martedì 21 luglio 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: TURRIS EBURNEA…





Quarrata in degrado – Seconda puntata.

Turris eburnea, torre d’avorio – un titolo che di solito, nelle litanie, viene attribuito alla Madonna.
No, qui non siamo dinanzi alla Vergine. Siamo ancora nell’area degradata al di là della Scuola d’Arte, e questa che vediamo è la torre piezometrica dell’acquedotto, fatta realizzare dall’amministrazione Amadori negli anni 70.
A cosa serve? Era nata apposta per rimettere tutto l’acquedotto di Quarrata sotto pressione. Dalla sua altezza piuttosto impressionante, la torre era originariamente in grado di far giungere l’acqua, per il principio dei vasi comunicanti, agli appartamenti più alti dei palazzi di 5 piani del centro quarratino.
L’acqua – attinta da un pozzo sottostante – veniva pompata nell’imbuto colorato e, per ogni 10 metri di altezza, aggiungeva un’atmosfera di pressione alla rete idrica del centro cittadino, che risultava piuttosto… sgonfio.
Ora osservate bene questa enorme colonna che un qualche senso lo mantiene ancor oggi, a distanza di quasi 40 anni: e riflettete se non è il caso di dare un ritocco alla struttura, i cui ferri appaiono piuttosto scoperti e assai simili – visti da vicino – al degrado delle case dell’edilizia popolare delle Fornaci di Pistoia.
Un patrimonio di Quarrata affidato alle (in)cur(i)a di Publiacqua e lasciato a se stesso proprio mentre il sindaco e la giunta non hanno alcun motivo di arrossire pensando alla costruzione di una balena in pieno centro, allo spostamento della colonna dell’impero dinanzi al Comune (potrebbero metterci questa? È più grande e più visibile, no?) e ad arare piazza della Vittoria per farci un augusto giardino botanico.
Ecco: pubblichiamo questo esempio di inconcepibile degrado appena qualche ora prima che SSG, insieme ai suoi altri tre assi del poker, si presenti – al Parco Verde di Olmi – ai cittadini di Quarrata (oooops… ai suoi elettori PD).
Prima di parlare delle soluzioni della crisi economica che attanaglia anche la nostra città, suggeriamo, con molta umiltà, alla signora Sabrina, di portare i suoi compagni anche dietro la Scuola d’Arte: così, tanto per far vedere loro che anche il pubblico non scherza quanto a disinteresse circa il patrimonio.
Soprattutto quando spende milioni per opere inutili e dimentica e fa cadere quelle che si reggono a malapena in piedi…

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