lunedì 3 novembre 2008
ANGELO, UN BIMBO DOWN CHE MANTENEVA GENITORI E FRATELLINI
NELL’ITALIA DEGLI EGOISMI E DELLA POLITICA SENZA ANIMA, UNA STORIA CHE RIPORTA AI VALORI DELL’ESSERE E DEL SENSO DELL’ESISTENZA… DOLORE E SOLIDARIETA’ PER UN BIMBO VOLATO IN CIELO… PROPOSTO A MILANO PER L’AMBROGINO D’ORO, BUROCRAZIA PERMETTENDO
…In questo Paese dove regna spesso l’indifferenza e il rifiuto del “diverso”, dove ci si chiude sempre di più negli egoismi e nel pensare solo a se stessi, in cui la politica è distante anni luce dalle vere emergenze del cittadino e dai valori etici che dovrebbero costituire le radici di una comunità nazionale, spesso ci vengono presentate storie che ci fanno ritornare “umani”.
Ormai non ci turbano più crimini e delitti efferati, non più il degrado delle nostre città, non più il “male di vivere” di tanti giovani o la “povertà di valori” che ci accompagna inesorabile.
Ci siamo abituati a tutto, purtroppo, incapaci di stupirci e di versare una lacrima.
Quella che raccontiamo è una storia triste che spinge i pensieri al cielo e intasa la gola con un groppo difficile da sedare. E’ una storia buia che s’accende in un palazzo della periferia milanese, non nel degradato sud. Una casa brutta e scrostata in cui vi è un bilocale con lettini da gnomi e un televisore in bianco e nero a 14 pollici, perennemente in equilibrio su tavolini di formica.
Erano quei tavolini una mensa senza poesia, intorno alla quale si materializzava un affettato di seconda scelta una volta al giorno, qualche pianto sussurrato e una vecchia carta da parati che avvolgeva la povera vita di quattro bocche da sfamare. E queste bocche erano sfamate da un bambino down di appena due anni.
Questa è la storia del piccolo Angelino Pace che non poteva né parlare né camminare, operato subito dopo la nascita e volato in cielo per una crisi respiratoria in una brutta notte di primavera tre anni fa, con le braccine avvinghiate all’orsacchiotto e la lingua stretta tra i dentini.
Con l’assegno di invalidità di 444 euro ottenuto grazie all’interessamento dell’avvocato di famiglia manteneva la mamma disoccupata, il papà ex facchino ormai bloccato dalla malattia, e due fratellini, Rosario di 4 anni e Federico di 11 mesi.
La storia di Angelino oggi, a tre anni dalla scomparsa, potrebbe avere un epilogo almeno di umana pietà. L’associazione Famiglie numerose, supportata dal quotidiano on line Affari Italiani ha proposto al Comune di Milano l’assegnazione dell’Ambrogino d’Oro, che ogni anno vede premiati i cittadini milanesi famosi e importanti, al piccolo Angelino, un omaggio postumo, una piccola fiammella, un sorriso a chi la vita ha riservato tanto dolore e indifferenza.
Come accade solo in Italia, esiste sempre un problema burocratico per le buone azioni: il termine per presentare le candidature per l’assegnazione del massimo riconoscimento sarebbe scaduto il 21 ottobre.
Il presidente del Consiglio comunale, Manfredo Palmeri, dice che “la storia è così toccante che si potrebbe creare un riconoscimento apposito. Ma le procedure si sono appena mosse e l’iter pare lungo, neanche fossimo di fronte a tre gradi di giudizio della magistratura ordinaria.
Nel frattempo la storia di Angelino coinvolge un’umanità trasversale, commuove, si spande sul web, nelle agenzie, sul passaparola, crescono gli appelli.
Tanti proclami, solidarietà di qualche politico, parole di impegno ad aiutare la famiglia un po’ tardive
La vergogna di un Paese che non ha uno Stato presente laddove i più deboli e indifesi hanno bisogno di aiuto e che non riesce nemmeno a dare un premio alla memoria “se prima non si trova una soluzione burocratica”.
I tempi della domanda sono scaduti… Ci fate ribrezzo…
Sapete cosa basterebbe? Che tutti gli altri candidati rinunciassero e si ritirassero per rispetto a questo piccolo angelo. E si leggessero la cronaca di quella Pasqua di tre anni fa … nell’appartamento di casa Pace, in via Pomposa, dove dopo la morte del bimbo, apparve un bell’uovo di cioccolato, avvolto da un fiocco azzurro, accompagnato da un biglietto struggente e da mille euro di un anonimo benefattore con la frase “Un piccolo dono da un nuovo amico di Angelino”.
Non sapremo mai chi era quell’uomo, forse perché non ha rilevanza chi fosse, in fondo rappresentava quella parte prevalente del popolo italiano che ha cuore, passione, fede, altruismo e solidarietà.
Che per tendere una mano e accarezzare il viso di un bimbo sfortunato non ha bisogno prima di risolvere i problemi burocratici come i nostri politici.
Che distanza tra loro e il popolo… per sistemare i loro portaborse la soluzione l’hanno trovata subito… Noi ci consoliamo del fatto che, dopo aver letto queste righe, siamo certi che Angelino avrà tanti nuovi amici che gli dedicheranno una carezza, un pensiero, un bacio.
E lassù, tra le nuvole, qualcuno vi ricambierà con un sorriso…
http://rfucile.altervista.org
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