Siamo di fronte a comportamenti sconcertanti per la loro gravità. Il nostro giudizio riguarda specificamente l’aspetto politico. Sugli altri profili, che pure emergono con chiara evidenza, è giusto che indaghi con assoluta serenità l’Autorità preposta.
Non chiediamo, al momento, le dimissioni di Martini e della Giunta regionale. Ci limitiamo, per ora, a chiedere a Martini se ritenga in coscienza che la Giunta regionale possa andare avanti. Se ritenga, insomma, che di fronte al fallimento delle politiche di assetto del territorio e di sviluppo economico nell’area più delicata e strategica della Toscana, fallimento che matura in un quadro dai contorni oscuri ed inquietanti, la Giunta abbia ancora le idee, l’autorevolezza e la credibilità per svolgere in maniera adeguata il proprio ruolo nel restante scorcio della legislatura.
La vicenda di Castello dimostra che quando le Istituzioni pubbliche non decidono, balbettano, annunciano strategie fumose e non mettono nessun punto fermo rispetto agli obiettivi di interesse pubblico, è inevitabile che le scelte vengano fatte altrove. Le decisioni che contano vengono determinate dagli interessi forti, che hanno idee e progettualità di grande peso, naturalmente considerate dal loro specifico punto di vista. Punto di vista legittimo nell’ottica privata, ma non necessariamente coincidente con le priorità pubbliche da tutelare.
Se si considera normale amministrazione, come ha fatto la Regione -rendendosi disponibile fra l’altro a giochetti di palazzo- quanto è successo a Campi Bisenzio, dove gli Amministratori comunali hanno buttato nel cestino i parametri previsti dagli strumenti urbanistici, o se si promuovono vicende amministrative come quelle legate alle multisala lungo l’asse Firenze-Campi-Prato, più che una “urbanistica contrattata” si arriva a teorizzare una sorta di ‘urbanistica suggerita’, in cui i ruoli tra pubblico e privato sono esattamente capovolti.
E così si rinviano, da decenni, scelte strategiche sull’aeroporto, sulle grandi infrastrutture e sui servizi per la mobilità di Firenze e della Piana. Addirittura si ritiene irrilevante, e pressoché equivalente, che in un’area strategica per il futuro della città e del suo raccordo con il territorio, come quella di Castello, possa sorgere un grande centro direzionale pubblico, oppure un grande centro sportivo, oppure un grande parco pubblico, oppure tutte e tre le cose insieme, sfidando le leggi della fisica oltre che quelle del buon senso. E’ proprio questo che si ricava da esternazioni ripetute dello stesso presidente della Giunta regionale.
In questa situazione di disastro politico e di fallimento dell’intera classe dirigente che amministra Firenze, la Provincia e la Regione, se Martini riterrà di andare avanti dovrebbe risultare perfino superflua la nostra richiesta di istituire una Commissione d’indagine regionale sui fatti di Castello. A ben guardare, questa Commissione dovrebbe essere già al lavoro, per rispondere col massimo rigore a quelle domande scomode e imbarazzanti che non possono essere eluse.
Alberto Magnolfi
Presidente del Gruppo regionale Forza Italia verso il Popolo della Libertà
Non chiediamo, al momento, le dimissioni di Martini e della Giunta regionale. Ci limitiamo, per ora, a chiedere a Martini se ritenga in coscienza che la Giunta regionale possa andare avanti. Se ritenga, insomma, che di fronte al fallimento delle politiche di assetto del territorio e di sviluppo economico nell’area più delicata e strategica della Toscana, fallimento che matura in un quadro dai contorni oscuri ed inquietanti, la Giunta abbia ancora le idee, l’autorevolezza e la credibilità per svolgere in maniera adeguata il proprio ruolo nel restante scorcio della legislatura.
La vicenda di Castello dimostra che quando le Istituzioni pubbliche non decidono, balbettano, annunciano strategie fumose e non mettono nessun punto fermo rispetto agli obiettivi di interesse pubblico, è inevitabile che le scelte vengano fatte altrove. Le decisioni che contano vengono determinate dagli interessi forti, che hanno idee e progettualità di grande peso, naturalmente considerate dal loro specifico punto di vista. Punto di vista legittimo nell’ottica privata, ma non necessariamente coincidente con le priorità pubbliche da tutelare.
Se si considera normale amministrazione, come ha fatto la Regione -rendendosi disponibile fra l’altro a giochetti di palazzo- quanto è successo a Campi Bisenzio, dove gli Amministratori comunali hanno buttato nel cestino i parametri previsti dagli strumenti urbanistici, o se si promuovono vicende amministrative come quelle legate alle multisala lungo l’asse Firenze-Campi-Prato, più che una “urbanistica contrattata” si arriva a teorizzare una sorta di ‘urbanistica suggerita’, in cui i ruoli tra pubblico e privato sono esattamente capovolti.
E così si rinviano, da decenni, scelte strategiche sull’aeroporto, sulle grandi infrastrutture e sui servizi per la mobilità di Firenze e della Piana. Addirittura si ritiene irrilevante, e pressoché equivalente, che in un’area strategica per il futuro della città e del suo raccordo con il territorio, come quella di Castello, possa sorgere un grande centro direzionale pubblico, oppure un grande centro sportivo, oppure un grande parco pubblico, oppure tutte e tre le cose insieme, sfidando le leggi della fisica oltre che quelle del buon senso. E’ proprio questo che si ricava da esternazioni ripetute dello stesso presidente della Giunta regionale.
In questa situazione di disastro politico e di fallimento dell’intera classe dirigente che amministra Firenze, la Provincia e la Regione, se Martini riterrà di andare avanti dovrebbe risultare perfino superflua la nostra richiesta di istituire una Commissione d’indagine regionale sui fatti di Castello. A ben guardare, questa Commissione dovrebbe essere già al lavoro, per rispondere col massimo rigore a quelle domande scomode e imbarazzanti che non possono essere eluse.
Alberto Magnolfi
Presidente del Gruppo regionale Forza Italia verso il Popolo della Libertà
1 commento:
Ecco un esempio di come la sinistra non è esente dagli affari...Poi vengono a raccontarci che le mani im pasto a giri viziosi ce l'ha Berlusconi....
Molti signori del Pd altro non sono che i pretoriani dei poteri forti...ovvero di banche, assicurazioni e grandi industrie!
Complimenti!
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