Su La Nazione del 16 giugno scorso, Forattini presentava una vignetta molto interessante; una di quelle considerate politically incorrect dai neo-idealisti del PD (e alcuni ce ne sono) e delle sinistre: non però da Di Pietro – abituato a ringhiare senza mezzi termini contro Napolitano – e dalla sua cosiddetta IDV, che, come sigla, a lume di naso, assomiglia a un malevolo acronimo da tasse, tipo IVA, INVIM o giù di lì.
Il vignettista, riprendendo una immagine che anche noi, per altri motivi, avevamo adottato per la nostra beneamata SSG e la sua giunta, ha raffigurato la favola oraziana del topolino che partorisce una montagna: solo che il topolino era il PD e la montagna non era Maometto ma un’enorme “genio-della-lampada” Beppe Grillo, che però veniva fatto uscire, bello gonfio e fumoso, dal culo del topo come una enorme scorreggia.
Letteratura, arte e politica sono piene di realismo: e non solo in Italia e non solo oggi. Gli antichi – pur se mangiavano le foglie e buttavano i fichi, come recita una malevola rima – erano molto bravi in questo: da Omero a Aristofane e alla commedia di mezzo; dai latini arcaici a Plauto, Catullo, Petronio, Giovenale, Marziale. Lo erano anche certi autori anonimi della prima letteratura francese (pensiamo ai fabliaux, conosciuti da noi come favolelli) e i goliardi e il buon Geoffrey Chaucer dei Canterbury Tales e, su su, via via fino ai giorni nostri – senza dimenticare lo scherzoso Boccaccio.
Il tema della scorreggia, in letteratura e in varie altre forme, parte da lontano, ma diventa patrimonio dell’umanità. Dalla pordè greca (che significa appunto questo) si arriva fino ai politici dei nostri giorni, ai nostri beneamati amministratori che danno gran prova della loro bravura nel produrre, almeno metaforicamente, una gran quantità di questi sacri oggetti, che in molti casi sono barocchi, gonfi e vuoti più dello spazio siderale.
In metafora, un paio di notevoli esempi ce li offre, in questi giorni, il nostro sindaco SSG che lunedì 20 (alle 21,30) con i suoi sette assessori incontra i cittadini al Parco Verde degli Olmi; e martedì 21 (alle 21,30) insieme ad Ambrogio Brenna, assessore regionale, Daniele Quiriconi, segretario provinciale CGIL, e Federica Fratoni, presidente della Provincia, tratterà il tema: La crisi del lavoro e delle aziende della piana. Discutiamo come uscirne insieme a istituzioni e forze sociali.
Nel primo caso (l’incontro del 21 luglio) la scorreggia è rappresentata dall’espressione il sindaco incontra i cittadini, perché al Parco Verde la Sabrina e i suoi sette moschettieri non incontrano i cittadini, ma solo quella parte dei cittadini che costituiscono, propriamente, i loro esclusivi elettori: in altre parole i beneamati PD. Per essere davvero politically correct, la Sabry dovrebbe chiamare i cittadini in piazza della Vittoria o Risorgimento, non in un’area dichiaratamente di partito.
Nel secondo caso – e vista la partecipazione di sovrastrutture politico-sindacali dal regionale in giù – più che dinanzi a una scorreggia siamo addirittura coinvolti in un barocco concerto per tromboni e timpani, piatti, coperchi e pentole; anzi: in una sinfonia tipo la Pastorale di Beethowen: sai quanti topi del PD dovrebbe disegnare Forattini per far sentire tutto il cromatismo vocale e strumentale di tono, altezza e intensità di tante fanfaluche! I 4 del poker d’assi saranno anche dei maestri a risolvere i problemi della crisi economica, ma quanti di loro hanno mai avuto e diretto una vera azienda dopo aver lavorato un’intera giornata di sudore in prima persona ed aver speso e investito non soldi pubblici ma quattrini propri e tirati fuori dalle proprie tasche? È bello e straordinario che le soluzioni ai peggiori problemi causati dalla globalizzazione economico-finanziaria (a cui peraltro i comunisti hanno contribuito ferocemente fino a farsi promotori del borsismo senza limiti – ricordiamo D’Alema presidente del consiglio…) ci vengano ora offerte su un piatto d’argento – come krafen, bomboloni e babà – dalla seconda ondata di questi PCI —> PDS —> ULIVI-MARGERITE —> PD (e chissà che altro in futuro) con la disinvoltura di chi ha le soluzioni sulla punta delle dita! Roba da medici che, alla stregua di un
Il vignettista, riprendendo una immagine che anche noi, per altri motivi, avevamo adottato per la nostra beneamata SSG e la sua giunta, ha raffigurato la favola oraziana del topolino che partorisce una montagna: solo che il topolino era il PD e la montagna non era Maometto ma un’enorme “genio-della-lampada” Beppe Grillo, che però veniva fatto uscire, bello gonfio e fumoso, dal culo del topo come una enorme scorreggia.
Letteratura, arte e politica sono piene di realismo: e non solo in Italia e non solo oggi. Gli antichi – pur se mangiavano le foglie e buttavano i fichi, come recita una malevola rima – erano molto bravi in questo: da Omero a Aristofane e alla commedia di mezzo; dai latini arcaici a Plauto, Catullo, Petronio, Giovenale, Marziale. Lo erano anche certi autori anonimi della prima letteratura francese (pensiamo ai fabliaux, conosciuti da noi come favolelli) e i goliardi e il buon Geoffrey Chaucer dei Canterbury Tales e, su su, via via fino ai giorni nostri – senza dimenticare lo scherzoso Boccaccio.
Il tema della scorreggia, in letteratura e in varie altre forme, parte da lontano, ma diventa patrimonio dell’umanità. Dalla pordè greca (che significa appunto questo) si arriva fino ai politici dei nostri giorni, ai nostri beneamati amministratori che danno gran prova della loro bravura nel produrre, almeno metaforicamente, una gran quantità di questi sacri oggetti, che in molti casi sono barocchi, gonfi e vuoti più dello spazio siderale.
In metafora, un paio di notevoli esempi ce li offre, in questi giorni, il nostro sindaco SSG che lunedì 20 (alle 21,30) con i suoi sette assessori incontra i cittadini al Parco Verde degli Olmi; e martedì 21 (alle 21,30) insieme ad Ambrogio Brenna, assessore regionale, Daniele Quiriconi, segretario provinciale CGIL, e Federica Fratoni, presidente della Provincia, tratterà il tema: La crisi del lavoro e delle aziende della piana. Discutiamo come uscirne insieme a istituzioni e forze sociali.
Nel primo caso (l’incontro del 21 luglio) la scorreggia è rappresentata dall’espressione il sindaco incontra i cittadini, perché al Parco Verde la Sabrina e i suoi sette moschettieri non incontrano i cittadini, ma solo quella parte dei cittadini che costituiscono, propriamente, i loro esclusivi elettori: in altre parole i beneamati PD. Per essere davvero politically correct, la Sabry dovrebbe chiamare i cittadini in piazza della Vittoria o Risorgimento, non in un’area dichiaratamente di partito.
Nel secondo caso – e vista la partecipazione di sovrastrutture politico-sindacali dal regionale in giù – più che dinanzi a una scorreggia siamo addirittura coinvolti in un barocco concerto per tromboni e timpani, piatti, coperchi e pentole; anzi: in una sinfonia tipo la Pastorale di Beethowen: sai quanti topi del PD dovrebbe disegnare Forattini per far sentire tutto il cromatismo vocale e strumentale di tono, altezza e intensità di tante fanfaluche! I 4 del poker d’assi saranno anche dei maestri a risolvere i problemi della crisi economica, ma quanti di loro hanno mai avuto e diretto una vera azienda dopo aver lavorato un’intera giornata di sudore in prima persona ed aver speso e investito non soldi pubblici ma quattrini propri e tirati fuori dalle proprie tasche? È bello e straordinario che le soluzioni ai peggiori problemi causati dalla globalizzazione economico-finanziaria (a cui peraltro i comunisti hanno contribuito ferocemente fino a farsi promotori del borsismo senza limiti – ricordiamo D’Alema presidente del consiglio…) ci vengano ora offerte su un piatto d’argento – come krafen, bomboloni e babà – dalla seconda ondata di questi PCI —> PDS —> ULIVI-MARGERITE —> PD (e chissà che altro in futuro) con la disinvoltura di chi ha le soluzioni sulla punta delle dita! Roba da medici che, alla stregua di un
Dulcamara dell’Elisir d’amore di Donizetti, reclamizzano la panacea, la cura universale buona per tutti i mali e miracolosa come l’acqua di Lourdes.
Ma quanto scorréggiano i topi? E quanti Beppe Grillo generano? Personaggi che, dopo avere scorreggiato ad abundantiam sul PD-trasformazione della loro anima antica e nostalgica, chiedono di poter entrare proprio nelle file PD per aumentare il rombo roboante delle scorregge del radioso futuro della ripresa economica e del cambiamento morale.Andiamoci, Quarratini, al Parco Verde degli Olmi. Ma ad ogni buon conto portiamoci dietro una maschera antigas: se non serve per le diossine dell’inceneritore di Montale, perché è tutto nei limiti della norma (parole di SSG), servirà sempre per le scorregge che verranno sparse a “larga mano” su chi sta ad ascoltare i tromboni altisonanti della politica che non rende mai conto di sé!
Ma quanto scorréggiano i topi? E quanti Beppe Grillo generano? Personaggi che, dopo avere scorreggiato ad abundantiam sul PD-trasformazione della loro anima antica e nostalgica, chiedono di poter entrare proprio nelle file PD per aumentare il rombo roboante delle scorregge del radioso futuro della ripresa economica e del cambiamento morale.Andiamoci, Quarratini, al Parco Verde degli Olmi. Ma ad ogni buon conto portiamoci dietro una maschera antigas: se non serve per le diossine dell’inceneritore di Montale, perché è tutto nei limiti della norma (parole di SSG), servirà sempre per le scorregge che verranno sparse a “larga mano” su chi sta ad ascoltare i tromboni altisonanti della politica che non rende mai conto di sé!
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