mercoledì 7 maggio 2008

Con Israele e contro ogni antisemitismo


Domai a Torino si apre la Fiera del Libro.
Quest’anno la kermesse viene dedicata allo Stato d’Israele: per festeggiare i sessant’anni dalla sua nascita.
Da mesi, ambienti estremistici di sinistra, invitano al boicottaggio della manifestazione.
Perché?
Perché per loro Israele è uno Stato nazista, imperialista, colonizzatore.
Oggidì l’antisemitismo ha un volto relativamente inedito. Meno minaccioso, apparentemente “legittimo”.
Assume le fattezze dell’antisionismo: variante politicamente corretta del primo.
Israele - avamposto di assoluta civiltà democratica in Medio Oriente -, per loro è una cancrena. Un bubbone.
Come le politiche - giudicate di “annichilimento” - che esso indirizza ai palestinesi.
Se c’è un attacco missilistico (o terroristico) contro Israele, non esiste: lo si cancella. Si provvede a far finta di non vederlo. E lo si espunge anche dalle pagine dei giornali: La Repubblica e Corriere della Sera in primis.
Se da Israele si muove un atto di difesa, che cagiona vittime (come purtroppo è inevitabile in “guerra”): Israele - che reagisce - è uno stato criminale.
Nazista, appunto.
La verità è che frange della sinistra comunista, ostentano un odio aprioristico nei confronti d’Israele. Il più delle volte ingiustificato (e ingiustificabile).
E’ un odio politico: come quello nei confronti degli Stati Uniti.
Non a caso entrambe le entità statuali citate, nell’immaginario collettivo di sinistra rappresentano la quintessenza del Male.
Perché?
Non chiedetelo a loro, non vi sapranno rispondere!
O al massimo citeranno leggende metropolitane, tipo: “Le Torri Gemelle sono state abbattute per volontà dell’amministrazione Bush, con l’ausilio del Mossad: il servizio segreto israeliano”.
In fondo - sia pur provocatoriamente -
oggi Gianni Vattimo (che appoggia il boicottaggio), ha detto che forse i Protocolli dei Savi di Sion, tanto falsi non sono. Pazzia!
Per questo l’antisionismo della sinistra estrema, è razzismo: perché è intriso di pregiudizio. Non è fondato su fatti, ma è figlio di un discrimine aprioristico. Immotivato.
Per questo è antisemitismo, e legittimità non può avere.
Per questo bisogna stare con Israele.


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