mercoledì 13 febbraio 2008

La Fenice che non vola


Walter Veltroni può anche andare a Spello a lanciare la campagna elettorale del Partito Democratico o incaricare il “liberal” Enrico Morando di scrivere tutto solo il programma del Pd incentrandolo sullo slogan “meno tasse, più salari”. Ma è molto difficile che riesca a convincere gli italiani di essere il rappresentante del “nuovo che avanza” piuttosto che del “vecchio che indietreggia”. A rendere difficile l’impresa di “fregolismo politico” del segretario del Pd concorrono alcune circostanze precise. C’è l’evidente considerazione che anche ad affidare a Morando il compito di predisporre un programma ispirato al massimo del liberismo economico il Partito Democratico continua ad essere anche il partito di Vincenzo Visco, cioè del principale testimonial di un dirigismo di vago sapore sovietico ed il fervido sostenitore della necessità dell’aumento della pressione fiscale. C’è l’ancora più evidente rilievo che Veltroni può anche predicare francescanamente la fine di ogni ostilità o tono forte contro gli avversari, ma il Pd non rinuncia affatto all’intransigenza “pasionaria” di Rosy Bindi o al livore stratificato degli innumerevoli Furio Colombo.
C’è, inoltre, la banale constatazione che nei suoi propositi l’ex sindaco di Roma può anche prendere ad esempio il democratico Obama, ma il suo partito continua ad essere anche il soggetto politico che affida al terzinternazionalista Alfredo Raichlin il compito di scrivere lo statuto, la formazione che ospita tutti i più strenui sostenitori dell’intervento dello stato nell’economia e non rinuncia all’apporto di quei personaggi alla Ciriaco De Mita o alla Antonio Bassolino che più e meglio di Clemente Mastella simbolizzano l’uso del clientelismo come strumento di azione politica nel nostro Paese. Certo, con un adeguato supporto mediatico, tutte queste circostanze negative potrebbero anche essere sbiadite o mimetizzate. Ma a renderle inamovibili ed incancellabili c’è l’ostacolo più grande di tutti rappresentato dal fatto che il Partito Democratico può anche travestirsi da ordine monastico ma continua ad essere marchiato dal nome e dalla politica di Romano Prodi. Che è la testimonianza vivente ed imperitura che il Dna del Partito Democratico è rappresentato dalla tradizione del centro sinistra che, pur essendo risultata fallimentare per il Paese, costituisce la vera e più profonda natura del nuovo soggetto politico della sinistra governativa italiana. Con simile zavorra la Fenice veltroniana non ha alcuna possibilità di spiccare il volo!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravi, su questo blog il filo conduttore è parlar male della Sinistra e niente altro. Ma quando cominciate finalmente a parlare un pò dei vostri programmi e lasciate bollire nel loro (nostro) brodo la Sinistra?
Armido

Anonimo ha detto...

perche' fino ad oggi veltroni ha parlato anche del programma? non me ne ero accorto, comunque nei prossimi giorni e fino alle elezioni parleremo anche di quello e di quello del centrodestra. Ti ringrazio comunque dell'attenzione.
Mario Niccolai

Anonimo ha detto...

basta con questo gioco.
La destra accusa la sinistra e la sinistra accusa la destra.
Le idee di sinistra non sono peggiori di quelle di destra e viceversa. Tutto sta' nell'impegnarsi per il bene comune, collaborando, non facendo ostruzionismo.
Non mi sembra che in questi ultimi 15 anni sia stato fatto qualcosa in questa direzione.
Non prendetemi per un filo-Grillo, ma i politici-delinquenti non andrebbero votati.