infine necessario rivedere le politiche nei confronti delle risorse comunitarie che oggi la Toscana utilizza solo relativamente ai fondi strutturali, ignorando le gradi opportunità offerte da decine di bandi che potrebbero finanziare progetti specifici, anche di grande entità, espressione di iniziativa privata o della collaborazione tra il pubblico e privato. Questa grave carenza si spiega con l’incapacità di promuovere una progettazione adeguata attraverso la collaborazione di soggetti diversi,chiamati ad operare all’interno di una strategia comune di modernizzazione e sviluppo della società toscana.
Ma una sinistra divisa e rissosa, ancora impregnata di dirigismo, non è credibile per questa prospettiva. Sono temi centrali per la sfida politica che abbiamo lanciato e che troverà nell’anno che sta per aprirsi verifiche e traguardi di straordinaria importanza.
Che per tutti sia un Sereno Natale e uno Splendido 2009.
Alberto Magnolfi
Presidente del Gruppo regionale Fi-PdL
L’esplosione della questione morale, che è una dimensione specifica della crisi politica e identitaria della sinistra, fa crollare i vecchi miti e le antiche sicurezze. Essa mostra il volto di governi locali incapaci di tutelare gli interessi generali con scelte coraggiose e coerenti. La paralisi della politica urbanistica a seguito delle vicende di Castello, ma anche di Prato, di Campi Bisenzio, di Monticchiello, di Castagneto e di molte altre realtà toscane scosse da episodi di cattiva amministrazione e dai danni che ne derivano, è l’emblema di una politica incapace di rinnovarsi in quanto prigioniera dello stesso sistema di potere che essa ha, nei decenni, costruito.
La prova più eclatante di questa incapacità di rinnovamento si ritrova nel bilancio di previsione 2009 presentato dalla Giunta regionale. Sui tratta di un documento che sembra predisposto in una fase di ordinaria amministrazione, proprio mentre il mondo è sconvolto da una congiuntura finanziaria eccezionale e tutti i governi nazionali e locali si adoperano per varare provvedimenti adeguati all’emergenza
Ormai non è più possibile negare che esiste un ‘CASO TOSCANA’ all’interno della congiuntura economica nazionale. E si tratta di una situazione grave e pesante che interessa il tessuto sociale e produttivo.
Mentre l’Italia mostra di reggere il campo meglio della grande parte dei Paesi più sviluppati e di Eurolandia, sia per la moderazione del sistema bancario italiano che si è meno esposto degli altri sistemi finanziari senza regole, che per il tempestivo intervento del Governo, tutti gli indicatori economici e in questi giorni in maniera esaustiva il rapporto IRPET testimoniano che la Toscana registra una fase recessiva molto più acuta delle altre Regioni italiane.
Al centro della crisi del modello economico toscano si pone il crollo della capacità di esportare, cioè di competere sul mercato globale. La gravità del problema è sottolineata dal fatto che questo crollo riguarda più o meno tutti i settori, dal tessile al cuoio, pelle e calzature, dalla carta alla meccanica, all'ottica, ai mezzi di trasporto. Nei settori dove le variazioni dei valori esportati sono positive, la crescita è di gran lunga inferiore, anche più della metà rispetto a quella della media nazionale (agricoltura, alimentari, carbone e raffinerie di petrolio).
La Toscana ha problemi peculiari e specifici di competitività ma anche di capacità di buona spesa come dimostra l’avanzo di amministrazione che nel 2008 ammonterà a 900 milioni (il 10% dell’intero bilancio 2009).
Di fronte a questa situazione, fortemente preoccupante, nessuna nuova politica è stata varata per guidare, sollecitare ed accompagnare il profondo cambiamento, l'innovazione, il cambio di marcia di cui la toscana ha bisogno se vuole rimanere nel novero delle regioni trainanti in Italia e in Europa.
Il PdL propone che siano utilizzati subito i 900 milioni di euro dell’avanzo 2008, assieme alla rimodulazione dei fondi strutturali europei secondo nuove scelte prioritarie (quelle dei PIR appaiono alquanto inadeguate per la nuova situazione economico-finanziaria toscane e internazionale) che per noi riguardano in modo specifico la ricaduta sociale della crisi (incremento e rimodulazione degli ammortizzatori sociali, revisione delle politiche per la famiglia), e gli interventi anticiclici (accompagnamento dei processi aziendali o territoriali di riconversione, deindustrializzazione, innovazione, diversificazione produttiva).
È infine necessario rivedere le politiche nei confronti delle risorse comunitarie che oggi la Toscana utilizza solo relativamente ai fondi strutturali, ignorando le gradi opportunità offerte da decine di bandi che potrebbero finanziare progetti specifici, anche di grande entità, espressione di iniziativa privata o della collaborazione tra il pubblico e privato. Questa grave carenza si spiega con l’incapacità di promuovere una progettazione adeguata attraverso la collaborazione di soggetti diversi,chiamati ad operare all’interno di una strategia comune di modernizzazione e sviluppo della società toscana.
Ma una sinistra divisa e rissosa, ancora impregnata di dirigismo, non è credibile per questa prospettiva. Sono temi centrali per la sfida politica che abbiamo lanciato e che troverà nell’anno che sta per aprirsi verifiche e traguardi di straordinaria importanza.
Che per tutti sia un Sereno Natale e uno Splendido 2009.
Alberto Magnolfi
Presidente del Gruppo regionale Fi-PdL
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