DAL CIELO sopra Gomorra, la campagna appare butterata di cave e discariche. Ferita, insozzata, contaminata nella sua antica e persistente bellezza. Ma solo chi la conosce a menadito come il vicequestore aggiunto Ciro Lungo, della Forestale di Napoli, può discernere tra cicatrici vecchie e nuove, leggere i segni sul terreno per preparare altre segnalazioni alla magistratura, ennesimi sequestri. E aggiungere così grammi di speranza a chi non sè arreso allo scempio del cedere ai tenutari delle ecomafie quella che nel 2002 Legambiente ribattezzo «la terra dei fuochi».GRAZIE anche allutilizzo delle intercettazioni, che dal 2002 al 2008 hanno reso possibile linvio di 600 ordinanze di custodia cautelare e la denuncia di 2.196 persone (ma che senza una deroga alla prossima stretta alle intercettazioni potrebbero essere presto un ricordo), le ecomafie hanno subìto un colpo duro. Per le forze dellordine è un buon momento. Al colpo sferrato il 19 dicembre dal Noe dei carabinieri arrestate 20 persone che trafficavano e incendiavano, spargendo diossine, centinaia di balle di stracci fa seguito una ennesima operazione della Forestale che ieri, utilizzando lelicottero, ha scoperto almeno tre nuove aree in cui , osserva il vicequestore Lungo che ha diretto loperazione, «ci sono forti indizi di estrazione abusiva della preziosa terra nera vesuviana e di contemporaneo sversamento di rifiuti tossici e nocivi». Lelicottero va a colpo sicuro, coadiuvato a terra da tre pattuglie delle stazioni di Ottaviano, Boscoreale e Marigliano, nei territori a rischio.PRIMA, a Marigliano, è ritrovato e sequestrato uno sversamento di balle di stracci, che sconcia uno dei «Regi lagni», i canali costruiti a partire dal 1600 per dare un regime idraulico e bonificare la zona, ma utilizzati negli ultimi trentanni per ogni tipo di nefandezza ambientale. Poi piega verso il Parco del Vesuvio. Sulle cui pendici, a Somma Vesuviana, in una cava già sequestrata, fa la prima grande scoperta della giornata: una grande voragine appena colmata da uno sversamento di materiale ignoto, e da una colata di terra fresca che un bulldozer arancione sta ancora livellando. E una novità assoluta. Quando lelicottero arriva è il fuggi fuggi, ancor prima che la pattuglia a terra giunga in zona. Ma la magistratura avrà da lavorare. Poco più su, in località Ammendolara, ecco una nuova colata di rifiuti che in pieno parco sfregia un costone. La presenza di unautobotte fa temere che oltre a rifiuti solidi siano stati sversati anche rifiuti liquidi. E il vicequestore filma tutto. «ADESSO alla massima velocità, perché a Terzigno dobbiamo prenderli di sorpresa», dice Longo al pilota. E così è. Scendiamo veloci e bassi vicino a cava Vitiello, sito legittimo di 40 ettari, fendendo i roghi maleodoranti che si alzano dai costoni. Sullobiettivo, puntuale, cè una voragine semiaperta. Ci sono mezzi e una benna, cè segno di cingoli sul bordo del costone e una colata di materiale da analizzare. Carte alla mano è roba nuova. E il vicequestore filma ancora. Ma qui non cè anima viva e la pattuglia a terra non può bloccare nessuno: ci penseranno le indagini, magari. Longo decide di fare un altro mezzo giro attorno al Vesuvio e su Ercolano va a verificare di sorpresa una segnalazione su di una cava alla quale è stata tolta lautorizzazione. LINTUIZIONE è giusta, perché lattività di estrazione e di probabile interramento di rifiuti è in pieno svolgimento. Alla vista dellelicottero un camion che stava per scaricare viene ricoperto di corsa e si allontana (ma è stato puntualmente filmato, targa compresa) mentre è un fuggi fuggi di un gruppo di lavoratori. E anche qui viene mandata una pattuglia. In unora di volo tutte le segnalazioni hanno dato risultati.«E ha anche prodotto un effetto di detererrenza», sottolinea Longo. Limpressione è che dando loro strumenti tecnici e normativi e risorse adeguate la Forestale, il Noe carabinieri, la Guardia di finanza la battaglia possano affrontarla e vincerla. Ma senza strumenti adeguati e risorse costanti a vincere saranno ancora e sempre le ecomafie, offuscando ancora di fumi il bel cielo sopra Gomorra.
dallinviato ALESSANDRO FARRUGGIA, Napoli, La Nazione, 30 Dicembre 2008
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