domenica 6 febbraio 2011

IL PUNTO (INGANNEVOLE)


06. LA PARTECIPAZIONE DELLA GIUNTA DELLE ‘TRECCIAOLE’
Domenica 6 febbraio 2011

Razionalizzare gli sprechi, controllare a tappeto le dichiarazioni Isee, affittare strutture comunali, promuovere la cura volontaria di giardini e spazi pubblici, ridurre le pubblicazioni, razionalizzare il trasporto scolastico. Tante le proposte emerse dai cittadini per arginare nel bilancio 2011 i 650mila euro di tagli imposti dal governo. Una però è risultata imprescindibile: i servizi sociali non si toccano. Così Marta Quilici sul Tirreno di oggi, 6 febbraio.
Ma la sostanza non cambia: il percorso partecipativo del peggio Sindaco di Quarrata è stato e resta un flop condiviso da un’infima rappresentanza della popolazione di una città che ha buttato via una decina e passa di milioni delle vecchie lire (7-8mila euro) per arrivare ad avere delle risposte sostanzialmente insignificanti: come lo sono quelle di pochi su una massa infinita di elettori.
Sarebbe interessante, a questo proposito, sapere cosa ne penserebbe la Signora Sabrina di una Giunta scelta, per la sua città-posto in cui si vive bene, dallo stesso numero di persone (più o meno una cinquantina) che le hanno votato questa forma di partecipazione del menga.
Sarebbe contenta la Sabrina se in 50 decidessero di dimissionarla, mandarla a casa a calci – lei e i suoi nanetti – e sistemare sul trono altra gente più brava di lei e meno supponente?
Dato per scontato un chiaro no della Sabrina, ci dobbiamo porre di nuovo delle domande di buon senso:
  • chi crede di prendere in giro il Sindaco con questi suoi marchingegni?
  • come si permette di rivolgersi alla sua gente con queste furberie da quattro soldi?
  • perché pensa che noi possiamo ascoltare – senza scoppiare a ridere – certe esternazioni di un assessore come la Giovannetti che è – evidentemente – lì solo perché prona al Sindaco e succuba dello stesso?
Basta sentire cosa dichiara sul Tirreno per capire di cosa stiamo parlando:
«L’assessore Giovannetti ha annunciato l’intenzione di estendere il percorso in futuro anche su altri ambiti, ma ha difeso il percorso come alternativa alle assemblee pubbliche “in cui ha voce solo chi grida più forte e chi si autoproclama fautore della partecipazione. Noi volevamo sentire la gente comune”»: per chi non lo avesse capito questo significa che la Giunta non ha intenzione di ascoltare nessuno se non chi le garantisce il consenso, pilotato o meno, ma solo consenso.
La Sabrina ha paura della gente: lo si vede da come non la riceve, da come non la ascolta, da come non si mette a sua disposizione.
Torna dunque a pennello quanto dichiarava due sere fa l’ex-assessore Burchietti nello spazio dell’Agorà: che questa Giunta non ha niente di democratico, che non vuol saperne di confrontarsi con la gente, che non ha mai avuto intenzione di presentarsi alle assemblee, ma predilige l’applauso guidato dall’alto con forme – come queste della partecipazione dell’ultim’ora – con cui darla a bere al popolo; che non essendo scemo, non ci crede e non si presenta alla chiamata.
Per concludere, questa non è una Giunta.
Assomiglia di più a un gruppo di comari a veglia da una padrona di casa che detta le regole a cui gli invitati obbediscono mentre chiacchierano e continuano – come le trecciaiole della Covizzoli – a intrecciare fili di paglia per i cappelli di Firenze.

Sennò non saranno mai più invitate a casa della padrona…

Buona domenica democratica!

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