martedì 17 giugno 2008

Esercito in strada, Stato che c’è


L’opposizione sta montando un caso in merito all’ultima decisione del Governo di spedire nelle città l’esercito per fronteggiare da una parte l’emergenza rifiuti, dall’altra il problema-sicurezza. Pattugliamento dei quartieri, soprattutto di sera, insieme a polizia e carabinieri. Apriti cielo. “Solo in Colombia succede così”, ha tuonato il Savonarola de noantri, Tonino da Montenero di Bisaccia, ormai assurto al ruolo di capopopolo della sinistra antagonista, sempre in vena di farsi riconoscere con le sue (ripetitive) uscite. I militari avranno la qualifica di agenti di pubblica sicurezza. Una cosa abbastanza normale, che però ha dato l’opportunità agli elettoralmente sconfitti di sbraitare gridando alla violazione di non meglio precisati diritti civili, di Stato militarizzato, di Colombie e magari di Grecia colonnellista…
Un po’ troppo, un po’ buffo. Viene da ridere, perchè le truppe consistono in 2.500 unità, vale a dire circa 22 per capoluogo di provincia. Insomma, non vedremo certo i carrarmati sfilare per le strade delle città con le bandiere issate a mo’ di minaccia in stile sovietico. Niente di tutto questo. Il Paese che alle urne ha premiato chi poneva al primo punto del programma la sicurezza, vuole misure forti e concrete. E di certo non storce il naso in modo un po’ snob, come si usa dalle parti della sinistra democratica, quella delle banche e dei giornali che contano.
Ben venga la presenza discreta dei soldati, se ciò comporterà la diminuzione delle rapine, degli stupri o degli altri innumerevoli episodi di violenza più o meno grave che il nostro Paese ha conosciuto negli ultimi anni. Mettiamoci in testa, una volta per tutte, che l’Italia non è più uno Stato normale, come gli altri. No, noi viviamo in un Paese che da molto tempo è stato lasciato cadere in un’anarchia di sistema, dove il senso della legalità (formalmente e materialmente) è andato a farsi benedire. Anche per ovvi errori politici, da una parte e dall’altra. In sostanza, se le carceri sono piene, in Italia si risolve tutto liberando i delinquenti che, come è accaduto, in gran parte tornano a commettere reati. Certezza della pena è un’espressione sconosciuta nel Belpaese.
E’ forse venuto il momento di rifondare tutto, a partire dall’educazione alla legalità. E’ ora di far capire che lo Stato c’è, che finalmente c’è. E se per dimostrare questo si deve mandare l’Esercito per le strade, sia fatto. Tra qualche anno potremo dire di essere anche noi uno Stato come gli altri. Temo che lo potremo affermare tra un bel po’ di anni, ma almeno iniziamo ad imboccare la strada giusta.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Invece di rafforzare la polizia, si mette in mezzo l'esercito. Mi torna in mente quell'imbecille infame di Mussolini.
Per fare cosa poi??? l'esercito non e' addestrato ad intervenire nelle situazioni cittadine. Loro sono bravi a bombardare, mitragliare, uccidere la povera gente...
Chissa' magari se si verifica uno stupro, sparano all'impazzata e uccidono vittima, aggressore e un paio di passanti...
La Russa dovrebbe farsi curare, ma da uno bravo...
Antonio F.

Anonimo ha detto...

Prima di parlare e scrivere collega il cervello; non sai nemmeno cosa stai dicendo...leggi prima le funzioni che dovrebbe avere l'esercito....che è be diverso da quello che invece qualcuno ti ha raccontato in maniera strumentale.

le tue parole sono soltanto offensive e prive di ragionamento.

Massimo Bianchi