giovedì 29 maggio 2008

Appartamenti nella chiesa di S. Biagio


Nel progetto di recupero anche uno spazio pubblico per la cittadinanza Don Fabbri: «Un piano proposto dalla Curia e avvallato da Comune e Sovrintendenza»


Appartamenti nella parte vecchia della canonica, restaurate e adibite ad uso pubblico la chiesa e la compagnia. Il progetto di recupero della chiesa di San Biagio - fino al 1957 chiesa ufficiale di Casini e ora in stato di evidente degrado - è quasi ultimato. A realizzarlo, lo studio dell’ingegner Franco Gori su commissione della Curia pistoiese. Nel corso di un incontro avuto con l’economo della Curia, don Paolo Firindelli, due mesi e mezzo fa il sindaco Sabrina Sergio Gori ha manifestato l’intenzione del Comune di collaborare con la proprietà della chiesa e con i progettisti per ridurre i tempi d’intervento a quelli strettamente necessari all’approvazione del progetto e all’inizio dei lavori. «Troppo importante il recupero della chiesa di San Biagio - sottolineava il sindaco - per la comunità quarratina. Sia da un punto di vista storico che culturale». Per tanti quarratini, soprattutto di una certa età e con la memoria colma di ricordi della chiesa negli anni del suo splendore, è una ferita allo sguardo e all’anima passare per via Firenze e osservare il degrado della chiesa di San Biagio. In tanti, nel corso degli ultimi anni, hanno sollecitato Curia e Comune a intervenire e a progettare il recupero dell’immobile. «Quantomeno - facevano notare in molti - ad effettuare una manutenzione più continua della vegetazione intorno alla chiesa e a puntellare le parti pericolanti dell’edificio, pericolose per chi ci passa vicino». La chiesa di San Biagio, situata sulla riva destra del torrente Stella, in via Firenze, è stata costruita intorno all’anno 1165, grazie ad un’elargizione della contessa Matilde di Toscana (proprietaria di diversi possedimenti nella zona). Dal 1957 la chiesa ufficiale di Casini è quella del Sacro Cuore di Gesù, sulla ex statale Fiorentina, ma San Biagio rappresenta una parte fondamentale della storia del Comune. «Notizie più dettagliate potranno essere fornite a breve dallo studio dell’ingegner Gori - ci risponde cortesemente don Patrizio Fabbri, parroco di Casini e Vignole - ma so che il progetto è quasi ultimato. Si tratta di un piano proposto dalla Curia e avallato da Comune e Sovrintendenza ai Beni culturali, che mira a recuperare, in parte per uso pubblico, in parte per uso residenziale, l’edificio di San Biagio». Nella parte vecchia della canonica dovrebbero trovare posto quindici appartamenti. La chiesa e la compagnia saranno invece ristrutturate e recuperate per essere poi usate dalla cittadinanza in incontri pubblici. «Assemblee, incontri, manifestazioni, feste. La chiesa è un patrimonio di Casini e sia la Curia che il Comune ci tengono a restituirla alla popolazione», afferma don Patrizio Fabbri. Chiesa e compagnia rimarranno di proprietà della Curia, ma una convenzione con il Comune permetterà a quest’ultimo l’utilizzo degli spazi per pubblici eventi. Don Fabbri ha anche presentato un’osservazione al regolamento urbanistico (attualmente l’ufficio urbanistico sta terminando di controllare le 570 osservazioni fatte al nuovo regolamento: l’amministrazione conta di poterlo approvare entro l’estate) chiedendo il passaggio dell’area, dove si trova il complesso monumentale, da agricola ad urbana. La notizia del piano di recupero lascia perplesse le opposizioni, che hanno presentato un’interpellanza in consiglio comunale. «Abbiamo ricevuto da parte del sindaco risposte molto vaghe - dice Mario Niccolai, consigliere di Forza Italia verso il Popolo delle Libertà - Non nascondiamo la nostra preoccupazione. La chiesa di San Biagio è la terza più antica di Quarrata, dopo quelle di San Michele a Tizzana e quella di Buriano. Preoccupa che la stessa Curia si faccia promotrice di un progetto che ne trasforma una parte in appartamenti. Chiederemo al più presto un incontro con don Firindelli, ma ci sembra strano che la Sovrintendenza non abbia niente da obiettare». «San Biagio - conclude - è un patrimonio storico di Quarrata. Non si può cancellare un pezzo della nostra storia con una colata di cemento».


Dalla cronaca locale de "Il Tirreno" del 28/05/2008

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