lunedì 23 febbraio 2009

In anteprima il pezzo di Mario Niccolai, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale sul prossimo numero di Quarrata Informa


Quarrata: eccola sotto i nostri occhi. Sono anni che questa città diventa sempre meno attraente, meno vivibile e sempre più inadatta a esprimere la sua vera identità. Duemila battute – quelle che occorrono per l’intervento con cui siamo “ospitati” in casa dell’amministrazione – non bastano. Dal traffico che soffre (eppure non siamo a Parigi), a una piazza in cui nessun quarratino verace riconosce più se stesso, a un’area Lenzi in cui sembra di vivere ad Amsterdam e ci aspetteremmo di vedere un canale su cui si specchiamo le finestrine quadrate del Nord-Europa, dietro le quali si apre un Est postcomunista di spazi metafisici, astratti e assurdi, ecco emergere una città spersonalizzata e a immagine di chi la amministra.
Bella Quarrata degli anni 50, provinciale ma omogenea; senza salti logici e senza offese alla razionalità. E bella quella Quarrata in cui – al contrario di oggi – gli amministratori erano, pur con tutti i loro limiti e peccati, accessibili direttamente per strada e senza tanta bambagia e filtri burocratici.
E i servizi pubblici sono forse migliorati? Quelli, intendo, per il cittadino che ha bisogno di risposte e non di protocolli e cerimoniali. Non credo. Certe scelte, operate negli ultimi due decenni, fanno e faranno sentire a tutti il loro peso: parlo del rifiuto di gestire la Villa della Magia in tandem con l’Università più grande e prestigiosa degli USA, l’UCLA di Los Angeles, un fatto che avrebbe portato vènti di nuove idee e risorse economiche a Quarrata; mentre ora la villa è ridotta a struttura per banchetti e sagre cittadine. E che dire delle scelte della Querciola, anch’esse pozzo senza fondo per glorificare l’idea di un’area-museo naturale che non può avere un futuro se non per le scuole locali del primo ciclo?
Non basta l’invio di pubblicazioni supponenti come il «Noi cittadini del Comune di Quarrata» sotto l’egida dell’Europa dei Diritti, per dare risposte alle necessità concrete e determinanti di ogni giorno. È l’ora, io credo, che tutto questo vegnga detto chiaramente: perché l’amministrazione non si fa con l’immagine e i proclami, ma lavorando, razionalizzando le spese, operando scelte produttive e rinunciando a velleità di parata che si rivelano solo nocive salassate.
È l’ora che i Quarratini diano un’adeguata risposta a uno sperpero miope e ingiusto destinato, giocoforza, a rivoltarsi tutto contro di loro e i loro più santi interessi.

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