La Costituzione non si tocca, i poteri del presidente della Repubblica nemmeno per sogno. E il Quirinale è giusto che faccia argine al governo e controlli il presidente del Consiglio. Dopo le uscite a sorpresa di Gianfranco Fini a fianco di Giorgio Napolitano, arriva un’altra tegola dal centro destra sui propositi di Silvio Berlusconi. A schierarsi per la conservazione dell’esistente proprio con queste tesi e parole è il leader storico della Lega, Umberto Bossi. Un atteggiamento probabilmente tattico, perchè a lui come al Carroccio interessa soprattutto l’arrivo in porto di quel federalismo fiscale che ha bisogno dell’appoggio del Colle e di una parte dell’attuale opposizione. Ma il Bossi a difesa del 1948 fa comunque specie. Sono andato ieri a rispulciare gli atti della Costituente sui decreti legge, che è poi il vero tema del contrasto di queste settimane fra palazzo Chigi e Quirinale. Non c’è dubbio sul fatto che i padri della Costituzione volessero limitare l’utilizzo di questo strumento a casi eccezionali. Tanto è che in un primo tempo si era deciso di non inserire del tutto la possibilità nella Costituzione. Lo si è fatto solo alla fine, conservando il carattere di eccezionalità, e chiarendo anche come il presidente della Repubblica non potesse avere voce sul loro contenuto, essendo la sua firma priva di responsabilità. Domani pubblicheremo stralci di questo dibattito. Ma è un fatto che quel testo, divenuto articolo 77 della Costituzione, si sia prestato a interpretazioni del tutto difformi. Basta leggere gli interventi dei costituzionalisti sulla stampa dopo il decreto legge sul caso Englaro. Metà a sostenere che il decreto era legittimo e non legittima la bocciatura preventiva da parte del presidente della Repubblica. Metà a interpretare la stessa norma all’esatto contrario. Secondo Marco Olivetti, ordinario di diritto Costituzionale all’università di Foggia: “la logica del consenso del presidente della Repubblica non è quello di sostituirsi alla valutazione del governo”. Per Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale: “La Costituzione dice che il decreto legge viene adottato sotto l’esclusiva responsabilità del governo”. Alessandro Pace, presidente della Associazione italiana costituzionalisti: “Se un presidente della Repubblica ritiene un decreto incostituzionale puo’ non emanarlo”. Per Michele Ainis il diritto è del Capo dello Stato. Non basta questo per fare capire che quell’articolo della Costituzione va modificato e chiarito? A me sembra di sì. Ed è urgente
giovedì 12 febbraio 2009
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