ORA SI SCOPRE CHE L’82% DEI 2,4 MILIARDI DEL BONUS PER LE FAMIGLIE FINIRANNO A PENSIONATI SINGLE E A FAMIGLIE SENZA FIGLI… I CRITERI RELATIVI AL REDDITO ERANO SBAGLIATI…PER RIMEDIARE TORNA IN AUGE IL DUCE CHE AVEVA CREATO GLI ASSEGNI FAMILIARI
Forse qualcuno al Ministero dell’Economia pensava ancora alle famiglie del profondo Sud che mettevano al mondo anche sei figli.Forse nessuno ha fatto presente che distribuire i 2,4 miliardi del bonus per le famiglie in base agli scaglioni di reddito individuati avrebbe dovuto presupporre che la famiglia numerosa in Italia esistesse ancora.Fatto sta che ora, dopo aver approvato la norma, preparato gli stampati e messo in moto il meccanismo, qualche dirigente preciso ha rifatto bene i conti e, come denuncia l’Associazione delle Famiglie numerose, in realtà i nuclei familiari italiani non vedranno un euro.Una gaffe colossale, dopo aver spacciato il provvedimento come un toccasana per le famiglie in difficoltà.Si calcola che ben l’82% dei 2,4 miliardi stanziati finiranno ai pensionati single e alle famiglie senza figli. Un paradosso, una figura barbina che dovrebbe forse far meditare a qualcuno le dimissioni ( e quando mai…).Vi spieghiamo meglio. Il bonus è una misura straordinaria, erogato una volta sola. Non è concesso ai single a meno che non siano pensionati e con reddito da pensione.Il valore del bonus è variabile a seconda dei redditi dell’intero nucleo e della composizione dello stesso. Ecco le cifre elargite. Duecento euro per il nucleo con unico componente e reddito da pensione non superiore a 15mila euro; 300 euro per due persone e reddito entro 17mila euro; 450 euro per nucleo di tre persone e reddito entro 17mila euro; 500 euro per nucleo di 4 persone e reddito entro 20mila euro; 600 euro per nucleo familiare di 5 persone e reddito non superiore a 20mila euro; 1.000 euro per nucleo oltre 5 persone e reddito entro 22mila euro oppure con componenti portatori di handicap e reddito entro 35mila euro.Dove sta l’inghippo? Un esempio: se un pensionato vive da solo e guadagna 15mila euro ha diritto al bonus, se uno invece guadagna 22mila euro e ha 5 figli non prende una mazza.Se ha due figli e guadagna 21mila euro stesso discorso: neanche un euro.Insomma i redditi fissati erano così bassi che pochissime famiglie in Italia vedranno un euro: ottimo risultato anche questa volta.Non solo, andiamo oltre. Un gruppetto di deputati del PdL, guidati dal toscano Gabriele Toccafondi ( nome emblematico per un provvedimento con cui si è toccato davvero il fondo…) si accorge che la norma è completamente sballata e cerca di rimediare con una serie di emendamenti.Nulla da fare: il Governo ammette di aver incasinato i conti ma non è più in condizioni di rimediare: i moduli ormai sono stampati e non si poteva ora fare la figura di togliere i quattrini che molti pensionati poveri ormai contano di ricevere.Come si può rimediare alla figuraccia, si sono chiesti in molti?Ecco che viene in soccorso la buonanima del Duce, sì proprio il cav. Benito Mussolini che in tempi non sospetti e senza grandi economisti al proprio fianco, nel lontano 1934, aveva introdotto, a tutela dei lavoratori, con il contratto collettivo dell’industria, l’istituto degli assegni familiari.In pratica un’integrazione al reddito che prende a riferimento il numero dei componenti del nucleo familiare ( sia figli che genitori).Dopo la riforma di de Mita, tramite il datore di lavoro, lo Stato assegna un’integrazione attualmente a circa 2 milioni di lavoratori con figli a carico, in base a determinati parametri di reddito.Ora il Governo, su imput di alcuni deputati, cercherà di rimediare in parte alla gaffe integrando i fondi degli assegni familiari con la cifra di 350 milioni di euro.Intendiamoci, rispetto ai 2,4 miliardi previsti è una piccola goccia, ma ormai gli altri si sono volatilizzati per altri lidi.Attualmente l’assegno familiare oggi oscilla tra i 30 e 100 euro a lavoratore avente diritto. Facciamo un esempio concreto: il lavoratore con nucleo familiare composto da padre, madre e due figli con un reddito di 16.000 euro, prende attualmente 46 euro in più al mese.Sorge spontanea una domanda: non era meglio integrare questi assegni familiari subito, invece che sbagliare completamente i parametri del bonus anti crisi?Mah… forse si sarà opposto a suo tempo Fini, temendo che la manovra amarcord di ritornare alle idee di Mussolini potesse costituire un pericoloso rigurgito fascista…O più semplicemente qualcuno ha preso lucciole per lanterne, come al solito…
http://rfucile.altervista.org/
Forse qualcuno al Ministero dell’Economia pensava ancora alle famiglie del profondo Sud che mettevano al mondo anche sei figli.Forse nessuno ha fatto presente che distribuire i 2,4 miliardi del bonus per le famiglie in base agli scaglioni di reddito individuati avrebbe dovuto presupporre che la famiglia numerosa in Italia esistesse ancora.Fatto sta che ora, dopo aver approvato la norma, preparato gli stampati e messo in moto il meccanismo, qualche dirigente preciso ha rifatto bene i conti e, come denuncia l’Associazione delle Famiglie numerose, in realtà i nuclei familiari italiani non vedranno un euro.Una gaffe colossale, dopo aver spacciato il provvedimento come un toccasana per le famiglie in difficoltà.Si calcola che ben l’82% dei 2,4 miliardi stanziati finiranno ai pensionati single e alle famiglie senza figli. Un paradosso, una figura barbina che dovrebbe forse far meditare a qualcuno le dimissioni ( e quando mai…).Vi spieghiamo meglio. Il bonus è una misura straordinaria, erogato una volta sola. Non è concesso ai single a meno che non siano pensionati e con reddito da pensione.Il valore del bonus è variabile a seconda dei redditi dell’intero nucleo e della composizione dello stesso. Ecco le cifre elargite. Duecento euro per il nucleo con unico componente e reddito da pensione non superiore a 15mila euro; 300 euro per due persone e reddito entro 17mila euro; 450 euro per nucleo di tre persone e reddito entro 17mila euro; 500 euro per nucleo di 4 persone e reddito entro 20mila euro; 600 euro per nucleo familiare di 5 persone e reddito non superiore a 20mila euro; 1.000 euro per nucleo oltre 5 persone e reddito entro 22mila euro oppure con componenti portatori di handicap e reddito entro 35mila euro.Dove sta l’inghippo? Un esempio: se un pensionato vive da solo e guadagna 15mila euro ha diritto al bonus, se uno invece guadagna 22mila euro e ha 5 figli non prende una mazza.Se ha due figli e guadagna 21mila euro stesso discorso: neanche un euro.Insomma i redditi fissati erano così bassi che pochissime famiglie in Italia vedranno un euro: ottimo risultato anche questa volta.Non solo, andiamo oltre. Un gruppetto di deputati del PdL, guidati dal toscano Gabriele Toccafondi ( nome emblematico per un provvedimento con cui si è toccato davvero il fondo…) si accorge che la norma è completamente sballata e cerca di rimediare con una serie di emendamenti.Nulla da fare: il Governo ammette di aver incasinato i conti ma non è più in condizioni di rimediare: i moduli ormai sono stampati e non si poteva ora fare la figura di togliere i quattrini che molti pensionati poveri ormai contano di ricevere.Come si può rimediare alla figuraccia, si sono chiesti in molti?Ecco che viene in soccorso la buonanima del Duce, sì proprio il cav. Benito Mussolini che in tempi non sospetti e senza grandi economisti al proprio fianco, nel lontano 1934, aveva introdotto, a tutela dei lavoratori, con il contratto collettivo dell’industria, l’istituto degli assegni familiari.In pratica un’integrazione al reddito che prende a riferimento il numero dei componenti del nucleo familiare ( sia figli che genitori).Dopo la riforma di de Mita, tramite il datore di lavoro, lo Stato assegna un’integrazione attualmente a circa 2 milioni di lavoratori con figli a carico, in base a determinati parametri di reddito.Ora il Governo, su imput di alcuni deputati, cercherà di rimediare in parte alla gaffe integrando i fondi degli assegni familiari con la cifra di 350 milioni di euro.Intendiamoci, rispetto ai 2,4 miliardi previsti è una piccola goccia, ma ormai gli altri si sono volatilizzati per altri lidi.Attualmente l’assegno familiare oggi oscilla tra i 30 e 100 euro a lavoratore avente diritto. Facciamo un esempio concreto: il lavoratore con nucleo familiare composto da padre, madre e due figli con un reddito di 16.000 euro, prende attualmente 46 euro in più al mese.Sorge spontanea una domanda: non era meglio integrare questi assegni familiari subito, invece che sbagliare completamente i parametri del bonus anti crisi?Mah… forse si sarà opposto a suo tempo Fini, temendo che la manovra amarcord di ritornare alle idee di Mussolini potesse costituire un pericoloso rigurgito fascista…O più semplicemente qualcuno ha preso lucciole per lanterne, come al solito…
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