Il premier Prodi: “L’emergenza rifiuti è una vergogna. Dobbiamo fermarla. Il Paese ha l’obbligo di sollevare dalle sofferenze chi in questo momento sta subendo danni. L’esercito aiuta il Paese” e poi annunciava il suo primo provvedimento sull’emergenza rifiuti a Napoli e in Campania:
“Ho dato disposizione al ministro dell’Istruzione perché vengano immediatamente riaperte le scuole che era stato deciso di chiudere. I bambini che stanno a casa da scuola non vanno nè in Val d’Aosta nè sulle Dolomiti, ma rimangono nelle zone con lo stesso inquinamento. Se in qualche scuola ci sarà una situazione di emergenza manderò stanotte a pulire intorno in modo che si possa riaprire la scuola”.
Una ricerca facile facile mi dice che era il 6 gennaio 2008 e il governo Prodi era in carica dal 17 maggio 2006, ministro dell’Ambiente era il verde Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della regione Campania Antonio Bassolino, sindaco del comune di Napoli Rosetta Russo Iervolino.
Il presidente Napolitano interveniva pubblicamente da Lubiana. Problema grave, ma dall’Ue attenzione eccessiva:
a suo avviso la questione negli ultimi tempi “ha assunto un rilievo che forse va anche al di là della giusta misura“. L’Europa, ricorda il capo dello Stato, guarda “con soddisfazione i nostri risultati” in materia di risanamento economico, siamo “rispettati per il nostro impegno” su molti tavoli, ma esistono ancora “questioni aperte, e non sono poche. Ultimamente ha preso rilievo, anche al di là della giusta misura, il probema dell’emergenza dei rifiuti in Campania”.
E’ di oggi la notizia in tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali: L’Europarlamento si pronuncerà sulla politica italiana nei confronti dei rom. L’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo con 106 voti a favore, 100 contrari e 2 astenuti una richiesta del gruppo del Pse di tenere un dibattito in aula questa sera sulla situazione dei Rom in Italia e nell’Ue.
La Commissione europea è sollecitata dall’Europarlamento a fare una dichiarazione in apertura del dibattito. La richiesta, presentata dal capogruppo Pse, Martin Schulz, e sostenuta dalla collega Monica Frassoni, capogruppo dei Verdi.
Al di là delle legittime posizioni diverse sul pacchetto sicurezza e sull’idea di inserire il reato di immigrazione clandestina, rileggendo la cronistoria dei fatti sarebbe troppo domandarsi ma la signora Monica Frassoni - rieletta nel 2004 per la Federazione dei Verdi italiani, nella circoscrizione nord-ovest, dopo la rinuncia di Alfonso Pecoraro Scanio che ha preferito dedicarsi alla politica italiana - il signor Martin Schulz e chi chiede oggi urgenti misure utili e non propagandistiche dove stavano in questi periodi?
E come pensano di essere credibili oggi, quando ancora come dice in un soprassalto di dignità, un mio conterraneo
nessuna decisione ancora è stata presa. Né lo sarà presto o facilmente, trattandosi di materia destinata a finire, tutta o in gran parte, all’esame di Camera e Senato. Così, come non erano chiari nei giorni scorsi gli attacchi all’Italia del governo spagnolo - un esecutivo, quello di Zapatero, che sia sulla frontiera marocchina, che su quella dei nomadi, non ha certo usato mezze misure - non si capisce in che modo, oggi, l’Europarlamento possa mettere sotto esame l’Italia come Paese xenofobo prima che sia fissata la sua linea su sicurezza e immigrazione. In fondo, a Strasburgo sarebbe bastato aspettare qualche giorno: per capirne di più, ed evitare che il dibattito di oggi finisca col sembrare, a dispetto anche delle migliori intenzioni, una sorta di avvertimento preventivo a Berlusconi.
“Ho dato disposizione al ministro dell’Istruzione perché vengano immediatamente riaperte le scuole che era stato deciso di chiudere. I bambini che stanno a casa da scuola non vanno nè in Val d’Aosta nè sulle Dolomiti, ma rimangono nelle zone con lo stesso inquinamento. Se in qualche scuola ci sarà una situazione di emergenza manderò stanotte a pulire intorno in modo che si possa riaprire la scuola”.
Una ricerca facile facile mi dice che era il 6 gennaio 2008 e il governo Prodi era in carica dal 17 maggio 2006, ministro dell’Ambiente era il verde Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della regione Campania Antonio Bassolino, sindaco del comune di Napoli Rosetta Russo Iervolino.
Il presidente Napolitano interveniva pubblicamente da Lubiana. Problema grave, ma dall’Ue attenzione eccessiva:
a suo avviso la questione negli ultimi tempi “ha assunto un rilievo che forse va anche al di là della giusta misura“. L’Europa, ricorda il capo dello Stato, guarda “con soddisfazione i nostri risultati” in materia di risanamento economico, siamo “rispettati per il nostro impegno” su molti tavoli, ma esistono ancora “questioni aperte, e non sono poche. Ultimamente ha preso rilievo, anche al di là della giusta misura, il probema dell’emergenza dei rifiuti in Campania”.
E’ di oggi la notizia in tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali: L’Europarlamento si pronuncerà sulla politica italiana nei confronti dei rom. L’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo con 106 voti a favore, 100 contrari e 2 astenuti una richiesta del gruppo del Pse di tenere un dibattito in aula questa sera sulla situazione dei Rom in Italia e nell’Ue.
La Commissione europea è sollecitata dall’Europarlamento a fare una dichiarazione in apertura del dibattito. La richiesta, presentata dal capogruppo Pse, Martin Schulz, e sostenuta dalla collega Monica Frassoni, capogruppo dei Verdi.
Al di là delle legittime posizioni diverse sul pacchetto sicurezza e sull’idea di inserire il reato di immigrazione clandestina, rileggendo la cronistoria dei fatti sarebbe troppo domandarsi ma la signora Monica Frassoni - rieletta nel 2004 per la Federazione dei Verdi italiani, nella circoscrizione nord-ovest, dopo la rinuncia di Alfonso Pecoraro Scanio che ha preferito dedicarsi alla politica italiana - il signor Martin Schulz e chi chiede oggi urgenti misure utili e non propagandistiche dove stavano in questi periodi?
E come pensano di essere credibili oggi, quando ancora come dice in un soprassalto di dignità, un mio conterraneo
nessuna decisione ancora è stata presa. Né lo sarà presto o facilmente, trattandosi di materia destinata a finire, tutta o in gran parte, all’esame di Camera e Senato. Così, come non erano chiari nei giorni scorsi gli attacchi all’Italia del governo spagnolo - un esecutivo, quello di Zapatero, che sia sulla frontiera marocchina, che su quella dei nomadi, non ha certo usato mezze misure - non si capisce in che modo, oggi, l’Europarlamento possa mettere sotto esame l’Italia come Paese xenofobo prima che sia fissata la sua linea su sicurezza e immigrazione. In fondo, a Strasburgo sarebbe bastato aspettare qualche giorno: per capirne di più, ed evitare che il dibattito di oggi finisca col sembrare, a dispetto anche delle migliori intenzioni, una sorta di avvertimento preventivo a Berlusconi.
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