lunedì 16 giugno 2008

Pacifisti a giorni alterni.


Ironie della sorte…e delle coscienze.
Capita in Italia che ci si batta tanto per i diritti del popolo Rom, aggiungendo che verso di esso abbiamo tutti un debito perchè come Europa in preda al delirio nazifascista abbiamo contribuito o lasciato che venissero imprigionati nei campi di concentramento.Proprio come gli ebrei e gli omosessuali.
Sempre in Italia capita che di tanto in tanto, sfilino per le piazze delle nostre città caroselli inneggianti l’orgoglio gay. Anche loro come zingari ed ebrei furono obiettivi del delirio nazifascista.
Capitò, sessant’anni or sono che quel delirio nazifascista venisse spezzato e l’Europa venisse liberata, coi suoi omosessuali, zingari ed ebrei, dalle forze alleate, USA in testa.
Capita oggi, però, in Italia, che se arriva chi vorrebbe cancellare dalle cartine geografiche Israele non succeda niente. Ma in compenso, nelle università e in moltissimi dibattiti pubblici in molti si dimentichino di quel debito che si dovrebbe agli ebrei ben più o almeno tanto quanto che agli zingari e agli omosessuali; e se arriva in Italia colui che rappresenta chi in passato aiutò il popolo ebraico a ricongiungersi dopo la diaspora e la Shoah, come anche liberò gli zingari e gli omosessuali dai campi di sterminio, si scateni la solita piazzata di protesta.
Si dirà: erano altri tempi, era un’altra America (forse).Vero, ma…
Ora, si potrà benissimo essere contrari e contrariati dalle politiche della Casa Bianca, ma è possibile rimanere impassibili di fronte a coloro che minacciano di riportare le lancette dell’orologio indietro di sessant’anni?
Possibile dirsi “ebrei” o “in debito” con qualcuno a giorni alterni?
Forse oggi si valeva la capacità di coerenza di una certa parte dell’opinione pubblica, quella che si dice e proclama “pacifista”, ma a conti fatti… il passivo è pesante.


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