Perse le elezioni, con l'acqua alla gola , nel pieno di una faida interna, Veltroni non ha trovato meglio che dare il là alla stampa per attaccare Fini che aveva -giustamente- sostenuto che è più preoccupante e grave quanto sta accadendo a Torino di quanto è avvenuto a Verona.
La verità del lupo rosso è questa: il branco di Verona non è quello che è -un gruppo di disgraziati ammantati di ideologia da stadio- ma è espressione della canea nera che con le elezioni del 14 aprile ha avvolto prima il paese e poi Roma.
La verità di Fini -e della verità stessa- è che a Verona si è verificato un terribile episodio di violenza che ha ucciso un giovane, ma senza che quel branco avesse o abbia un retroterra politico. E' il bis del caso Raciti e degli innumerevoli episodi di violenza da branco che colpiscono l'Italia (se mai ci si chiede come mai il ministro degli Interni di Amato non abbia disinnescato quel gruppazzo, assolutamente noto alla polizia).
Quanto avviene a Torino invece ha un suo profondo retroterra culturale e politico ed è l'antisemitismo.
Tutto qui.
Ma la sinistra à la Veltronì continua a non volere prendere atto che ormai l'antisemitismo in Italia è crescente, è diffuso e che ha le sue complicità più forti e radicali nel culturame della sinistra antagonista (vedi Vattimo).
La sinistra à la Veltronì non vuole prendere atto che quando un tipino come Tariq Ramadan attacca frontalmente il capo dello Stato intimandogli di non andare a Torino, è il segno che tutte le complicità che lei stessa ha esercitato nei confronti di tariq Ramadan (vedi Gad Lerner, i sindaci di Trieste, Riccardo Illy & C.) hanno rafforzato un fascismo islamico antisemita.
L'8 maggio a Torino accadrà qualcosa di grave, ci sono tutti i segnali per prevederlo. Gianfranco Fini ha avuto l'intelligenza politica per segnalarlo.
Veltroni, repubblica e la sinistra ha preferito la politichetta della polemica facile, attacca i pseudo nazisti e non si accorge di avere coccolato i veri nazisti
Vecchia storia.
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