domenica 1 febbraio 2009

Pera, la Treccani e l'egemonia di sinistra


Sono ormai anni che dai politici di centrodestra vengono prediche appassionate contro l'egemonia culturale della sinistra e sono anni che si registrano slanci d'orgoglio per dimostrare che anche anche il mondo conservatore pullula di cultura e di idee. Poi però al momento giusto tutto questo va in fumo.
Al momento di indicare un nome per un incarico illustre, per dirigere un museo, per presiedere un istituto culturale, il centrodestra tradisce sempre le sue buone intenzioni e preferisce raschiare il barile della sinistra. L'ultimo di questi episodi vede protagonista l'ex presidente del Senato, Marcello Pera, il cui nome era stato individuato per la presidenza dell'istituto dell'Enciclopedia Italiana (Treccani). Sembrava la scelta ideale: un filosofo con un vasto curriculum accademico a cui si era aggiunto il profilo istituzionale di chi ha ricoperto la seconda carica dello Stato. Sarebbe stata l'occasione perfetta per mettere al verice di una delle istituzioni culturali più illustri del paese un campione del pensiero liberale e conservatore.
Niente fa fare, l'eterna soggezione culturale della destra ha avuto la meglio anche questa volta Marcello Pera non è riuscito a superare veti e sbarramenti. Indovinate allora chi è oggi il candidato più quotato? Giuliano Amato. Proprio così, il governo Berlusconi si prepara a indicare un politico la cui storia è strettamente intrecciata a quella della sininstra italiana in uno dei luoghi simbolo della cultura italiana. Sembra che un veto si arrivato anche da Napolitano, ma il governo avrebbe certamente potuto resistere, come sembra stia facendo per difendere Amato contro la candidatura quirinalizia del filosofo, Tullio Gregory.
Le colpe di Pera? Sembra che l'ex presidente del Senato, stando alle cronache giornalistiche, abbia preso posizioni scomode sui temi etici. La verità è che Pera ha semplicemente preso posizione sui temi etici, che sono i più decisivi e sensibili dei nostri tempi, e ha cercato di farlo sanando la frattura tra laici e cattolici che ci portiamo dietro dalla breccia di Porta Pia in poi.
Certo, dal punto di vista della "comodità" e della carriera, su questi temi è sempre meglio non "prendere posizione", ma galleggiare a seconda dei venti e delle correnti.
Se l'immagine della cultura italiana prevalente che l'Istituto Treccani vuole restituire dev'essere questa: volubile, anemica, timorosa di ogni vera sfida, allora per Pera non è il posto giusto


l'occidentale.it

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