sabato 5 aprile 2008

Berlusconi spazza via l’ambiguità di D’Alema: “il primo viaggio ufficiale sarà in Israele”


Silvio Berlusconi, nel corso di un’intervista all’ Agi, annuncia che in caso di vittoria il primo viaggio da premier intende farlo in Israele. “Il viaggio - dice - che ha più senso sarebbe proprio quello in Israele, rispondendo all’invito del presidente”. Il candidato premier del Pdl ricorda di essere stato invitato dal presidente israeliano a partecipare ai festeggiamenti dei 60 anni di Israele (http://www.repubblica.it/).
Forse questa dichiarazione di Berlusconi passerà inosservata e non se ne parlerà affatto sui giornali di domani, ma in realtà -se ci pensiamo bene- rappresenta un annuncio che rompe in modo definitivo con la politica estera portata avanti dal Governo dell’Unione e dal suo Ministro degli Esteri Massimo D’Alema.
In questi 20 mesi abbiamo visto di tutto, e ci siamo vergognati di avere come rappresentante dell’Italia all’estero un Ministro sempre prodigo di attenzione verso le organizzazioni terroristiche di Hamas ed Hezbollah, gruppi finalizzati allo sterminio di innocenti e alla distruzione dello stato di Israele. A questo proposito, rammentiamo che nell’estate del 2006 Massimo D’Alema se ne andò a braccetto per le strade di Beirut con l’esponente e deputato di Hamas Hussein Haji Hassan. Questa foto fece il giro del mondo e suscitò le giuste ire della Comunità Ebraica italiana:Successivamente il Ministro definì Hamas come “movimento popolare”, e sostenne la necessità di “coinvolgere nel processo di pace una parte importante del popolo palesinese”, con un implicito riconoscimento dell’organizzazione del terrore, colpevole dei più efferati delitti e attentati “kamikaze” contro civili israeliani. La politica ambigua di D’Alema suscitò aspre critiche da parte del centrodestra e dell’Ambasciatore israeliano Meir, che rispose così: “chi ci invita ad aprire trattative con Hamas in effetti ci invita a negoziare sulle misure della nostra bara e sul numero dei fiori da mettere nella corona”.
Fortunatamente i tempi bui sono passati, e Berlusconi si accinge a ritornare al Governo, con un primo atto destinato a cambiare alla radice la politica estera fin qui seguita, e a riallacciare i rapporti con Israele. L’annuncio del Cavaliere può davvero rappresentare un ottimo inizio per il suo eventuale futuro esecutivo. Gli ammiccamenti ai terroristi sono finiti; il ritorno all’amicizia con i veri rappresentanti della democrazia in Medio Oriente e l’atto di omaggio verso il 60° anniversario della fondazione di Israele ci riempiono di orgoglio.


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