RIFONDAZIONE DA’ LE FAVE A 5 EURO, IL PD I PANSOTI A 6 EURO…A BAGNASCO SOLO FISCHI, IN FONDO GLI E’ ANDATA BENE: AD ALTRI SACERDOTI, NEL TRIANGOLO DELLA MORTE, ANDO’ PEGGIO.
Ora e sempre desistenza , questo il motto con cui si sono svolte le celebrazioni del 25 aprile in quel di Crevari, sopra Voltri, quartiere di Genova. Nella frazione di Campenave, in collina, si sono svolte due feste, a distanza di appena duecento metri una dall’altra. Da una parte, più in basso, ecco la “Sinistrainfesta”, con bandiere rosse e arcobaleno; dall’altra, in posizione più dominante, davanti alla locale sede dell’ANPI, ecco le truppe dei veltroniani. Tante le differenze, vediamo di scendere nei dettagli musical-gastronomici. La festa degli Arcobaleno, organizzata dalla sezione Curiel, sezione di Prc di Prà e Voltri, era accompagnata intanto dalla musica a tutto volume di de Andrè e De Gregori, un solo partigiano presente ( gli altri sono stati tutti precettati dai Pd ), si mangiava rigorosamente in piedi o stesi sul prato. Andiamo al menù: frittelle a un euro, un piattino di frittura tre euro, una busta di fave 5 euro, il sardo fresco un euro e mezzo, una bottiglia di vino 3 euro. Una nota stonata che segnaliamo ai “compagni duri e puri”: nello stand dell’associazione Italia-Cuba dovrebbero esserci i sacri testi del “Che”, ragazzi…non il venditore di collanine e braccialetti brasiliani…non siamo in spiaggia compagni su…un po’ di decoro.
Duecento metri più su, ecco la festa versione Pd, decisamente in tono meno ruspante, musiche a cura dell’orchestra ” La dolce storia”, un po’ di “Bella ciao” e tanto ballo liscio. Prima grande differenza: qua tutti seduti ai tavoli e rigorosamente serviti…”. che borghesi” sussurreranno dall’altra festa… ( tra un po’ si faranno servire da qualche badante extracomunitaria ?). Anche il menù è più elaborato: pansoti al sugo di noci e ravioli al ragù a 6 euro, braciole di maiale a 6 euro, milanese a 7 euro, salsiccia alla piastra a 5 euro, vitel tonnè a 6 euro. Pure il dessert a 2 euro e vino a un euro in più rispetto a quelli di sotto.
E’ il caso di dire che i due gruppi si sono “fiutati” a distanza, più che per l’analisi politica in questo caso per gli odori di frittura che il vento maligno trasportava qua e là. Il patto di “desistenza” ha funzionato: vicini ma lontani, si sono divisi la collinetta, onorando la data e la festa.Nel frattempo in P.za Matteotti, a Genova, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in visita ufficiale a Genova per le celebrazioni del 25 aprile, ricordava che ” occorre coltivare la storia, senza sottacere nulla. C’e’ stato solo un mito privo di fondamento storico reale e usato in modo fuorviante e nefasto, quello della cosiddetta ” Resistenza tradita”, che è servita ad avvalorare posizioni ideologiche e strategia pseudo-rivoluzionarie di rifiuto e di rottura dell’ordine democratico costituzionale. Le ombre della Resistenza non vanno occultate”. Che le parole opportune di Giorgio Napolitano non sia state molto recepite, lo dimostra il sen. Raimondo Ricci, ex Pci, presidente dell’Anpi, che fa un intervento a senso unico, come suo costume …con aggravante avanzata senilità.
Il clou avviene in Piazza Matteotti, quando procede tra due ali di folla di rosso imbandierata, il cardinale di Genova ( e presidente della Cei), Angelo Bagnasco e viene sommerso da una salva di fischi e urla “buuu” destinate solitamente dagli ultras razzisti allo stadio a giocatori di colore. Evidentemente il razzismo alligna tra le truppe resistenziali che si sono date appuntamento in piazza, o più semplicemente trattasi di degni eredi di chi, nel triangolo della morte, in Emilia, nel dopoguerra massacrò decine di sacerdoti in nome della “rivoluzione comunista”, approfittando del clima favorevole.
Il cardinal Bagnasco, con classe e distacco, saluta la folla come se niente fosse. In fondo paga le coerenti posizioni della Chiesa sui temi etici, ha ricevuto minacce, è costretto a vivere con la scorta ( che peraltro avrebbe rifiutato, fosse dipeso da lui). Un grande uomo di Chiesa che giustamente non si cura dei fischi di qualche povero mentecatto. Perchè la differenza a nostro parere sta proprio qua: la Chiesa sa fare la Chiesa, difende la dottrina come è normale, i “rivoluzionari” non sanno fare i rivoluzionari, sono dei poveretti imborghesiti fino al midollo, con abiti firmati e frequentatori di salotti e ClubMed.
Per questo gli operai votano a destra, per questo nelle borgate e nei quartieri popolari avanza la destra, per questo chi vive nell’emarginazione sociale vede a destra un punto di riferimento: perchè si sono rotti i coglioni di farsi prendere per il culo da questi fighetti della politica politicante che vivono di celebrazioni e di speculazioni e poi hanno l’attico a Carignano con vista sul mare. A loro giunga il messaggio che Grillo ha esternato da Piazza Castello a Torino …”. fanculoooo” borghesia rossa miliardaria.
Andiamo a farci una bella, proletaria ” salsiccia alla piastra”…
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