venerdì 28 gennaio 2011

L'avatar Masi chiama Santoro. Obiettivo: censurare la realtà


Ormai l'ordine è provare a cancellare le notizie. A costo di perdere la faccia

Ormai è la disperazione. Dalle parti del Pdl, lì, in quel fortino di cartapesta, hanno un solo ordine: difendere l'indifendibile. A costo magari di perdere la faccia e buttare a mare una carriera politica di tutto rispetto, come è successo oggi al ministro degli Esteri Frattini. A costo di apparire ridicoli agli occhi di un intero paese.

E se non si può difendere l'indifendibile, si può inventare qualche scandalo alternativo, qualche dossier posticcio per distogliere l'attenzione dalle vicende del premier. E se non si riesce né a difendere l'indifendibile né a distrarre i cittadini, ecco l'arma dell'insulto, delle minacce, della chiamata alle armi.

Ma non c'è niente da fare. La verità è più forte. Non riescono a difendersi. Non riescono a distrarre gli italiani. Non riescono a “buttarla in caciara”. E allora non hanno altra strada che quella dell'occultamento. Del capovolgimento della realtà. Della censura dei fatti. Tappare gli occhi e le orecchie dei cittadini. Delegittimare e poi punire chi dà notizie, chi descrive i riti del Drago. Chi racconta chi è per davvero Silvio Berlusconi.

Così si spiega la telefonata indegna e cafona del presidente del Consiglio a Gad Lerner, in diretta televisiva, per insultare ospiti e conduttore, per invitare la “sua” deputata ad andarsene e per difendere l'onorabilità di una ex ballerina che intanto lo definiva al telefono “un vecchio pezzo di m...”.

E così si spiega la telefonata imbarazzante di uno dei tanti avatar del premier, il direttore generale della Rai Masi. Incapace di assumersi la sua responsabilità, con affanno, quasi pigolando, il direttore della televisione pubblica ha provato a minacciare Michele Santoro, “dissociandosi” dalla puntata di Annozero che stava per incominciare perché “potrebbe violare le regole”. Un episodio agghiacciante. Un'altra brutta pagina: per l'informazione, per la politica e per il paese. Una pagina brutta anche per un direttore generale che ha perso così - letteralmente “fatto a fettine” da Santoro nel confronto telefonico – ogni residua parvenza di indipendenza e di credibilità. Un altro tentativo disperato, e fallito, di impedire agli italiani di sapere e di capire la verità. Ma con buona probabilità sono le ultime e orribili pagine di questa lunga storia.

di Federico Brusadelli da: http://www.ffwebmagazine.it/

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