sabato 19 febbraio 2011

ROSSO DI VERGOGNA: UN ALTRO ACQUISTO DEL PARTITO DEGLI ACCATTONI


PARLA ROBERTO ROSSO, TORNATO NEL PDL: “I FUTURISTI VANNO A DESTRA, IO SONO LIBERALE, VERDINI MI HA CONVINTO”…”SILVIO MI HA SEMPRE VOLUTO BENE E POI E’ SALESIANO COME MIO ZIO”…. HA AVUTO GARANZIA DI INCARICHI DI ALTO LIVELLO

“Rifletti bene - mi ha detto Verdini - è l’ora della responsabilità.Te la senti di premere il pulsante contro Silvio? Te la senti? Non è più facile ricomporre i dissidi e rientrare da noi?”.

In quel preciso istante, quando cioè si stava per votare alla Camera l’autorizzazione a perquisire Spinelli, cassaforte mobile di Berlusconi, la mano di Verdini si è poggiata sulla sua spalla e il corpo di Roberto Rosso ha avuto un fremito.

“Sono andato da Gianfranco Fini e gli ho detto: non me la sento”.L’affetto per Berlusconi è speciale.“Mi ha sempre voluto bene, tanto bene. Le divergenze erano sorte per beghe locali in Piemonte”.

C’è anche un legame spirituale che in qualche modo la connette al premier.

“Si sa che lui è un salesiano fervente”.

E lei è…

“… San Giovanni Bosco è mio prozio”

Sembra niente, ma anche queste cose contano.

“Fini è un galantuomo, ha capito”.

Il suo è stato un momento di sbandamento.

“Una reazione alla piccola difficoltà“.

Si sente che è liberato da un peso che rendeva pesanti i suoi passi.

“Il mio rapporto con Berlusconi è meraviglioso, inossidabile, denso, felice”.

La bega locale di Torino aveva del resto le dimensioni di una cosuccia.

“Totalmente superata, abbiamo splendidamente risolto”.

La trasferta in Futuro e libertà è durata quattro mesi.

“Sa cosa le dico? Io sono liberale e davvero al congresso di Milano ho avvertito una virata a destra. Brrrr

Sembrava invece che Fini virasse a sinistra.

“No, a destra. Sentivo che gli amici di Fli avevano bisogno di ritornare alla propria identità missina”.

La sua casa è Forza Italia, il popolo della libertà.

“Ho riflettuto per tempo e il dilemma è sempre stato questo: continuo a stare in questo partito o ritorno a casa?”.

Rifletti bene, le ha ripetuto con affetto Verdini.

“E ho scelto. Fini è un galantuomo, squisito”.

E lei, nipote del santo, è amico del premier salesiano (temporaneamente peccatore).

“Il mio tragitto politico è lineare”.

Prega?

“In che senso?”

Pratica, frequenta? O è uno di quei cattolici adulti.

“Parecchie volte vado a messa. Ma perché me lo chiede?”.

Per via di San Giovanni Bosco.

“A messa anche a Roma”.

Berlusconi l’ha infine abbracciata.

“Certo, è stato bello”.

Fini più gelido.

“Una stretta di mano. Però gentile”.

Antonello Caporale(da “La Repubblica“)


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