giovedì 15 maggio 2008

Facciamocene una ragione


Non so se - come sostiene il direttore di Europa Stefano Manichini - Marco Travaglio, Furio Colombo, Beppe Grillo e Antonio Di Pietro abbiano messo in piedi un piano teso a «ricattare il Pd e costringerlo a uno status di minoranza permanente». Non so, soprattutto, se il vero obiettivo di questa “Agenzia del Risentimento” (la definizione, quanto mai calzante al gruppetto, è di Giuseppe D’Avanzo) sia davvero il partito di Veltroni e il condizionamento della sua linea politica. Di certo qualche conto non torna.
Ma c’è di più. Secondo alcuni osservatori, direttore ed editore di Repubblica (rispettivamente Mauro e De Benedetti), attaccando frontalmente Travaglio, starebbero facendo un piacere allo stesso Veltroni che è intimorito che un possibile successo elettorale alle Europee del 2009 offuschi definitivamente la sua leadership. Anche per questo il segretario del Pd (il quale non ha ancora chiarito i motivi dell’apparentamento elettorale con l’IdV) sarebbe impegnato ad innalzare – proprio alle consultazioni del prossimo anno – uno sbarramento al 4 per cento per contrastare il cammino del partito dell’Agenzia (appunto l’Italia dei Valori).
Sarà così? Può darsi. Ma l’atteggiamento di totale indisponibilità al dialogo che ha assunto dell’IdV è eloquente. D’altronde, il presidente del Consiglio afferma: «Non ci sarà da parte nostra un rifiuto pregiudiziale nei confronti dei contributi dell'opposizione». Quest’ultima, dal canto suo, non ha chiuso del tutto al dialogo con la maggioranza limitandosi, nel futuro, a giudicare gli atti del governo volta per volta. E Fassino promette nessuna "ostilità” o "pregiudizio": nei confronti del governo il Pd assumerà un atteggiamento "concreto", valutando i problemi e le soluzioni che verranno proposte.
Questo vogliono i cittadini, questo serve alle Camere per riformare gradualmente il Paese laddove le cose ancora non vanno. E se Di Pietro “non abbocca” (come ama dire lui) ce ne faremo una ragione: i cambiamenti sono necessari; i pregiudizi, il giustizialismo, il protagonismo dei singoli lo sono, invece, assai meno.

Aggiornamento. L'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha deciso a maggioranza di aprire un'istruttoria nei confronti della Rai per le trasmissioni Annozero del primo maggio e Che tempo che fa del 10 maggio. Alla tv pubblica viene contestata «la presunta violazione dell'articolo 4 (diritti fondamentali della persona) e dell'articolo 48 (compiti del servizio pubblico) del Testo unico della radio.


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