Tra le prises de cul che questa amministrazione rivolge ogni giorno ai suoi elettori, stamattina torna in auge la discussa questione della via di Montemagno, alla quale Marta Quilici, sul Tirreno, dedica un’apertura di pagina.
Il problema è che queste sono storie infinite e, come ricorda la Quilici, la strada – oggi ricontestatissima per tutte le sue oscene buche –, nonostante le molte promesse per diversi anni, è ancora lì come una specie di antinferno dantesco: sforramenti dappertutto e muri che cadono in mezzo alla via.
Era stata, questa strada, il cavallo di battaglia dell’ex-assessore Franco Burchietti, che aveva promesso che, con il ricavato della vendita delle scuole di Montemagno, si sarebbe sistemata la carreggiata, in abbandono da più di quindici anni.
Solo che Burchietti non era gradito a Dio – pardon, alla dea Sabrina! – e, come tutti sappiamo, è stato fatto fuori per una fanciullina più buona, obbediente e allineata come la Giovannetti.
Così i Montemagnesi sono rimasti a denti secchi.
Nel frattempo già lo scorso anno il Comune ha buttato diverse migliaia di euro in toppe e rattoppi. Perché questa è l’etica e l’ottica della Giunta Sergio Gori: buttar via quattrini a pizzicotti, per cui si vedono meno, ma se ne butta via di più. Che volpi!
Intanto il buon Mazzanti – anche lui giovincello di buone speranze, che sa non mordere la sua padrona, ma starle ossequiosamente alle spalle – ha dichiarato pubblicamente che la via di Montemagno è costantemente monitorata dall’amministrazione.
È la posizione intelligente del Pd: mettersi lì con una macchina fotografica in mano e aspettare che venga giù tutto.
Complimenti per l’acutezza d’ingegno, compagni!
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