Dario Fo, Giulietto Chiesa, Maurizio Blondet, Franco Cardini: la loro personale verità sull’11/9 era diventata la bandiera dei complottisti antiamericani e giudeofobi. La realtà invece è molto diversa… La pletora di foto e video ora disponibile nei dossier e nelle inchieste dimostra come questi signori abbiano raccontato ai loro ingenui seguaci sempre e soltanto delle incredibili fandonie.
Per anni Dario Fo ha scandito la celebre frase «cinque metri, ripeto, cinque metri» riferendosi alla breccia causata sulla facciata del Pentagono dall’attentato aereo dell’11/9: evidentemente troppo piccola (delizioso il video in cui l’anziano saltimbanco pontifica davanti a una lavagnetta scientificamente disegnata a matita). Questa frase era diventata bandiera per tutto il gruppo di adepti di Giulietto Chiesa & Compagni avidi di propagandare la loro personale verità sull’11/9. Quanto invece sia diversa la realtà lo dimostrano senza ombra di dubbio i nuovi video e le nuove foto pubblicate, confermando tutti i libri le cui inchieste smascherano una per una le fanta-teorie menzognere dei complottisti. Per la cronaca, i danni suddetti interessarono non solo la facciata del Pentagono ma si addentrarono sino al terzo anello interno, e orizzontalmente coprivano una larghezza complessiva di circa 54 metri, mentre l’apertura della famosa breccia non fu di cinque metri bensì di oltre 35, perfettamente compatibile con l’apertura alare di un Boeing 757 che è, come si sa, di 38,05 metri.
Ma non è un caso che si sia qui preso l’avvio dal comico Dario Fo, infatti, pur nelle infinite tragedie conseguite a quel giorno, queste dichiarazioni sue e dei suoi compagni di merenda emergono con una tale prepotente comicità da meritarne menzione. Una fra tutte (occorre un volume intero per citare interamente le castronerie dei complottisti, e ve ne daremo infatti i titoli), questa dei “cinque metri”, appunto, appartiene a filmati e foto usati dai medesimi complottisti dove è sufficiente prendere un semplice righello e misurare per rendersi conto della malafede di questi: in pratica le loro stesse presunte prove sono proprio le prove della loro falsità, a meno che i soccorritori in proporzione non fossero alti pochi centimetri. Questo ovviamente non è l’unico divertente autogol dei complottisti, potendosi citare, per esempio, le foto usate da Thierry Meyssan e pubblicate sul suo sito Asile.org per denunciare come il Pentagono fosse perfettamente intatto attorno al punto dell’esplosione, mentre proprio da quelle immagini si vede bene la serie di pareti carbonizzate e danneggiate fin dentro le aree interne dell’edificio. La pletora di foto e video ora disponibile sia nei dossier che nelle inchieste (che non sono «una sola, ufficiale» come blaterato dai complottisti, bensì otto fra governative, federali, giudiziarie, e militari, e una quantità impressionante di tecnico-scientifiche e giornalistiche) illustra semplicemente due cose: la prima è che questi signori hanno sempre raccontato soltanto fandonie ai loro ingenui seguaci, e la seconda è che per avallare le loro tesi false non hanno mai esitato a manipolare la verità mostrando foto e documenti incompleti, incongrui (inquadrature tagliate, o coperte dal fumo e dal getto degli idranti), e nascondendo attentamente quelli chiari e probanti (per esempio le foto – disponibili – coi rottami del volo AA77: si veda il libro Firefight: Inside the Battle to Save the Pentagon on 9/11, scritto dal vigile del fuoco e riservista dell’esercito statunitense Patrick Creed e dal giornalista Rick Newman).
Gli esempi comici non finiscono qui. C’è per esempio Maurizio Blondet, un personaggio che ha fatto dell’antisemitismo la sua ragione di vita, e che in Tv si perita d’affermare con supponenza: «Quel fumo così nero [nelle Twin Towers] dice che l’incendio all’interno stava soffocando, già pochi minuti dopo l’impatto, per mancanza d’aria. Ciò significa che il fuoco era spento», di conseguenza – secondo Blondet – le Torri non caddero a causa dell’impatto con gli aerei. Peccato che qualsiasi studente di chimica sappia che il colore del fumo informa circa la natura delle particelle disperse e dunque del combustibile che ha partecipato alla reazione. Il colore nero indica solo la combustione prevalente di idrocarburi e/o polimeri, e la teoria della mancanza d’ossigeno è una sciocchezza. Ma Blondet continua raccontando un’altra frottola con cui prende in giro le persone: il 28 luglio 1945 un enorme bombardiere B-52 si sarebbe schiantato contro l’Empire State Building graffiandolo appena: e allora come mai le Torri invece crollarono? La risposta è ancora nella mistificazione dolosa di questi signori: l’Empire non venne colpito da un B-52 con otto motori a getto e 225 tonnellate di peso, bensì da un piccolo B-25, dieci tonnellate, due motori.. a elica.
Della stessa gang di Chiesa c’è poi Franco Cardini, esperto di quote mining, la selezione maliziosa e arbitraria di dichiarazioni rimosse dal proprio contesto e tagliate e ricucite per confezionare una falsa prova giustificativa delle loro traballanti teorie. Eccone un florilegio: Franco Cardini al Maurizio Costanzo Show: «Al Qaeda non esiste»; Giulietto Chiesa a 12° Round (Rai 2):«Le bombe della metro di Londra sono state pianificate a scopi militari dall’MI6». C'è poi Massimo Mazzucco a Matrix: «La bomba del ’93 al Wwt fu messa dalla Cia»; e Moni Ovadia su Zero: «I dirottatori sono ancora vivi!» (questa è una della gag più divertenti: certo che i cinque tizi presentatisi alla Tv sono ancora vivi: sono semplicemente omonimi dei dirottatori. La questione è stata chiarita anni fa dai giornali di tutto il mondo: come mai Zero non lo sa?). Si potrebbe continuare per pagine e pagine smontando sistematicamente con fatti e prove scientifiche e documentali ogni castroneria di tali individui.
Ma allora, che cosa spinge questi simpatici signori a girare per le città ridicolizzandosi con conferenze dolosamente ingannevoli? Perché un"gentiluomo" che ha vinto il Nobel per la letteratura senza aver mai scritto un romanzo (ulteriore elemento di comicità) non se ne sta tranquillo a fare volontariato – che so? – in Africa, magari assieme a un altro suo amico comico che non riesce più a far ridere? Perché un gruppetto di giornalisti iscritti all’Ordine non ha vergogna di fronte al mondo per le panzane di cui si copre? Infine, perché questi paladini della giustizia di sinistra, della democrazia proletaria, nonché della destra cattolica antiamericana e giudeofoba, e soprattutto della verità assoluta, sono i primi a propagandare tesi totalmente prive di prove, a condannare senza appello persone, comunità e Stati basandosi unicamente su ipotesi di fanta-fiction smentite da qualsiasi ricerca scientifica e giudiziaria? Perché proprio loro tanto seri e garantisti sono prontissimi a sospendere ogni principio costituzionale e onere della prova pur di fare disinformazione?
Diffondere notizie palesemente false può servire ai propri personali scopi politici, ma forse il triste motivo è un altro, e come spesso accade è molto più prosaico. Questi signori lo fanno solo per denaro, per l’ambizione d’apparire (speriamo li prendano nell’Isola dei Famosi). Ebbene sì, come il citato Thierry Meyssan, il quale grazie al suo blog ha pubblicizzato il suo correlato libro complottista. E così Giulietto Chiesa, che, rimasto disoccupato della propaganda sovietica, ha virato sulla pur sempre remunerativa stampa anti-Usa e anti-Israele.
Grazie a Dio esistono invece centinaia di ricercatori in tutto il mondo che spesso senza alcun guadagno personale combattono per difendere la verità e rendere onore alle vittime dell’11/9, contro questi pupazzi della disinformazione.
Riferimenti di debunking (smascheramento delle teorie complottiste):
Siti:
Journal of Debunking 9/11
9/11 Myths
Debunking 9/11
Screw Loose Change
9/11 Truthiness
9/11 Guide
9/11 Engineers
http://undicisettembre.blogspot.com/
http://www1.nefafoundation.org/index.html
http://www.cooperativeresearch.org/
http://www.nuke.crono911.org/
Libri:
Le menti criminali del terrorismo, Ramzi Binalshibh e Khalid Shaikh Mohammed, Newton & Compton
11/9 La cospirazione impossibile, Massimo Polidoro, Piemme
102 minuti, Jim Dwyer e Kevin Flynn, Piemme
Ultimo a uscire, Richard Picciotto, TEA
11 settembre I miti da smontare, David Dunbar e Brad Reagan - Popular Mechanics, Terre di mezzo Editore
American Ground, William Langewiesche, Adelphi
Among the Heroes, Jere Longman, Harper Perennial
Inchieste principali:
http://www.9-11commission.gov/
http://www.vaed.uscourts.gov/
FEMA World Trade Center Building Performance Study
NIST: http://wtc.nist.gov/
MCEER: http://www.mceer.buffalo.edu/
ASCE The Pentagon Building Performance Report
NTSB
FAA
Arlington County After-Action Report
Ma non è un caso che si sia qui preso l’avvio dal comico Dario Fo, infatti, pur nelle infinite tragedie conseguite a quel giorno, queste dichiarazioni sue e dei suoi compagni di merenda emergono con una tale prepotente comicità da meritarne menzione. Una fra tutte (occorre un volume intero per citare interamente le castronerie dei complottisti, e ve ne daremo infatti i titoli), questa dei “cinque metri”, appunto, appartiene a filmati e foto usati dai medesimi complottisti dove è sufficiente prendere un semplice righello e misurare per rendersi conto della malafede di questi: in pratica le loro stesse presunte prove sono proprio le prove della loro falsità, a meno che i soccorritori in proporzione non fossero alti pochi centimetri. Questo ovviamente non è l’unico divertente autogol dei complottisti, potendosi citare, per esempio, le foto usate da Thierry Meyssan e pubblicate sul suo sito Asile.org per denunciare come il Pentagono fosse perfettamente intatto attorno al punto dell’esplosione, mentre proprio da quelle immagini si vede bene la serie di pareti carbonizzate e danneggiate fin dentro le aree interne dell’edificio. La pletora di foto e video ora disponibile sia nei dossier che nelle inchieste (che non sono «una sola, ufficiale» come blaterato dai complottisti, bensì otto fra governative, federali, giudiziarie, e militari, e una quantità impressionante di tecnico-scientifiche e giornalistiche) illustra semplicemente due cose: la prima è che questi signori hanno sempre raccontato soltanto fandonie ai loro ingenui seguaci, e la seconda è che per avallare le loro tesi false non hanno mai esitato a manipolare la verità mostrando foto e documenti incompleti, incongrui (inquadrature tagliate, o coperte dal fumo e dal getto degli idranti), e nascondendo attentamente quelli chiari e probanti (per esempio le foto – disponibili – coi rottami del volo AA77: si veda il libro Firefight: Inside the Battle to Save the Pentagon on 9/11, scritto dal vigile del fuoco e riservista dell’esercito statunitense Patrick Creed e dal giornalista Rick Newman).
Gli esempi comici non finiscono qui. C’è per esempio Maurizio Blondet, un personaggio che ha fatto dell’antisemitismo la sua ragione di vita, e che in Tv si perita d’affermare con supponenza: «Quel fumo così nero [nelle Twin Towers] dice che l’incendio all’interno stava soffocando, già pochi minuti dopo l’impatto, per mancanza d’aria. Ciò significa che il fuoco era spento», di conseguenza – secondo Blondet – le Torri non caddero a causa dell’impatto con gli aerei. Peccato che qualsiasi studente di chimica sappia che il colore del fumo informa circa la natura delle particelle disperse e dunque del combustibile che ha partecipato alla reazione. Il colore nero indica solo la combustione prevalente di idrocarburi e/o polimeri, e la teoria della mancanza d’ossigeno è una sciocchezza. Ma Blondet continua raccontando un’altra frottola con cui prende in giro le persone: il 28 luglio 1945 un enorme bombardiere B-52 si sarebbe schiantato contro l’Empire State Building graffiandolo appena: e allora come mai le Torri invece crollarono? La risposta è ancora nella mistificazione dolosa di questi signori: l’Empire non venne colpito da un B-52 con otto motori a getto e 225 tonnellate di peso, bensì da un piccolo B-25, dieci tonnellate, due motori.. a elica.
Della stessa gang di Chiesa c’è poi Franco Cardini, esperto di quote mining, la selezione maliziosa e arbitraria di dichiarazioni rimosse dal proprio contesto e tagliate e ricucite per confezionare una falsa prova giustificativa delle loro traballanti teorie. Eccone un florilegio: Franco Cardini al Maurizio Costanzo Show: «Al Qaeda non esiste»; Giulietto Chiesa a 12° Round (Rai 2):«Le bombe della metro di Londra sono state pianificate a scopi militari dall’MI6». C'è poi Massimo Mazzucco a Matrix: «La bomba del ’93 al Wwt fu messa dalla Cia»; e Moni Ovadia su Zero: «I dirottatori sono ancora vivi!» (questa è una della gag più divertenti: certo che i cinque tizi presentatisi alla Tv sono ancora vivi: sono semplicemente omonimi dei dirottatori. La questione è stata chiarita anni fa dai giornali di tutto il mondo: come mai Zero non lo sa?). Si potrebbe continuare per pagine e pagine smontando sistematicamente con fatti e prove scientifiche e documentali ogni castroneria di tali individui.
Ma allora, che cosa spinge questi simpatici signori a girare per le città ridicolizzandosi con conferenze dolosamente ingannevoli? Perché un"gentiluomo" che ha vinto il Nobel per la letteratura senza aver mai scritto un romanzo (ulteriore elemento di comicità) non se ne sta tranquillo a fare volontariato – che so? – in Africa, magari assieme a un altro suo amico comico che non riesce più a far ridere? Perché un gruppetto di giornalisti iscritti all’Ordine non ha vergogna di fronte al mondo per le panzane di cui si copre? Infine, perché questi paladini della giustizia di sinistra, della democrazia proletaria, nonché della destra cattolica antiamericana e giudeofoba, e soprattutto della verità assoluta, sono i primi a propagandare tesi totalmente prive di prove, a condannare senza appello persone, comunità e Stati basandosi unicamente su ipotesi di fanta-fiction smentite da qualsiasi ricerca scientifica e giudiziaria? Perché proprio loro tanto seri e garantisti sono prontissimi a sospendere ogni principio costituzionale e onere della prova pur di fare disinformazione?
Diffondere notizie palesemente false può servire ai propri personali scopi politici, ma forse il triste motivo è un altro, e come spesso accade è molto più prosaico. Questi signori lo fanno solo per denaro, per l’ambizione d’apparire (speriamo li prendano nell’Isola dei Famosi). Ebbene sì, come il citato Thierry Meyssan, il quale grazie al suo blog ha pubblicizzato il suo correlato libro complottista. E così Giulietto Chiesa, che, rimasto disoccupato della propaganda sovietica, ha virato sulla pur sempre remunerativa stampa anti-Usa e anti-Israele.
Grazie a Dio esistono invece centinaia di ricercatori in tutto il mondo che spesso senza alcun guadagno personale combattono per difendere la verità e rendere onore alle vittime dell’11/9, contro questi pupazzi della disinformazione.
Riferimenti di debunking (smascheramento delle teorie complottiste):
Siti:
Journal of Debunking 9/11
9/11 Myths
Debunking 9/11
Screw Loose Change
9/11 Truthiness
9/11 Guide
9/11 Engineers
http://undicisettembre.blogspot.com/
http://www1.nefafoundation.org/index.html
http://www.cooperativeresearch.org/
http://www.nuke.crono911.org/
Libri:
Le menti criminali del terrorismo, Ramzi Binalshibh e Khalid Shaikh Mohammed, Newton & Compton
11/9 La cospirazione impossibile, Massimo Polidoro, Piemme
102 minuti, Jim Dwyer e Kevin Flynn, Piemme
Ultimo a uscire, Richard Picciotto, TEA
11 settembre I miti da smontare, David Dunbar e Brad Reagan - Popular Mechanics, Terre di mezzo Editore
American Ground, William Langewiesche, Adelphi
Among the Heroes, Jere Longman, Harper Perennial
Inchieste principali:
http://www.9-11commission.gov/
http://www.vaed.uscourts.gov/
FEMA World Trade Center Building Performance Study
NIST: http://wtc.nist.gov/
MCEER: http://www.mceer.buffalo.edu/
ASCE The Pentagon Building Performance Report
NTSB
FAA
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