domenica 27 febbraio 2011

IL PUNTO (FRA LE BUCHE)


20. VIA SCOPETANA ABBANDONATA A Sé

Domenica 27 febbraio 2011

Vi ribattiamo questo articolo di Marta Quilici comparso oggi – 27 febbraio – sul Tirreno.

Ve lo proponiamo perché vediate, se non leggete la cronaca, cosa accade in questo meraviglioso Comune che spende 20 milioni di €uro per il Piuss, ma ha problemi di fiumi che non tengono; di strade sugli argini, lungo le quali i disabili finiscono nella Stella e rischiano di affogare; di fossoni, come la Galigana, che ha inondato i residenti fino a ieri l’altro; di parcheggi nelle varie frazioni (Catena per esempio o Casini, ma anche altrove e da più parti); di mancanza di acquedotti e fognature e depuratori e linee di metano.

Ma questo è il paese dove nascono tanti bambini, dove si sta bene e dove il Sindaco crede di poter fare quello che vuole a dispetto di tutto e di tutti. E dove il Sindaco si muove solo per un ufficio postale – ma unicamente se riguarda il paese del suo braccio destro in Consiglio, il capogruppo del PD Romiti.

Ecco il paese della democrazia partecipativa, dove l’amministrazione sa ascoltare i cittadini e dare adeguate risposte ai loro bisogni.

Leggete bene e… buona domenica!

* * *

Stretta e piena di buche una strada dimenticata al confine tra due comuni

«Sono anni che aspettiamo un intervento Un pericolo costante per ciclisti e scooter»

QUARRATA. «Una strada abbandonata, periferica, della quale non interessa niente a nessuno. Sono anni che chiedo interventi al Comune, ma non è mai stato fatto niente». Il signor Giacomo abita da molti anni in via Scopetana, a Forottoli, e denuncia una serie di disagi: manto stradale in pessime condizioni con buche e avvallamenti profondi, strada stretta e mai allargata da decenni.

E che non riesce a tenere il ritmo di un traffico in continuo aumento tra auto di residenti e mezzi pesanti.

«Sono andato tante volte dall’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Quarrata, e anche in Comune a Serravalle, ma non è mai servito a niente. Fanno le fioriere in centro, ma per i luoghi periferici come Forrottoli nessuno si mobilita mai. Siamo al confine tra Quarrata e Casalguidi, e, infatti, il tratto peggiore della strada è proprio quello di circa un centinaio di metri che scende fino al ponticino che delimita il confine».

«Qui – prosegue – ci sono buche profonde a cui ormai non servono più neppure le toppe di catrame. Sono veramente pericolose per i ragazzi in scooter, ma anche per i molti ciclisti che percorrono la strada: vengono giù dalle colline a velocità sostenuta, senza sapere che l’asfalto è così rovinato. Improvvisamente si trovano di fronte avvallamenti e fosse che, prese male, potrebbero essere davvero molto pericolose».

I problemi ci sono anche quando piove.

«La strada diventa un fiume perché dalle parti non ci sono i fossi di scolo e, ovviamente, l’acqua contribuisce a rovinare l’asfalto oltre che a creare un disagio sul momento».

E aggiunge.

«Io abito in via Scopetana da 32 anni, e in questo arco di tempo il numero degli abitanti è aumentato, sempre più frequentemente ci passano i lavoratori con i camion e i vivaisti con le piante, ma nessuno fa niente per migliorare le condizioni della strada».

I problemi ci sono anche sul fronte di Casalguidi, dove, qualche anno fa, sono state costruite delle abitazioni a ridosso della strada.

«Adesso è impossibile ampliarla: è ancora delle dimensioni e della fattezza di quando ci passava il barroccio. Ma il traffico adesso è un po’ cambiato da allora!».

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sabato 26 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: MAZZANTI ‘A TEMPO PIENO’


Onore al merito


Da quand’è andato dritto alla pensione,
il buon Mazzanti ovunque ora è presente:
te lo ritrovi sempre fra la gente
e d’ogni evento è primo testimone.

Al suo posto la Sabry ce lo pone:
e lui corre e scodinzola talmente,
che ci commuove, perché lui si sente
investito da santa ispirazione.

Se continua così sopra ogni breccia,
finirà che perfin spunterà fuori
con la granata in mano per le vie:

sarà lui, più veloce di una freccia,
a pulire i coriandoli, o signori:
sarà assai bravo in queste opere pie.

E come fan le zie,
finirà col pulire, una mattina,
perfin la casa della sua Sabrina!

Pasquino da Tizzana

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venerdì 25 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA GIUNTA DEI MONITORAGGI


Tra le prises de cul che questa amministrazione rivolge ogni giorno ai suoi elettori, stamattina torna in auge la discussa questione della via di Montemagno, alla quale Marta Quilici, sul Tirreno, dedica un’apertura di pagina.

Il problema è che queste sono storie infinite e, come ricorda la Quilici, la strada – oggi ricontestatissima per tutte le sue oscene buche –, nonostante le molte promesse per diversi anni, è ancora lì come una specie di antinferno dantesco: sforramenti dappertutto e muri che cadono in mezzo alla via.

Era stata, questa strada, il cavallo di battaglia dell’ex-assessore Franco Burchietti, che aveva promesso che, con il ricavato della vendita delle scuole di Montemagno, si sarebbe sistemata la carreggiata, in abbandono da più di quindici anni.

Solo che Burchietti non era gradito a Dio – pardon, alla dea Sabrina! – e, come tutti sappiamo, è stato fatto fuori per una fanciullina più buona, obbediente e allineata come la Giovannetti.

Così i Montemagnesi sono rimasti a denti secchi.

Nel frattempo già lo scorso anno il Comune ha buttato diverse migliaia di euro in toppe e rattoppi. Perché questa è l’etica e l’ottica della Giunta Sergio Gori: buttar via quattrini a pizzicotti, per cui si vedono meno, ma se ne butta via di più. Che volpi!

Intanto il buon Mazzanti – anche lui giovincello di buone speranze, che sa non mordere la sua padrona, ma starle ossequiosamente alle spalle – ha dichiarato pubblicamente che la via di Montemagno è costantemente monitorata dall’amministrazione.

È la posizione intelligente del Pd: mettersi lì con una macchina fotografica in mano e aspettare che venga giù tutto.

Complimenti per l’acutezza d’ingegno, compagni!

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giovedì 24 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: SANTONUOVO, LA POSTA DEI MIRACOLI



Dobbiamo davvero ringraziare Poste Italiane perché, anche se funzionano particolarmente male, anche se consegnano la corrispondenza quando vogliono, anche se per spedire una lettera ordinaria da Pistoia a Pistoia o da Quarrata a Quarrata, la mandano al centro di smistamento di Firenze per farla poi tornare indietro: ma però – anche se non si dice – sono in grado di fare miracoli!
Premessa numero uno: sia chiaro che noi siamo per fare restare la posta a Santonuovo e ci schieriamo da parte della gente che ha bisogni reali e non ciacce come quelle dei nostri amministratori.
Premessa numero due: il miracolo è quello di far parlare il Romitino in prima persona – ma forse lo ha fatto solo perché anche lui è del Santonuovo e non per altro.
Premessa numero tre: il miracolo maggiore è stato quello di rendere la voce ad Arianna Benigni che, in molto minor tempo di quello che ha impiegato per l’infelice partecipazione-2 della Sabrina, è riuscita a produrre questo comunicato apparso oggi sul Tirreno:

POSTE DI SANTONUOVO
Il Pd scende in campo
«La direzione ci ripensi»

QUARRATA. Il Pd quarratino interviene sulla chiusura dell’ufficio postale di Santonuovo all’uso privato. «L’Unione comunale del Partito democratico di Quarrata e il circolo Pd Santonuovo esprimono forte preoccupazione per la paventata decisione della direzione centrale di Poste Italiane di chiudere a Santonuovo il servizio ai cittadini e utilizzare tale sede solo per le imprese» si legge nella nota stampa firmata dal segretario comunale Arianna Benigni (nella foto).
«Consideriamo lodevole e sosteniamo l’iniziativa del consigliere provinciale, e capogruppo in consiglio comunale di Quarrata, Gabriele Romiti. Auspichiamo che le sue proposte di una disponibilità da parte di Poste Italiane ad un incontro pubblico organizzata dal consigliere nella frazione, e di mantenimento di uno sportello per il servizio al cittadino, o la sperimentazione fino a fine anno di uno sportello rivolto al privato, abbiano un riscontro positivo. Certi che non prevalga nella direzione centrale unicamente la logica dell’utile aziendale ma che si consideri la necessità di fornire al cittadino un servizio tenendo presente quale importanza esso ricopra anche nelle zone periferiche. Servizio – sottolineano dal Pd – indispensabile per i residenti anziani e per le persone con difficoltà negli spostamenti».

Diavolo che amministratori che abbiamo, gente! Forse non c’era bisogno, per parlare, del timbro della segretaria Pcus Vannelli!
Con tutti i problemi che ci sono a Quarrata – dove non torna in solo tassello del mosaico e dove è tutta una polemica su tutto; dove il peggio Sindaco non riesce a farsi ascoltare nemmeno da Poste Italiane, che hanno risposto che andranno a diritto – l’unica materia su cui il PD si pronuncia è questa della posta di Santonuovo.

Una materia più neutra e più grigia della poca materia grigia che il comitato comunale del PD ha nella zucca!

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mercoledì 23 febbraio 2011

L'intervista/ Verso il 2012. Massimo Bianchi "a ruota libera" sul "terremoto" di Futuro e Libertà, sul PDL e sulle prossime elezioni comunali


QUARRATA_ Massimo Bianchi, 30 anni, consigliere comunale di Futuro e Libertà per l'Italia; primo amministratore della provincia di Pistoia assieme a Nicola Barbarito a schierarsi al fianco di Gianfranco Fini già dalle prime crepe dello stesso con il Pdl che hanno poi portato alla nascita di Fli. Futuro e Libertà in forte fermento dal congresso di Milano; alcuni deputati e senatori hanno abbandonato il progetto. Il partito fondato da Fini ha registrato anche oggi nuove defezioni sgretolandosi al Senato e con rischi di naufragare anche alla Camera dei Deputati.A Quarrata intanto si avvicina sempre di più il 2012, anno in cui si terranno le elezioni amministrative. Su questi temi Massimo Bianchi- che ringraziamo per la disponibilità - ha gentilmente risposto ad una serie di domande appositamente per il nostro blog.La nostra intenzione è di offrire questo spazio- aperto al confronto e al pubblico dibattito - anche agli altri amministratori locali in vista appunto della prossima tornata elettorale che interesserà come noto anche il Comune di Quarrata chiamato nel 2012 a rinnovare il sindaco e il consiglio comunale.

Ha riguardato pure voi a Quarrata il terremoto in Fli? Rimarrai con Fini ?

Terremoto? Non ho avvisato nessuna scossa; noi parliamo di politica. Certo che rimango con Fini; avrò mille difetti ma in quanto a coerenza ho la coscienza pulita.

Cosa mi puoi dire di Futuro e Libertà a Quarrata quindi?

Posso dirti che siamo un gruppo di dieci persone, delle quali i 3 consiglieri comunali, i cui ruoli avranno da essere definiti con il congresso; siamo il maggiore partito di opposizione in consiglio comunale, il più rappresentativo di Fli in Toscana. Lavoriamo serenamente cercando di tenere fuori il più possibile le diatribe nazionali perchè alle elezioni amministrative contano le persone ed il radicamento delle stesse sul territorio; su questo baseremo la nostra riflessione in vista dell'anno prossimo.

Ti definisce un "falco" oppure una "colomba" in Fli?

Devo confidarti che questa suddivisione non mi piace; mi definisco un uomo libero, mettiamola così. Poi se vuoi sapere qualcosa di Fli dal mio punto di vista ti dico che sono da sempre un moderato pertanto ammiro tantissimo personalità quali Tatarella, Urso, Viespoli ed apprezzo moltissimo la schiettezza di altri autorevoli esponenti, uno su tutti Enzo Raisi.

Nessun riferimento al falco nonchè vicepresidente di Fli Bocchino?

Italo Bocchino appare tanto aggressivo soltanto perchè chiamato ad esercitare il ruolo di difesa di Fli dai continui attacchi strumentali di qualcuno; politicamente è un'eccellenza e sono certo che Fini saprà ricomporre alcune divisioni emerse al congresso. E' normale che in una fase delicata come questa e di grande cambiamento possa esserci confusione. Poi, scusami, un congresso dove non si discute e si nasconde tutto dietro un unanimismo di facciata che congresso sarebbe? La politica in Italia va male anche perchè si è perso, o proibito, il senso della discussione interna alle sedi della stessa.

E con il Pdl i rapporti come sono?

Ti rispondo ovviamente a livello personale: non ho niente contro nessuno del Pdl locale; questo ovviamente non significa che politicamente debba per forza andarci d'accordo, altrimenti nel Pdl ci sarei rimasto. I rapporti personali rimangono gli stessi di prima; sarebbe triste e deprimente considerare nemico un individuo che la pensa diversamente da me. Per precisare: quello di etichettare come "nemico" l'avversario politico è un altro male della politica italiana. I vertici provinciali del Pdl su di voi sono comunque duri, vi considerano traditori, incoerenti e respingono al mittente ogni vostra accusa circa il non trionfo della meritocrazia e del mancato cambiamento Guarda fino a quando il Pdl provinciale sarà rappresentato dall'attuale coordinatore, Alberto La Penna, non accetterò nessun tipo di predica da tale pulpito: La Penna è colui il quale ha causato la disfatta del centrodestra a Montecatini Terme, il responsabile della disfatta di una personalità elevata e squisita quale Ettore Severi (candidato presidente della provincia nel 2009) a causa di una lista di candidati imposta da La Penna e costruita su tutto meno che sui principi meritocratici. Per riassumere: disfatta alle elezioni provinciali del 2004 (La Penna era il candidato presidente), disfatta alle elezioni provinciali del 2009, batosta alle comunali di Montecatini Terme 2009 (La Penna era il candidato sindaco): nonostante tutto, questo signore è rimasto fermo al suo posto di coordinatore provinciale e difeso a spada tratta dai vertici (se così possono essere definiti) del suo partito, vanificando così ogni principio della meritocrazia. E nel Pdl sono molti a pensarla così, ma non hanno il coraggio di parlare per il rischio di non viverci più all'interno dello stesso. Non di meno è Roberto Benedetti che ha disatteso ogni aspettativa per le quali era stato votato anche a Quarrata. E pensare che poi rappresentanti politici come questi pretendono di interferire con loro nomine fiduciarie in occasione dei rinnovi delle cariche dei revisori o partecipate locali, come accaduto in occasione del rinnovo del collegio dei revisori dei conti di Quarrata, imponendo (senza però averla vinta nel nostro caso..) a Quarrata il candidato voluto da La Penna, Pacini, ebbe la peggio con quello scelto dai consiglieri comunali locali che preferirono, ed elessero, Pescari) personalità che niente hanno a che fare con il territorio in questione ma scelte semmai solo per equilibrare la spartizione di potere oppure per pagare (politicamente parlando) "cambiali politiche". Dispiace tutto questo perchè nel Pdl provinciale ci sarebbero personalità valide: penso ad Alessandro Capecchi, Francesca Favi, Guglielmo Bonacchi, Carluccio Ceccarelli, Marcello Paci, Patrizio La Pietra ma che il Pdl, purtroppo, non farà mai emergere oltre il panorama provinciale.

Insomma a Quarrata come andrà a finire nel 2012 ?

Innanzitutto vorrei ribadire, a scanso di equivoci, che Fli è un partito di destra: ma una destra moderna, europea e che si rivede nell'area dei moderati alla quale non piace fare politica nè urlando nè con lo specchietto retrovisore; siamo alternativi alla sinistra con la quale non ci alleeremo mai. Ovviamente per il bene della comunità è doveroso confrontarsi e parlare con tutte le forze politiche e trovare, dove sia possibile, soluzioni; allearsi è però cosa assai diversa. Poi se vogliamo dirla tutta in Italia siamo arrivati ad un punto che "essere di sinistra" ed "essere di destra" viene, in entrambe i casi, smentito da continui atteggiamenti contradditori; occorrerebbe innanzitutto una dose di sano buon senso

......rimaniamo a Quarrata... ...

a livello locale tuttavia una forza poltica matura, aldilà della propria collocazione naturale, deve comunque basare il proprio operato per prima cosa nell'interesse dei cittadini e non, come si usa dire, agire per "partito preso"; le aspettative di questi cittadini sono bene rappresentate da aggregazioni civiche con le quali è doveroso confrontarsi e magari convergere, senza badare alle tematiche etiche. Le liste ed i comitati civici locali sono composti da persone che politicamente la pensano nei modi più svariati e la vera forza di questi movimenti apartitici è quella di portare avanti tematiche locali, cose concrete che non guardano al colore politico. Per farti un esempio in questi anni ho avuto modo di apprezzare l'operato e di imparare moltissimo dai rappresentati della ListaCittàPerTe, in modo particolare da Gabriele Pratesi, ma anche dal Comitato di Olmi - Vignole nella persona di Daniele Manetti; con entrambe abbiamo portato avanti battaglie su questioni prioritarie per i cittadini (servizi primari, rischio idrogeoligico, partecipazione) che non sono nè di destra nè di sinistra, ma che sono semplicemente giuste. Fondamentale è stato ed è l'impegno, la preparazione, la collaborazione ed il supporto dedicato sui temi di cui sopra da parte di Alessandro Cialdi (Udc) al quale riconosco una preparazione ed una lucidità politica di cui farne tesoro per la città di Quarrata.Credo che Fli debba da subito proporsi ai quarratini come un "partito-laboratorio di idee" e chiedere a loro stessi di essere i protagonisti della stesura del programma di mandato che saremo chiamati ad espletare. Alcuni dei punti base programmatici saranno ovviamente: completamento della rete dell'acquedotto, del metanodotto, il rischio idrogelogico, le tematiche ambientali, la questione rifiuti, sostegno e rilancio dell comparto produttivo, sostegno alle fasce sociali più deboli, bilancio partecipato. Chi si rivedrà in questo, a garanzia di essere estraneo dalle logiche di partito per cui i vertici pretendono di interferire nel locale, avrà porte aperte per confrontarsi e perchè no condividere questa nostra idea di fare politica. Le persone, il radicamento sul territorio, le capacità degli individui ed i bisogni dei cittadini vengono prima della spartizione di candidature o poltrone imposte da questo sistema autoreferenziale nel quale contano soltanto pochi a discapito di molti.

Quindi, in definitiva, giudizio negativo su sindaco e maggioranza?

Indubbiamente hanno fallito anche su quello che era impossibile fallire. Hanno perso, a metà mandato, un degnissimo assessore al bilancio, hanno impegnato il bilancio comunale per tre anni sul Piuss ( piste ciclabili sugli argini fatiscenti !!!), del programma elettorale non hanno realizzato quasi niente a rifarsi da tematiche come i rifiuti e la dotazione dei servizi, fino ad assistere che sulla partecipazione se la cantano e se la suonano.Vengono richiesti milioni di euro alle fondazioni per opere culturali moderne anzichè finire di ripristinare un patrimonio storico-artistico come Villa La Magia; il problema del rischio idrogeologico è pressochè irrisolto, per non parlare della viabilità. Quindi, massimo rispetto personale, ma il sindaco finirà la legislatura nel peggiore dei modi; la maggioranza? fatta eccezione per il presidente del consiglio comunale Massimo Sauleo, che ha avuto l'onestà politica ed intellettuale di dissentire, se esiste batta un colpo visto il silenzio imbarazzante di fronte a cotanto disastro amministrativo che viene, di fatto, decretato ogni qualvolta i consiglieri comunali di maggioranza alzano la mano per votare a favore.

Insomma per chiudere: Fli avanzerà una propria candidatura a sindaco?

Questa non è la sede nè il metodo per parlare di certe questioni; mi sento solo di poterti dire che di sicuro Fli non sosterrà mai un candidato sindaco imposto da una segreteria di partito per assecondare così la logica delle bandierine nella mappa delle candidature. Il candidato sindaco dovrà essere una figura autorevole e con capacità di aggregazione. Abbiamo già sbagliato una volta e non vogliamo accada di nuovo. Quarrata prima di tutto.

(intervista a cura di Andrea Balli)

domenica 20 febbraio 2011

IL PUNTO (A BAGNOMARIA)


20. LA CONFUSIONE DEL ‘CINEMA MODERNO’
Domenica 20 febbraio 2011

Non stiamo parlando affatto di cinema e di Benigni che arriva a cavallo. Stiamo semplicemente seguendo, passo passo, la complicata vicenda della risistemazione dell’area dell’ex-cinema Moderno, proprio in centro a Quarrata.
Il blog di Andrea Balli dà per sicura la risistemazione (anche se non più, ormai, con l’oscena proposta della balena a bocca aperta come era stato detto in partenza) e, subito dopo, Il Tirreno
ci avverte che per ora non se ne fa di nulla, dato che nessuno sa da chi il Comune potrebbe acquistare quel rudere per toglierlo di mezzo, seppur cancellando più di un mezzo secolo di storia di Quarrata.
Nel frattempo Mazzanti – l’Assessor Nonhoquattrini – parla di riadattamento della cosiddetta piazza della Costituzione, che trova adeguata sistemazione, nella mente della Giunta di sinistra, in una piazza da cessi e bagni pubblici. Ma attenzione: Mazzanti dice anche che la piazza sarà ampliata.
Ora il vicesindaco dovrebbe spiegarci come farà ad allargare la piazza (la tira, forse, come un elastico?), se non può acquistare il cinema Moderno. Perché se lui e i suoi tecnici sono capaci di far questo, diremo a Renzi e a Rossi di affidare al buon Marco anche il contestatissimo ampliamento delle piste di Peretola, senza intaccare nessuno dei comuni che si trovano intorno, non vi pare?
Scherzi a parte, siamo dinanzi all’ennesima presa in giro della Giunta.
Deve disfare e rifare il centro, ma ancora non si sa sostanzialmente nulla né di come, né di quando lo farà, ne con che modalità intende farlo.
Il Consiglio Comunale e le forze di opposizione devono sempre sapere ciò che sarà per interposti giornali e comunicati-stampa e non in altro modo?
È evidente che a nessuno dei democraticissimi interessa la democrazia, anche se fanno decidere tagli e castrazioni di bilancio a ben (!) 40 cittadini raccattati a caso nel giro di un mese.
Come opposizione, dunque, rivendichiamo il diritto a sapere le notizie di prima mano e di saperle in consiglio. E come assolutamente insoddisfatti dei sistemi e dei metodi del peggior Sindaco di Quarrata, invitiamo ufficialmente la Sabrina ad essere del tutto coerente – con la sua armigera Giovanetti – con i princìpi della partecipazione che sembra avere scoperto da poco in tutto il loro inestimabile valore.
Che l’amministrazione inizi dunque a convocare le commissioni consiliari, gli eletti della partecipazione, le assemblee pubbliche in cui spiegare cosa sta realmente succedendo e come la Giunta intende operare, invece che perdere tempo in chiacchiere e comunicati stampa contraddittori.
Anche per non arrivare ad avere bagni pubblici in centro, che finiranno in mano a cooperative di consiglieri o gente imparentata con la Giunta come al solito.

E buona domenica davvero democratica a tutti!

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sabato 19 febbraio 2011

ROSSO DI VERGOGNA: UN ALTRO ACQUISTO DEL PARTITO DEGLI ACCATTONI


PARLA ROBERTO ROSSO, TORNATO NEL PDL: “I FUTURISTI VANNO A DESTRA, IO SONO LIBERALE, VERDINI MI HA CONVINTO”…”SILVIO MI HA SEMPRE VOLUTO BENE E POI E’ SALESIANO COME MIO ZIO”…. HA AVUTO GARANZIA DI INCARICHI DI ALTO LIVELLO

“Rifletti bene - mi ha detto Verdini - è l’ora della responsabilità.Te la senti di premere il pulsante contro Silvio? Te la senti? Non è più facile ricomporre i dissidi e rientrare da noi?”.

In quel preciso istante, quando cioè si stava per votare alla Camera l’autorizzazione a perquisire Spinelli, cassaforte mobile di Berlusconi, la mano di Verdini si è poggiata sulla sua spalla e il corpo di Roberto Rosso ha avuto un fremito.

“Sono andato da Gianfranco Fini e gli ho detto: non me la sento”.L’affetto per Berlusconi è speciale.“Mi ha sempre voluto bene, tanto bene. Le divergenze erano sorte per beghe locali in Piemonte”.

C’è anche un legame spirituale che in qualche modo la connette al premier.

“Si sa che lui è un salesiano fervente”.

E lei è…

“… San Giovanni Bosco è mio prozio”

Sembra niente, ma anche queste cose contano.

“Fini è un galantuomo, ha capito”.

Il suo è stato un momento di sbandamento.

“Una reazione alla piccola difficoltà“.

Si sente che è liberato da un peso che rendeva pesanti i suoi passi.

“Il mio rapporto con Berlusconi è meraviglioso, inossidabile, denso, felice”.

La bega locale di Torino aveva del resto le dimensioni di una cosuccia.

“Totalmente superata, abbiamo splendidamente risolto”.

La trasferta in Futuro e libertà è durata quattro mesi.

“Sa cosa le dico? Io sono liberale e davvero al congresso di Milano ho avvertito una virata a destra. Brrrr

Sembrava invece che Fini virasse a sinistra.

“No, a destra. Sentivo che gli amici di Fli avevano bisogno di ritornare alla propria identità missina”.

La sua casa è Forza Italia, il popolo della libertà.

“Ho riflettuto per tempo e il dilemma è sempre stato questo: continuo a stare in questo partito o ritorno a casa?”.

Rifletti bene, le ha ripetuto con affetto Verdini.

“E ho scelto. Fini è un galantuomo, squisito”.

E lei, nipote del santo, è amico del premier salesiano (temporaneamente peccatore).

“Il mio tragitto politico è lineare”.

Prega?

“In che senso?”

Pratica, frequenta? O è uno di quei cattolici adulti.

“Parecchie volte vado a messa. Ma perché me lo chiede?”.

Per via di San Giovanni Bosco.

“A messa anche a Roma”.

Berlusconi l’ha infine abbracciata.

“Certo, è stato bello”.

Fini più gelido.

“Una stretta di mano. Però gentile”.

Antonello Caporale(da “La Repubblica“)


giovedì 17 febbraio 2011

Fuori dal Palazzo c’è un’altra Italia


Sarebbe davvero inutile negare l’evidenza: il progetto di Futuro e Libertà vive un momento difficile, sta attraversando la fase più negativa da quando, con la manifestazione di Mirabello, ha mosso i primi passi. Le polemiche e le divisioni esplose dopo l’Assemblea Costituente di Milano hanno creato sconcerto in quella parte di pubblica opinione che ci aveva seguito con attenzione e ovviamente fanno gioire i sostenitori del Presidente Berlusconi, che già immaginano di allargare la fragile maggioranza di cui godono alla Camera.

Ipotesi verosimile, vista l’aria che tira nel Palazzo e le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente. Eppure proprio qui sta il punto che ci deve indurre a perseverare senza eccessivi timori circa il futuro.

La difficoltà di FLI e la ritrovata baldanza dei gerarchi del PdL sono infatti fenomeni tutti interni al ceto politico, sentimenti di chi teme per il proprio status di ministro o di parlamentare o di chi aspira a divenire sindaco, assessore o per lo meno consigliere comunale.

Nella società il clima è diverso: c’è preoccupazione per la situazione economico-sociale, indignazione per il degrado in primo luogo morale che caratterizza lo scontro politico, sbigottimento per l’immagine negativa che le note vicende danno dell’Italia nel mondo, angoscia per il futuro dei più giovani.
E’ un’Italia tutt’altro che apatica e rassegnata (basta pensare all’incredibile partecipazione femminile alle manifestazioni di domenica) e resto profondamente convinto che in questa Italia largamente maggioritaria nel Paese reale quanto minoritaria nell’attuale Parlamento una voce importante possa averla quell’Italia moderata, che ha votato centrodestra, che non si rassegna a veder traditi o dimenticati i propri convincimenti e ideali.

Penso a quel popolo di destra e di centrodestra che crede nell’unità della Nazione e nella sua identità, nel rispetto delle istituzioni, nel senso dello Stato, nel primato della legge senza impunità per nessuno, nella meritocrazia, nel valore della dignità dell’uomo e quindi nella tutela di ogni minoranza, nella centralità del lavoro nell’economia, nel libero mercato per produrre ricchezza e nella necessità di distribuirla in modo socialmente equo, nelle riforme istituzionali per far nascere davvero la Nuova Repubblica.

A Milano Futuro e Libertà ha ribadito con chiarezza e in modo unanime (compresi i dissidenti del giorno dopo) che intende difendere questi princìpi e impedire che vengano travolti dal declino del berlusconismo.
Ci riconosciamo e intendiamo agire nell’ambito dei valori e della cultura politica del centrodestra, senza alcuna ambiguità né tantomeno senza derive estremiste o sinistrorse.

Sappiamo che il nostro è un progetto ambizioso e quindi difficile. Ma soprattutto sappiamo che va spiegato agli elettori più che agli eletti. Ne consegue che è nella società che Futuro e Libertà dovrà sviluppare le sue iniziative, tessere la sua rete, organizzare i suoi consensi. E solo quando si apriranno le urne, accada tra poche settimane o tra due anni, sapremo se avremo vinto la nostra battaglia.

Fin d’ora sappiamo che vale la pena di provarci con tutto l’entusiasmo, la passione, l’impegno civile dei tanti che ci invitano, senza preoccuparsi degli organigrammi, ad andare avanti. Cosa che dopo Milano faremo ancor più convintamente.

Gianfranco Fini

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: COOP, NORMALITÀ E ANOMALIE


Con molta serenità, ma insieme con risoluta fermezza, senza tenere assolutamente conto di quanto ci venga rimproverato da commenti, peraltro anonimi e, perciò stesso, poco attendibili, in questa sede ci sentiamo di ribadire che non abbiamo motivi di pentirci di aver posto il dito su una situazione che comunque consideriamo anomala; una situazione in cui
  1. una coop che lavora con il Comune di Quarrata è quella di un consigliere comunale
  2. una coop che lavora con il Comune di Quarrata è quella del vicepresidente del consiglio comunale stesso
  3. una coop che lavora con il Comune di Quarrata è quella in cui lavora un assessore, la moglie di un assessore e la figlia di un assessore del Comune di Quarrata.
Se non abbiamo remore nel criticare nessuno dei nostri politici o ex politici – e lo abbiamo dimostrato con le nostre scelte –, tantomeno le abbiamo nel porre l’accento su una situazione che comunque non può essere presa come una delle più normali e scontate. Che si voglia o non si voglia capirlo, che piaccia o che non piaccia, che si pensi quel che si pensi da parte di chi scrive commenti ma lo fa in maniera anonima: tenendo ancora una volta presente che non intendiamo negare il valore del lavoro delle coop, non possiamo far finta di non vedere che qui siamo dinanzi a una palese e incontestabile anomalia.

Qualsiasi altro discorso lo riteniamo perciò ininfluente e destinato a lasciare il tempo che trova; infruttuoso e solo strumentale.

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mercoledì 16 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: I BRAVI NIPOTINI DI DON STURZO E DI STALIN


Non ci interessa assolutamente quello che dichiara il Sindaco per giustificare il fatto che nel nostro Comune lavorano a ritmo sostenuto cooperative che fanno capo, in una maniera o in un’altra, a consiglieri, a vicepresidenti del Consiglio Comunale, a assessori della Giunta in carica, e nelle quali lavorano familiari di assessori della Giunta in carica.
Non ci interessa sentire sproloqui sulla legalità, inviti alla raccolta di firme per il rispetto delle regole e quant’altro di quello con cui la peggio Sindaca di Quarrata ogni mattina, alzandosi, si sciacqua la bocca.
Ci interessa invece ricordare a tutti che questa Sindaca accusò Ciottoli di fare gli affari suoi col Comune e, quando vide che non era vero, non chiese neppure scusa.
Ci interessa invece ricordare a tutti che l’Assessore Gaggioli accusò Alessandro Cialdi di parlare in Consiglio solo perché spinto a difendere interessi sotterranei di chissà quali mafie locali.
Non ci interessa nemmeno che ci venga ripetuto che nessuno viola nessuna norma mentre va avanti per questa strada: perché neppure i farisei violavano le leggi, le norme e le regole stabilite dalla sacra scrittura e dal sinedrio di Gerusalemme, eppure Cristo – di cui non crediamo che la Signora Sabrina abbia da dire nulla – si rivolse a loro chiamandoli, pur nel loro assoluto rispetto delle regole, razza di sepolcri imbiancati e vipere.
Questo ci interessa dire e ribadirlo a chiare note: non siamo contrari né alle cooperative né al lavoro che esse svolgono a favore della collettività e del mondo stesso del lavoro; e perciò, con le nostre inchieste, non vogliamo assolutamente sparare su nessuno né fare i cecchini e i terroristi in alcun modo.
Una cosa però vogliamo sottolinearla e ribadirla con assoluta chiarezza – e questo deve essere ben chiaro a tutti, di centro di destra e di si sinistra: esistono norme etiche che nessuna legge può prevedere e che deve essere la coscienza a dettare; norme che, per opportunità, per correttezza, per buongusto, per umanità e per rispetto di tutti i cittadini, nessuno può trasgredire se non vuole essere giustamente accusato di tracotanza, di superbia, di scorrettezza e di affarismo senza faccia e senza scrupoli.
Per questo, cara Sabrina, cari assessori in carica, cari consiglieri del PD, cari fiancheggiatori e sostenitori di questa Giunta, lasciateci essere disgustati di questi banchetti in cui a mangiare alla tavola comune sono solo i figli, i dipendenti, i coniugi, gli amici, i consiglieri, gli assessori stessi di questa Giunta del disastro e della vergogna.
È questo l’aspetto insopportabilmente scorretto sotto il profilo morale: ciò che fa, di questa Giunta così formalmente ineccepibile, l’esempio di quello che non deve essere un’amministrazione che dice di ispirarsi a principi etici e morali laici e cristiani ad un tempo: una serie di bravi nipotini di don Sturzo e di Stalin, che sparano addosso a quanti, non essendo come loro, fanno come loro; ma che si vestono con il vestito da prima comunione, candido e verginale, quando, dinanzi al piatto, sono loro o gente dei loro a sedersi e a saziare la propria fame.
E questo, sia chiaro una volta per tutte, non glielo lasciamo fare senza gridare tutta la nostra disgustata indignazione!

P.S. – Con questo crediamo di avere risposto anche alle osservazioni di Anna Goretti, presidente dell’Orizzonte, comparse stamattina, 16 febbraio, sul Tirreno, ma che non sembrano cogliere l’aspetto squisitamente politico della questione.

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martedì 15 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: INTELLIGENZA DA AMMINISTRATORI


Scrive l’assessore Giovannetti trionfalisticamente dopo l’esaltante (ma forse meglio esilarante) esperienza della partecipazione ai tagli e alle castrazioni del bilancio:

Si è concluso il processo di partecipazione “Contiamo tutti” e l’Amministrazione comunale di Quarrata fa il punto sull’esperienza innovativa: un primo risultato, considerata la complessità dell’argomento, con l’obiettivo proseguire in questa strada.
I cittadini si sono confrontati sul bilancio corrente, oggetto dei recenti provvedimenti del Governo resi noti a fine dicembre, che prevedono tagli sostanziali ai fondi che lo finanziano.
Leggere un bilancio di un comune non è cosa semplice e per facilitare il lavoro di discussione sono stati presi in esame quattro ambiti: i servizi alla persona, i servizi educativi, la cultura e le manifestazioni, lo sport.
In generale è emerso nei tavoli di discussione la necessità di intervenire sugli sprechi già oggetto di attenzione dell’amministrazione. In generale si tratta di un principio assolutamente condivisibile ma sono stati definiti “sprechi” anche alcune spese assolutamente legittime e ineliminabili derivanti da incarichi specifici: ad esempio la redazione del piano acustico per gli edifici scolastici, indagini geologiche, coordinamento dei lavori per la sicurezza ecc.
Di tali spese, solo una piccola parte sono “consulenze”, relative a pareri legali complessi o per prestazioni di professionisti quali l’agronomo, in quanto nessun ente delle dimensioni del Comune di Quarrata ha al suo interno professionalità in grado di fornirle.
È stata rilevata la necessità di verifica sulle certificazioni Isee che danno diritto ad agevolazioni.
Su questo tema l’Assessore al Bilancio – Dott.ssa Antonella Giovanetti dice: “In riferimento all’ISEE occorre evidenziare che, dal canto nostro, ci siamo impegnati, già dal mese di settembre 2010, con diverse riunioni con i tecnici ed è stato costituito un tavolo di lavoro con i Consiglieri Comunali interessati (sia della maggioranza che della minoranza) per studiare le modifiche e le integrazioni apportabili all’ISEE al fine di tutelare i soggetti veramente bisognosi e non i furbi. La stessa Regione Toscana ha allo studio modifiche ed integrazioni dell’ISEE che siamo in attesa di conoscere per valutare se sia il caso di recepirle o utilizzarle per arricchire le considerazioni e le modifiche già pensate. Sono inoltre allo studio le eventuali rimodulazioni degli intervalli ISEE ai quali legare percentuali di riduzione delle tariffe, cioè degli scalini che potrebbero anche divenire curve, con l’obiettivo di mantenere, per quanto possibile, inalterate le tariffe stesse. Inoltre, è necessario precisare che il controllo sugli ISEE, relativo alle dichiarazioni verificabili con le banche dati dell’ente, viene effettuato in maniera totale. Si richiede poi a campione o per la totalità, a seconda della spesa alla quale si riferiscono, il controllo della Guardia di Finanza che ha potere di indagine sulle dichiarazioni non verificabili direttamente dal Comune”.
Sempre l’Assessore ha accolto positivamente la proposta emersa dai tavoli di consentire ai cittadini di impegnarsi in lavori volontari di manutenzione di giardini e spazi pubblici.
“Confermo la volontà di questa Amministrazione”- prosegue l’Assessore Giovanetti – “di tenere conto delle azioni concrete suggerite, se risulteranno applicabili, e auspico che i cittadini rispondano più numerosi e che cresca la volontà di dar vita a un percorso costruttivo e consapevole abbandonando la logica che la ragione appartiene a chi grida più forte solo per criticare. Dimostriamo con i fatti che la partecipazione si può la realizzare davvero”.
[Fonte: Ufficio Stampa del Comune di Quarrata]

Risponde Massimo Bianchi a commento sul blog di Andrea Balli:

Se qualcuno è arrivato a gridare più forte di altri è perché i cittadini non sono mai stati coinvolti e si sono sempre visti imporre scelte non condivise; chi vince le elezioni non può confondere la sovranità popolare con il comando assoluto.
Poi domando all’assessore: soddisfatta di cosa? Su oltre mille inviti alla fine hanno deciso in 40.... questo è un successo?
Perché poi si sono coinvolti questi 40 cittadini solo quando c’è stato da decidere, in modo pilatesco, dove effettuare i tagli?
I cittadini hanno da essere coinvolti sugli investimenti invece l’amministrazione comunale ha preferito impegnare le risorse del bilancio di diversi anni nel Piuss (!!!!!) senza preoccuparsi di sapere cosa al riguardo pensavano gli stessi cittadini.
In compenso nell’ultimo consiglio comunale è stata respinta una mozione delle opposizioni con la quale chiedevamo di convocare la commissione competente per predisporre la stesura del regolamento sul bilancio partecipato. Sì, cari concittadini, il Pd ha votato contro!!!! Quindi proprio da certi pulpiti una predica in tale senso non la accettiamo.

Massimo Bianchi
14 febbraio 2011-10:26

Scusate, ma è proprio il caso di dire che siamo dinanzi a una prova di intelligenza da veri amministratori!

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sabato 12 febbraio 2011

GIULIANO FERRARA, L’ARMA LETALE

IL CONSIGLIO DI TRAVAGLIO AL PREMIER: “LASCI PERDERE FERRARA, CON IL SUO BACIO DELLA MORTE, NE HA FATTI PIU’ SECCHI LUI CHE IL COLORE”…IN EFFETTI PORTA PARECCHIA SFIGA, VISTI I LUTTUOSI PRECEDENTI

Caro Cavaliere,

siamo sempre noi: quelli che le han sempre detto tutto in faccia, mai dietro le spalle.Gli unici di cui può fidarsi.

Dia retta: lasci perdere Giuliano Ferrara.Col suo bacio della morte, ne ha fatti secchi più lui che il colera.

Ricorda il Pci? Ferrara c’era, sappiamo com’è finito.

Ricorda Craxi? Ferrara c’era, sappiamo com’è finito.

Ricorda il primo governo Berlusconi? Lui c’era, ministro dei Rapporti col Parlamento e portavoce: sappiamo com’è finito, dopo sette mesi appena.

Ricorda le elezioni al Mugello? Lui c’era: sappiamo com’è finita, centrodestra al 16% e Di Pietro in trionfo.

Ricorda la guerra in Iraq? Lui c’era, anzi era più bushiano di Bush, tant’è che le truppe angloamericane entrarono in Baghdad a bordo di Giuliano Ferrara: sappiamo com’è finita, una ritirata che Caporetto al confronto fu una marcia trionfale.

Ricorda la lista No Aborto? Ferrara c’era: sappiamo com’è finita, più uova in faccia che voti.

Non le rammento le percentuali d’ascolto da albumina dei programmi tv di Ferrara e i bilanci comatosi del Foglio, che ha più giornalisti che lettori, perché temo che lei li conosca meglio di me.

Fra le grandi catastrofi del Novecento, Ferrara ha mancato soltanto il terremoto di Messina e l’ultimo viaggio del Titanic, ma non per cattiva volontà: perché non era ancora nato.Per ulteriori informazioni rivolgersi alle ultime vittime dei suoi mortiferi effluvi:

D’Alema, da lui sostenuto per il Quirinale (fu eletto Napolitano);

Rutelli, da lui appoggiato per il Campidoglio (vinse Alemanno);

Veltroni, da lui elogiato per il dialogo con lei (e ora disperso);

Sarah Palin, da lui lanciata contro Obama (infatti…).

Ancora quattro mesi fa, Fini aveva il vento in poppa, poi Ferrara pericolosamente gli si avvicinò e gli fece financo dei complimenti: non se n’è più riavuto, pover’uomo.

Ultimamente, guardandosi intorno in cerca della prossima preda, non ha visto che una distesa di cadaveri.

Poi, in lontananza, ha scorto un solo uomo, diciamo un ometto, ancora in vita: lei, Cavaliere.E le si è avventato contro per completare l’opera.Ora le dà consigli, le scrive discorsi, le fa interviste decidendo le domande e le risposte (le ha fatto persino dire “sono un peccatore”: ma come si permette?), monologa al Tg1 grazie alla momentanea assenza di giornalisti (infatti c’era la Petruni) e ora le organizza pure una strana manifestazione al Teatro Dal Verme (e dove, se no?), con mutande appese e testimonial del calibro di Ostellino e Sallusti (lo zio Tibia, quello che si crede Giovanni Rana e va in tv a conversare del più e del meno con Cavour e Garibaldi).

Il tutto per difendere i bungabunga “contro i puritani”: lui che fino all’altroieri la menava con il Family Day e voleva addirittura obbligare le donne sterili a impiantarsi embrioni malati nell’utero.

Ecco, Cavaliere, non le viene il dubbio che Ferrara sia l’arma letale che le sganciano addosso i suoi nemici interni?Si guardi allo specchio, signor Presidente: fino a qualche settimana fa lei sguazzava nella discoteca del bungabunga con trenta-quaranta supergnocche da urlo e ora si aggira mesto fra un Ferrara, un Sallusti, un Signorini e un Brachino (c’era pure Brachino, abbiamo letto, all’ultimo vertice di Arcore: ma si rende conto, Brachino?).

Noi che ormai la capiamo al volo, abbiamo colto il significato profondo di quella sua frase, l’altro giorno: “Fosse per me, andrei per il mondo a fondare ospedali”.Era un estremo, disperato tentativo di liberarsi della morsa di questi parassiti e saprofiti che le succhiano gli ultimi umori vitali.Se ne stanno lì come i secondi della boxe, appollaiati all’angolo a dare buoni consigli, mentre lei sul ring prende botte da orbi sempre più suonato e rintronato: “Vai Silvio che sei il migliore!”, “Avanti così che è fatta!”, “Ancora un destro e hai la vittoria in pugno!”.

Lo sanno benissimo che, se lei molla, devono trovarsi un lavoro, o un altro padrone.

Dia retta a noi, li mandi a lavorare e se ne vada per il mondo a fondare ospedali.Così magari, finalmente, la ricoverano.
Marco Travaglio(da “Il Fatto Quotidiano“)

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: IL PRIVILEGIO DI ESSERE UNA COOP


Non c’è dubbio che vivere in forma di Coop abbia i suoi vantaggi.
E li ha sia sotto il profilo fiscale che sotto quello lavorativo – specialmente se a guidare una Giunta che dà lavoro è un’amministrazione orientata in partenza in certe direzioni cooperativistiche.
Di più questo privilegio si amplia se – come sembra nel caso in questione – all’interno di una certa realtà Coop lavorano (come si sente dire) anche un assessore della Giunta che è datrice di lavoro e (in aggiunta e sempre per quel che diffonde Radioscarpa) la moglie di un altro assessore della Giunta medesima.
Sia chiaro in partenza che non stiamo insinuando un bel niente.
Sia chiaro in partenza, invece, che il nostro beneamato Padrone-Sindaco ha il dovere sacrosanto di fare immediata chiarezza su questi aspetti, per spiegare ai suoi concittadini – che dice di amare, ma che forse prende solo in giro – come stanno realmente le cose.
Questo anche perché lancia campagne di raccolta di firme contro la corruzione.
Insomma, parliamoci chiaro, Sabrina: spiegaci se tutto questo è vero e in che termini è vero.

Perché, per dirla chiara e tonda, una cooperativa che in un trimestre prende quasi 286mila euro (e quindi, in un anno, oltre un milione, pari a oltre 2 miliardi di vecchie lire) deve essere limpida e specchiata come uno Swarovski!

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venerdì 11 febbraio 2011

Caro Berlusconi, ecco chi è il traditore


Signor Presidente del Consiglio,

vedo che da qualche giorno è tornato a utilizzare l’immagine del “tradimento” nei confronti di Gianfranco Fini e di tutti noi che abbiamo fatto la scelta di Futuro e Libertà.

La spiegazione della crisi di consenso del governo, del Pdl e sua personale è tutta qui: “il germe della divisione è stato inoculato all’interno del Popolo della Libertà da uno dei fondatori del nuovo partito, l’onorevole Fini, eletto proprio con il voto della maggioranza, a Presidente della Camera. Cosi uno stillicidio di polemiche, di critiche e di distinguo pressoché quotidiani ha finito per offuscare i meriti dell’azione del nostro governo e alla fine ha condotto alla nascita di un nuovo gruppo parlamentare e di un nuovo partito, passato all’opposizione in alleanza con la sinistra tradendo il voto degli elettori e consegnandosi ad un futuro di consensi, valutato dagli esperti all’1,6 per cento”.Lei sa che dice il falso. La sua è solo propaganda per ingannare gli Italiani.

È un film che il Paese ha già visto nel 1994.

Ricorda Presidente? Anche allora, come oggi, Lei fu accusato di comprare deputati. La accusò Umberto Bossi che il 30 dicembre del 94 dichiarava al Messaggero: “Sta cercando di corrompere, con soldi e minacce qualcuno dei miei: qualcuno era già nel suo libro paga.”

E ancora, il 22 luglio del 1998:“Lui comprava i nostri parlamentari, io l’ho abbattuto”.La storia si ripete. Rifletta, si chieda perché.

Come allora Lei accusava la Lega, oggi Lei accusa noi di tradimento, di ribaltone, di sovranità del popolo violata, persino e ci consenta di sorriderne, di andare a sinistra. “Bossi è un capobanda… Per fortuna gli ultimi sondaggi li danno dimezzati, sotto il 5 per cento. Bossi si è comportato ed è un infiltrato della sinistra”. E’ Lei che parla presidente Berlusconi, il 21 luglio 1998 (La Repubblica).Dejavù.

Le stesse accuse di tradimento che oggi Lei rivolge a noi. Per questo abbiamo il dovere di difenderci e di difendere la verità.Io non so se il tradimento è una categoria della politica.

Ma se esiste, noi non possiamo, caro Berlusconi, che restituire a Lei questa accusa.Se il tradimento in politica esiste è Lei ad avere tradito il Popolo della Libertà e i suoi elettori, quello che è il suo partito e fu anche il nostro, nel momento che ne ha espulso Gianfranco Fini, colui che lo aveva fondato insieme a Lei, e con lui tutti noi, il popolo che lo aveva seguito con fiducia e speranza e che fiducia e speranza aveva riposto anche in Lei.

Non siamo stati noi ma Lei, ad avere tradito il suo programma elettorale e di governo, lasciandolo sulla carta, in gran parte non attuato: il quoziente familiare, la riduzione della pressione fiscale sotto il 40 per cento, l’abolizione dell’Irap, i rimborsi Iva entro 90 giorni, l’abolizione delle province, la stabilizzazione del cinque per mille in favore del volontariato il credito d’imposta per le imprese che assumono giovani, l’aumento delle risorse per la sicurezza e la giustizia, il Piano per il Sud.

Nessuno di questi punti a metà legislatura è diventato realtà. Per questo Fini Le chiese, prima nella famosa direzione del Pdl – quella del dito alzato dal nostro leader come atto di ribellione alla sua prepotenza – e poi nella nostra convention di Bastia Umbra, una nuova agenda di governo, per recuperare il cuore del programma, rinunciando alla propaganda e facendo un patto di verità con gli italiani.

Noi che per Lei saremmo traditori, in nome della lealtà verso il nostro Paese e per espresso desiderio del Presidente Fini, abbiamo evitato di trascinarla in una polemica diretta, su vicende che coinvolgono Lei sul piano politico, istituzionale e anche personale, come emergono dai documenti pubblicati dal sito Wikileaks che rendono noto il giudizio dell’Ambasciata americana sui suoi comportamenti sulla scena diplomatica e sui suoi rapporti strettissimi e privati, inusuali per un capo di governo occidentale, con Vladimir Putin e col colonnello Gheddafi.

Non lo faremo adesso. Ma, signor presidente del Consiglio, Lei non ha i titoli per rivolgere accuse di tradimento né a Fini, né al più giovane iscritto di Futuro e Libertà, soprattutto alla vigilia della nostra Assemblea Costituente. Non lo può fare a maggior ragione perché sarebbe per noi molto facile rovesciarle addosso, con argomentazioni molto solide, l’accusa di tradimento degli interessi nazionali e delle alleanze internazionali del nostro Paese.E vorrà convenire, con una punta di spirito, che se esiste in politica l’arma del tradimento Lei l’ha utilizzata contro tutti i suoi alleati. Prima nel 1994, provocando la scissione nella Lega.

Lo ha fatto nei mesi scorsi con Casini facendo nascere la formazione di Cuffaro e Romano. Lo ha fatto con Lombardo, incoraggiando il distacco di Noi Sud. Lo ha fatto con noi cacciandoci dal Pdl.Spero si renda conto che è stato Lei, ad avere tradito il patto con gli elettori, tentando di sostituire un pezzo della sua maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni, cioè noi, con uno spezzone dell’opposizione: l’Udc, che Lei avrebbe voluto utilizzare come pezzo di ricambio. Non ci è riuscito. E la disastrosa cena a casa Vespa ne è stato l’emblema.Colgo l’occasione per ricordarLe che nelle elezioni politiche del 2008 non c’era nessun partito che si chiamava Popolo della Libertà, c’era Forza Italia e c’era la nostra Alleanza Nazionale. Venne presentata la lista Popolo della Libertà, dove tutti i candidati di An, tutti i parlamentari che oggi siedono, con orgoglio e dignità nei banchi di Fli, furono designati uno per uno dal presidente del nostro partito. Da Gianfranco Fini. Nessuno di noi, fu designato da Lei che, diciamo cosi aveva altri gusti e preferenze.Questa è la verità. Altro che fedeltà al simbolo del Pdl e alla scritta “Berlusconi presidente”.Se un vincolo di fedeltà, un dovere morale, abbiamo noi tutti eletti di Futuro e Libertà, lo abbiamo nei confronti di quello che fu e resta il nostro leader, il quale rappresenta la nostra storia e la nostra idea dell’Italia. Anche Lei avrebbe potuto rappresentarla. Ma non ha saputo né voluto farlo, non ha voluto dismettere i panni di business man e di uomo in guerra permanente contro la Magistratura per indossare quelli di uomo di Stato.

Traditores”, caro Cavaliere, erano i cristiani che portavano i libri sacri all’imperatore. Noi non possiamo essere “traditores” perché nel Pdl non abbiamo trovato libri sacri e all’imperatore abbiamo voltato le spalle…

di Carmelo Briguglio da:http://www.generazioneitalia.it/

giovedì 10 febbraio 2011

IN RICORDO DEI MARTIRI DELLE FOIBE

TRECENTOMILA CONNAZIONALI COSTRETTI AD ABBANDONARE LA COSTA ORIENTALE, QUINDICIMILA GETTATI VIVI NELLE PROFONDITA’ CARSICHE…GLI ESULI DI ISTRIA E DALMAZIA SONO STATI DIMENTICATI E DISCRIMINATI PER DECENNI ANCHE IN ITALIA PER RAGIONI POLITICHE…DAL 2004 CON L’ISTITUZIONE DEL “GIORNO DEL RICORDO” E’ STATO FATTO UN PASSO VERSO LA PACIFICAZIONE NAZIONALE

Il 10 febbraio 1947, con il Trattato di Parigi, un’Italia prostrata da anni di guerra e devastata dalla lacerazione politica e civile postbellica, cedeva alla Jugoslavia Fiume, Zara, l’Istria , il Carnaro e gran parte del Carso e dell’alta valle dell’Isonzo.
Vittime di una sommaria giustizia politica e della pulizia etnica che le truppe titine avevano già sperimentato dopo l’armistizio dell’8 settembre, molti Italiani videro compromessa per sempre la possibilità di rimanere nei territori della costa Adriatica: i leoni della Serenissima, gli antichi palazzi veneziani e le maestose rovine romane di Pola e Spalato erano ormai solo un lontano ricordo di millenni di civiltà latina.
Tra l’Armistizio e la fine della Guerra, circa 300.000 nostri connazionali dovettero abbandonare, in fretta e furia, la costa orientale, e almeno 15.000, tra civili e militari, furono gettati vivi nelle profondità carsiche (le”foibe”), secondo un barbaro rito che voleva venissero legati tra di loro con un fil di ferro e che sulle loro carcasse fosse gettato un cane a dannare per l’eternità le loro anime.
Destino migliore per gli esuli sopravvissuti, purtroppo, non vi fu nemmeno in Patria.
Dimenticati, accusati di connivenza con il regime fascista, talvolta addirittura oggetto di ulteriori violenze, gli esuli di Istria e Dalmazia vissero per decenni come stranieri in patria, respinti dalla società civile, dalla politica e anche dal mondo scolastico, reo di aver lasciato nell’oblio, con la complicità di molti governi,le tragiche vicende del confine orientale, ancora oggi sconosciute alle nuove generazioni.
La legge del 30 Marzo 2004, che istituisce il “Giorno del Ricordo” e che concede un riconoscimento ai congiunti degli infoibati, è stato un passo simbolico, ma fondamentale, verso quella “pacificazione nazionale” da tempo agognata.
Consci dell’altissimo ruolo che svolge la memoria collettiva nel consolidarsi di un sentimento di Unità, ritieniamo che, proprio nell’anno del 150° anniversario della nascita dello Stato nazionale, non si possa relegare ad un mero rito il ricordo di chi è morto per un’idea di Italia in cui ci riconosciamo.
Isonzo, Piave, Fiume, Foibe, Afghanistan: in luoghi e tempi diversi qualcuno ha dato e dà la vita per una comunità che, da 2000 anni, si riconosce sotto uno stesso nome.

http://www.destradipopolo.net/

mercoledì 9 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: SE RISPARMIO DEVE ESSERE, RISPARMIO SIA!


Nessuno nega che parlare della legalità faccia bene alla salute.
Ma quando le cose si ripetono – e, come potete vedere qui di séguito, le cose a Quarrata si sono ripetute – a quel punto si entra nel campo dell’inutile.
Citiamo dal comunicato ufficiale presente sul sito del Comune:

Sabato 20 novembre, invece, sempre presso la sala SottoVENTI, dalle ore 10.30, si parlerà di “Bulli allo stadio. Il gioco e la pratica sportiva per divertirsi ma anche per imparare a stare insieme”.
All’incontro, presentato da Sabrina Sergio Gori, vicepresidente di Anci Toscana e sindaco di Quarrata, saranno presenti Walter Veltroni, autore di “Quando cade l’acrobata entrano i clown” e Marisa Grasso Raciti, moglie dell’ispettore capo Filippo Raciti, il poliziotto ucciso durante gli scontri avvenuti all’esterno dello stadio di Catania nel febbraio 2007. A coordinare il dibattito sarà Fiorella Luchi, responsabile area “Sport per tutti” della Uisp Toscana.
La serata si concluderà nei locali del Centro San Lorenzo, presso la parrocchia S. Maria Assunta a Quarrata, dove si terrà un aperitivo durante il quale i ragazzi che nel 2007 parteciparono all’intitolazione dello stadio comunale all’ispettore di polizia, avranno la possibilità di incontrare di nuovo la moglie Marisa Grasso Raciti.
Alle ore 20, negli stessi locali, è in programma “A cena insieme... per parlare di legalità”. Saranno presenti Marisa Grasso Raciti e l’avvocato Giovanni Chinnici.

Questo incontro ripetuto – che il prossimo anno potrebbe ancora ripetersi perché così forse deciderà il Sindaco d’autorità, è costato 618 euro (vedere le fatture) più, forse, le spese di viaggio degli stessi ospiti.
Questa cifra non sarà esorbitante, ma, in quanto ripetuta, è senz’altro inutile.
E dinanzi alle osservazioni della Corte dei Conti, che in questi giorni risponde al Sindaco e dice che i dipendenti comunali in missione non devono utilizzare il mezzo proprio ma quelli pubblici per risparmiare, anche 618 euro possono essere tanti.

Se la cinghia va tirata, tiriamola da tutte le parti.

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martedì 8 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: CON ATTO DI UMILTA'...


… cosa che non fa mai il nostro beneamato Sindaco né alcuno dei suoi Assessori – e ripensiamo sia alla vicenda Ciottoli-Magazzini, sia alla vicenda Gaggioli-Cialdi –, siamo qui pronti a chiedere scusa ai nostri lettori perché, come dicevamo ieri, “abbiamo sbagliato a battere le cifre” e abbiamo attribuito alla coop “Il seminatore” molti più soldi di quanto gliene toccassero.
Ma attenzione: quegli 11.891,80 euro che le sono toccati, sono le cifre andate in appena due mesi, novembre e dicembre 2010. E sono, comunque, un gruzzolo davvero consistente e considerevole a questi chiari di luna.
Il nostro commentatore di ieri, che ci richiamava giustamente all’attenzione e alla esatta correttezza dei nostri ragionamenti, concludeva però con queste parole:

Complimenti comunque per la segnalazione che, sebbene su una cifra più bassa di quella indicata da voi, non cambia nella sostanza “etica” della questione...
Visto che siete osservatori attenti, vi invitiamo a controllare anche i finanziamenti percepiti dall’associazione Synthesis, che è sempre riconducibile alla SIG.RA MIGLIORINI... Magari ci si avvicinerà all’ammontare che ipotizzavate nell’articolo.
A presto.
R.T.

Appurato che questo è accaduto con la vicepresidente del Consiglio Comunale Sig.ra Migliorini, vi suggeriamo – e stavolta speriamo senza errori – di dare un’occhiata a quello che succede con il consigliere Nicola Magazzini e con la sua cooperativa SE.T.T., la cui pubblicità – come avevamo anche scritto su questo stesso blog – era appesa all’interno del Comune alcuni mesi fa.
Magazzini, fedele Pd della Sabrina, ha raccolto ben 15.283,24 €, pari a £ 29.592.479,1148.

E ora dite se è etico tutto quello che sta accadendo a Quarrata, nell’amministrazione del Sindaco della legalità.

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lunedì 7 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: E ‘IL SEMINATORE’ RACCOGLIE


Ci càpita sottomano, stamattina, la lista delle fatture liquidate e pagate di recente dal nostro Comune: mesi di novembre e dicembre 2010. E ci cade l’occhio su certi nomi che ricorrono più volte.
Ecco. Prendiamo un nome a caso: ‘Il seminatore’, una coop che sembra raccogliere davvero in abbondanza.
Biblicamente parlando, questo seminatore getta i suoi semi non sulla roccia e sul terreno sterile, come dice la parabola evangelica – che peraltro la Sabrina dovrebbe conoscere a menadito, visto che professa il credo della politica come servizio cristiano –, ma sul terren fertile del Comune di Quarrata.
Finora questa fortunata coop ha riscosso tranches per 11.891, 80 euro. Ma gli impegni comunali assommano – se non abbiamo sbagliato a battere le cifre – a ben 65.743,68 euro, un totale che supera i 127 milioni delle vecchie lire; più o meno 10 milioni l mese.
Ma il problema non è questo, cari lettori ed elettori.
È che la coop si identifica nella signora Alessandra Migliorini.
E la Migliorini – lo sanno tutti – è vicepresidente (e, da qualche tempo, presidente facente funzione) del Consiglio Comunale di Quarrata.
Sarà anche tutto legale, ma – parliamoci chiaro – non è per niente etico. E tra etica e legalità ce lo volete consentire che qualche piccola differenza ci sia?

Meno male, però, che il nostro è il Comune della legalità, della trasparenza e della correttezza. Eh, Sabrina…?

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domenica 6 febbraio 2011

IL PUNTO (INGANNEVOLE)


06. LA PARTECIPAZIONE DELLA GIUNTA DELLE ‘TRECCIAOLE’
Domenica 6 febbraio 2011

Razionalizzare gli sprechi, controllare a tappeto le dichiarazioni Isee, affittare strutture comunali, promuovere la cura volontaria di giardini e spazi pubblici, ridurre le pubblicazioni, razionalizzare il trasporto scolastico. Tante le proposte emerse dai cittadini per arginare nel bilancio 2011 i 650mila euro di tagli imposti dal governo. Una però è risultata imprescindibile: i servizi sociali non si toccano. Così Marta Quilici sul Tirreno di oggi, 6 febbraio.
Ma la sostanza non cambia: il percorso partecipativo del peggio Sindaco di Quarrata è stato e resta un flop condiviso da un’infima rappresentanza della popolazione di una città che ha buttato via una decina e passa di milioni delle vecchie lire (7-8mila euro) per arrivare ad avere delle risposte sostanzialmente insignificanti: come lo sono quelle di pochi su una massa infinita di elettori.
Sarebbe interessante, a questo proposito, sapere cosa ne penserebbe la Signora Sabrina di una Giunta scelta, per la sua città-posto in cui si vive bene, dallo stesso numero di persone (più o meno una cinquantina) che le hanno votato questa forma di partecipazione del menga.
Sarebbe contenta la Sabrina se in 50 decidessero di dimissionarla, mandarla a casa a calci – lei e i suoi nanetti – e sistemare sul trono altra gente più brava di lei e meno supponente?
Dato per scontato un chiaro no della Sabrina, ci dobbiamo porre di nuovo delle domande di buon senso:
  • chi crede di prendere in giro il Sindaco con questi suoi marchingegni?
  • come si permette di rivolgersi alla sua gente con queste furberie da quattro soldi?
  • perché pensa che noi possiamo ascoltare – senza scoppiare a ridere – certe esternazioni di un assessore come la Giovannetti che è – evidentemente – lì solo perché prona al Sindaco e succuba dello stesso?
Basta sentire cosa dichiara sul Tirreno per capire di cosa stiamo parlando:
«L’assessore Giovannetti ha annunciato l’intenzione di estendere il percorso in futuro anche su altri ambiti, ma ha difeso il percorso come alternativa alle assemblee pubbliche “in cui ha voce solo chi grida più forte e chi si autoproclama fautore della partecipazione. Noi volevamo sentire la gente comune”»: per chi non lo avesse capito questo significa che la Giunta non ha intenzione di ascoltare nessuno se non chi le garantisce il consenso, pilotato o meno, ma solo consenso.
La Sabrina ha paura della gente: lo si vede da come non la riceve, da come non la ascolta, da come non si mette a sua disposizione.
Torna dunque a pennello quanto dichiarava due sere fa l’ex-assessore Burchietti nello spazio dell’Agorà: che questa Giunta non ha niente di democratico, che non vuol saperne di confrontarsi con la gente, che non ha mai avuto intenzione di presentarsi alle assemblee, ma predilige l’applauso guidato dall’alto con forme – come queste della partecipazione dell’ultim’ora – con cui darla a bere al popolo; che non essendo scemo, non ci crede e non si presenta alla chiamata.
Per concludere, questa non è una Giunta.
Assomiglia di più a un gruppo di comari a veglia da una padrona di casa che detta le regole a cui gli invitati obbediscono mentre chiacchierano e continuano – come le trecciaiole della Covizzoli – a intrecciare fili di paglia per i cappelli di Firenze.

Sennò non saranno mai più invitate a casa della padrona…

Buona domenica democratica!

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sabato 5 febbraio 2011

Luca, se te ne vai via, non tradisci noi, tradisci te stesso


Caro On.le Barbareschi,

mi permetta di chiamarla Luca e di darle del Tu, come si fa con un vecchio amico. Ho assistito, incredulo, in questi giorni, alle notizie che si susseguivano sul Tuo possibile ritorno, da Fli, nelle fila del Pdl. Tu, Luca, hai commentato: ”Sono troppo vecchio per fare il figliol prodigo”. Poi, rispetto a determinate osservazioni che Ti venivano manifestate, hai aggiunto: “I maligni malignano”. Ebbene, con tutta la stima che provo nei confronti dell’attore che ho avuto occasione di apprezzare, al Teatro Manzoni di Milano, in una straordinaria interpretazione del “Gattopardo”, ho deciso di rischiare anch’io di passare per un essere maligno che, però, intende scriverti chiaramente quello che pensa. Ho, ancora, nella testa i Tuoi interventi in tv, a Omnibus come in altre trasmissioni televisive, nelle quali rammentavi la necessità di voltare pagina, di cambiare questo Paese, di mandare a scopare il mare, come dicono in Piemonte, tutti quelli che desiderano perpetuare la solita immagine della pannunziana “Italia alle vongole”. Parlavi di meritocrazia, di modernizzazione del Paese, di nuova frontiera.
A Bastia Umbra, declamavi il nostro “Manifesto per l’Italia”, Ti commuovevi, veramente, narrando un Paese che non c’è e che vorremmo ci fosse, innanzitutto, per quegli straordinari giovani di “Generazione Futuro”, la nostra avanguardia, che ci credono e che meritano che un’altra Italia sia consegnata nelle loro mani. Ora, Te lo scrivo chiaro e tondo, c’è qualcosa che non vorrei che accadesse. Non vorrei che Tu, tra qualche tempo Ti dimettessi, lasciando la politica e il Tuo posto a un deputato del Pdl. In silenzio. Poi, magari, dopo qualche mese ottenessi qualche incarico teatrale o culturale e un ricco contratto per la Tua “Casanova Entertainment”. Tu questo, Luca, non lo puoi fare, Tu non sei uno Scilipoti qualunque. Tu sai bene, cosa dice, nel “Gattopardo” il Principe di Salina: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Quel modo di leggere il mondo è di una volgare furbizia. E Tu con quella furbizia non hai nulla da spartire.

Luca, se Te ne vai via, non tradisci noi, tradisci Te stesso.


di. Enrico Flavio Giangreco da:http://www.generazioneitalia.it/

venerdì 4 febbraio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: AGORÀ, VERA PARTECIPAZIONE ED ‘ERETICI’ DOC


Come essere un pugno d’uomini e come fare il pieno. Ma soprattutto come poter ascoltare una lucida radiografia della condizione – miserrima in realtà – della politica quarratina.
E per fare questo c’è voluto l’intervento di un eretico: quel Franco Burchietti, ex-assessore al bilancio, che la politica malata della Sabrina e dei suoi seguaci ha opportunamente – dal suo punto di vista completamente cecato – allontanato dalla cosa pubblica, rendendo ogni propria azione ancor più misera perché meno ricca di un vitale apporto di idee imperniato su una apertura e un confronto totali o, come si direbbe con una pessima espressione pseudodisinvolta, a 360 gradi quale quella di Burchietti.
Come fare il pieno, dicevamo. La saletta della Civetta non poteva contenere più gente. E in mezzo al pubblico, oltre a iscritti e simpatizzanti dell’Agorà, oltre a Daniele Manetti, rappresentante della partecipazione e responsabile di Legambiente e del Comitato Olmi-Vignole, c’erano tutti i partiti locali. Tutti tranne uno: il Pd. Ma a Quarrata esiste un Pd? O c’è – come più volte abbiamo sostenuto anche noi con sarcastica ironia – solo il partito della Sabrina, che potremmo anche riscrivere con questo acrònimo: P(artito) D(ellaSabrina)?
Se non fosse stato evidente prima, lo è diventato da dopo che Burchietti, a ruota libera e con estrema limpidezza e libertà della parola, ha fatto la radiografia dell’amministrazione sabriniana, un vero e proprio érpice che ha spianato il futuro della città, ma solo per seminarci del sale.
Scarso interesse per la gente, scarsa apertura alla vera partecipazione, scarsa voglia di affrontare i veri problemi della popolazione, nessuna propensione a discutere non solo con gli elettori, ma anche con gli altri partiti, presenti e/o non presenti in consiglio: è questa la situazione che si è andata delineando, di Quarrata e della sua giunta, dalle parole di Burchietti, il cui intervento è venuto a suggello delle parole del relatore ufficiale Mauro Galligani, che aveva illustrato il valore e la funzione di un bilancio di ente pubblico, e di quelle di Alessandro Cialdi (Udc), che riferiva con l’esperienza del consigliere comunale di opposizione e, quindi, con tutte le difficoltà che caratterizzano la vita di un oppositore.
Il condensato, la somma del discorso di Burchietti, si possono riassumere in questa constatazione: la partecipazione raffazzonata della Sabrina, messa insieme in poche ore e cucinata in un fascicolo di 140 pagine circa, tra l’altro distribuite ai consiglieri ad appena un giorno di distanza dal dibattito in consiglio comunale, «non è democrazia, ma solo falsificazione del consenso della gente nei confronti delle scelte già fatte dall’amministrazione». Una cosa squallida e miserevole, quindi.
Fra parentesi, questa bella ‘esperienza sabriniana’ (e sia chiaro che questa è una battuta all’acido muriatico) è costata ai quarratini più di 6mila euro di Sociolab (i coordinatori dei tavoli della Màgia) e altri 800 euro di catering, per la cena alla sessantina dei cittadini che hanno partecipato ai dibattiti. E questa non è una vera oscenità e un inutile sperpero di denaro pubblico?
Renata Fabbri aveva fatto gli onori di casa e – con il suo solito piglio pratico – ha saputo distribuire e regolare i vari interventi, ordinati e chiari, provenienti da varie aree: dall’Idv (Pagliaro), a CittàPerTe (Bagattini), al Sel (Di Vincenzo e poi Musumeci), al Pdl nella persona del suo consigliere provinciale Guglielmo Bonacchi, ad alcuni del pubblico, fra cui Ivano Bechini, politico ma non di Quarrata.
Di fatto l’incontro di ieri sera – che in parte è servito anche in preparazione dell’assemblea di stasera, convocata al Polo Tecnologico dal sindaco democratico Sergio Gori per informare il popolo circa i tagli di bilancio, a corollario della partecipazione alla Màgia – è stato un vero e proprio successo: e sotto ogni profilo.
Un successo che ha fornito la prova di tutta l’inconsistenza e la fragilità della giunta quarratina e dei suoi uomini, sindaco in testa; che ha messo in luce come il potere tenda, nel suo spasmodico desiderio di autoconservazione, autoaffermazione e autopropagazione, a spazzar via dal proprio cammino, strumentalmente, gli uomini (o almeno certi uomini) che, con la loro capacità di riflettere, possono risultare particolarmente pericolosi e inadatti agli scopi di chi, pur partendo all’assunto che la politica è un servizio rivolto agli altri (anche di stampo cristiano…), finisce per restringerne le prospettive fino a farlo diventare un auto-servizio finalizzato alle ambizioni e agli scopi personali di uno solo – nella fattispecie il sindaco Sabrina Sergio Gori.
Per metterla in battuta – ma sapete bene che le battute delineano sempre grandi e problematiche realtà –, ieri sera nell’area dell’Agorà c’era tanta allegria e voglia di azione, di limpidezza e di riscatto, quanto grigiore e polvere stalinista deve esserci nelle soffocate riunioni smorte del Pd della Sabrina: dove tutto è unanimismo compatto e monolitico, senza aria e senza libera circolazione di idee, alla fine avallato dal sigillo della Benigni. Insomma un Pd che a Quarrata è come l’isola di Peter Pan: il Pd che non c’è.

Ma perché la Sabrina non è una vera Pd.

Edoardo Bianchini

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