Hai voglia a ripetere le solite banalità! Che chi si spada colpisce di spada ferisce. Che a giocare con il fuoco del giustizialismo si rischia di bruciarsi le mani. Che le volpi finiscono in pellicceria. E via di seguito. Ma, diciamo la verità, chi se lo sarebbe mai immaginato che, a forza di usare il “metodo Travaglio” dei fatti separati dalla logica, anche lo stesso Travaglio si sarebbe ritrovato in mezzo a vicende assai travagliate? Nessuno. Nessuno, tranne, ovviamente, Giuseppe D’Avanzo, che, tanto per ribadire di essere il numero uno in fatto di giornalismo giudiziario giustizialista, ha raccontato che tra Travaglio e Schifani esiste lo stesso rapporto esistente tra il bue che dice cornuto all’asino. Il tutto a causa dell’ospitalità in un albergo siciliano offerta a Travaglio da un sottufficiale di polizia successivamente risultato colpevole di favoreggiamento nei confronti del mafioso Bernardo Provenzano. Minchia! Si direbbe a Bolzano. Ma che ha fatto Travaglio a D’Avanzo per essersi meritato una rasoiata sulla faccia di questa portata? In realtà sembra proprio nulla. Solo concorrenza tra forcaioli. Quello di Questura contro quello di Procura.
giovedì 15 maggio 2008
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