La norma salva-manager inserita nel decreto Alitalia nel corso dell'esame in aula del provvedimento al Senato sarà cancellata. Lo fanno sapere fonti di Governo dopo l'aut aut del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «O via l'emendamento salva-manager, o va via io». L'emendamento salva-manager era stato approvato in aula al Senato, su proposta dei due relatori del provvedimento, i senatori del Pdl Antonio Paravia, relatore per la X commissione e Angelo Maria Cicolani, relatore per l'VIII commissione. Ora il relatore alla Camera del decreto e presidente della commissione Trasporti Mario Valducci conferma che la norma va espunta. «Una interpretazione estensiva della cosiddetta norma salva-manager rischia di creare effetti indesiderati dal Governo e dalla maggioranza rispetto alla ratio con la quale è stata concepita.» Per Valducci «va dunque espunta dal testo del decreto Alitalia per essere esaminata nel disegno di legge delega sulla riforma del diritto fallimentare».«Nel provvedimento varato dal governo per salvare Alitalia si nasconde un articolo che potrebbe evitare le condanne per i crac Cirio e Parmalat», ha scritto «La Repubblica» anticipando oggi i contenuti di un'inchiesta di «Report», il programma di RaiTre curato da Milena Gabanelli. «Secondo il provvedimento - scrive il quotidiano- se non c'è stato il fallimento delle società coinvolte negli scandali finanziari, i reati commessi dai manager non sono perseguibili».
L'emendamento 1.108 presentato in aula al Senato dai relatori inserisce l'articolo 7-bis nel decreto legge 347/2003, la cosiddetta legge Marzano, che contiene misure urgenti per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di insolvenza. L'articolo è dedicato all'applicabilità delle disposizioni penali della legge fallimentare e prevede l'equiparazione delle dichiarazioni in stato di insolvenza alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, o nell'ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura. La disposizione, secondo Paravia e Cicolani, esclude dalla sua applicabilità i casi di accertata falsità dei documenti posti a base della procedura, «quindi non si applica ai casi citati da affrettate dichiarazioni di alcuni dirigenti politici e ad alcuni organi di informazione (Parmalat, Cirio, ecc)».
Nella notte si sono susseguite una serie di telefonate tra i parlamentari del Popolo delle libertá. Un errore, si è detto, «non è possibile che in un momento delicato e di fronte a una crisi finanziaria si possa pensare di fare una norma per salvare i manager responsabili». Poi l'esplosione di Tremonti in aula al Senato, apprezzata dall'opposizione. I due relatori del provvedimento al Senato, autori dell'emendamento 1.108, in una nota precisano che l'emendamento salva-manager presentato al dl Alitalia, in Aula al Senato dove il decreto è stato approvato il primo ottobre, non si applica a casi come Parmalat e Cirio. «L'emendamento - sottolineano in una nota congiunta - è mirato esclusivamente a tutelare le difficili scelte da parte dei commissari, operate in momenti oggettivamente straordinari, come è ad esempio nel caso di Fantozzi, che hanno l'esigenza di agire in modo certamente responsabile, ma discrezionale e flessibile, tendendo in primo luogo a garantire la continuità di un pubblico servizio». Di fatto, però, la norma si applica a tutte le società. «La necessità di una formulazione generale e non mirata al singolo caso Alitalia - dicono Paravia e Cicolani - si rende necessaria per ovvie ragioni di costituzionalità della norma stessa».
Nicoletta Cottone, Il Sole 24 Ore, 9 Ottobre 2008.
venerdì 10 ottobre 2008
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