ALLARME SICUREZZA
"Quel rumeno non è pericoloso"
Dopo la scarcerazione del tunisino che poi stuprò la ragazzina in via Mattei, i giudici di Bologna di nuovo sott'accusa. L'estate scorsa annullarono l'espulsione di uno dei due romeni che lo scorso 14 febbraio hanno violentato a Roma una 14enne. Nonostante i precedenti, non lo ritenevano pericoloso
"Quel rumeno non è pericoloso"
Dopo la scarcerazione del tunisino che poi stuprò la ragazzina in via Mattei, i giudici di Bologna di nuovo sott'accusa. L'estate scorsa annullarono l'espulsione di uno dei due romeni che lo scorso 14 febbraio hanno violentato a Roma una 14enne. Nonostante i precedenti, non lo ritenevano pericoloso
LO STUPRATORE rumeno che ha violentato «per dispetto» una quattordicenne a Roma, secondo il Tribunale di Bologna non era un soggetto pericoloso e quindi non andava rispedito in Romania. Già al centro di polemiche per aver rimesso in libertà il tunisino che giorni fa ha stuprato una 15enne in via Mattei, il Tribunale presieduto da Francesco Scutellari torna dunque nell’occhio del ciclone, tanto che il ministro della Giustizia Alfano ha incaricato gli ispettori di avviare accertamenti sul nuovo caso.
ALEXANDRU Isztoika Loyos, il romeno di 20 anni che l’altra notte ha confessato lo stupro di una quattordicenne nel parco della Caffarella a Roma, il 15 luglio 2008 non fu rispedito in Romania, nonostante un decreto di allontanamento emesso dall’ex prefetto di Roma Carlo Mosca, perché un giudice bolognese della seconda Sezione civile decise diversamente (per il tunisino, aveva invece deciso il Riesame). «Non è pericoloso», è stata la conclusione del giudice onorario Mariangela Gentile, che ha annullato il provvedimento del prefetto. Loyos aveva precedenti per lesioni, minacce, rapina, ricettazione e una condanna per furto. Proprio dopo aver scontato quella condanna era stato scarcerato il 12 luglio scorso a Viterbo: a quel punto era ancora pendente il decreto di allontanamento emesso dal prefetto. Quel tipo di provvedimento era stato introdotto nel novembre 2007 da un decreto legge del Governo Prodi subito dopo la brutale aggressione a Giovanna Reggiani a Roma. La nuova norma permette di ordinare il rimpatrio anche di cittadini comunitari (fra cui, ovviamente, i rumeni) se ritenuti socialmente pericolosi.
COME DETTO, il 12 luglio Loyos (che non ha commesso reati in Emilia Romagna) fu scarcerato a Viterbo e, in attesa del rimpatrio, fu portato nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione, l’ex Cpt) di Bologna, visto che nel Lazio non c’era posto. Per questo il fascicolo è finito sul tavolo del giudice bolognese, il cui compito era convalidare l’allontanamento (per la convalida delle espulsioni degli extracomunitari è competente invece il giudice di pace). Tre giorni dopo si è svolta l’udienza: nonostante i precedenti e nonostante il parere dell’ex prefetto di Roma e del questore di Viterbo, il giudice ha però ritenuto non sussistente il requisito della pericolosità sociale. Alexandru è perciò uscito quello stesso giorno, cioè il 15 luglio, e ha potuto fare ritorno a Roma, con le conseguenze che si conoscono.
ALEXANDRU Isztoika Loyos, il romeno di 20 anni che l’altra notte ha confessato lo stupro di una quattordicenne nel parco della Caffarella a Roma, il 15 luglio 2008 non fu rispedito in Romania, nonostante un decreto di allontanamento emesso dall’ex prefetto di Roma Carlo Mosca, perché un giudice bolognese della seconda Sezione civile decise diversamente (per il tunisino, aveva invece deciso il Riesame). «Non è pericoloso», è stata la conclusione del giudice onorario Mariangela Gentile, che ha annullato il provvedimento del prefetto. Loyos aveva precedenti per lesioni, minacce, rapina, ricettazione e una condanna per furto. Proprio dopo aver scontato quella condanna era stato scarcerato il 12 luglio scorso a Viterbo: a quel punto era ancora pendente il decreto di allontanamento emesso dal prefetto. Quel tipo di provvedimento era stato introdotto nel novembre 2007 da un decreto legge del Governo Prodi subito dopo la brutale aggressione a Giovanna Reggiani a Roma. La nuova norma permette di ordinare il rimpatrio anche di cittadini comunitari (fra cui, ovviamente, i rumeni) se ritenuti socialmente pericolosi.
COME DETTO, il 12 luglio Loyos (che non ha commesso reati in Emilia Romagna) fu scarcerato a Viterbo e, in attesa del rimpatrio, fu portato nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione, l’ex Cpt) di Bologna, visto che nel Lazio non c’era posto. Per questo il fascicolo è finito sul tavolo del giudice bolognese, il cui compito era convalidare l’allontanamento (per la convalida delle espulsioni degli extracomunitari è competente invece il giudice di pace). Tre giorni dopo si è svolta l’udienza: nonostante i precedenti e nonostante il parere dell’ex prefetto di Roma e del questore di Viterbo, il giudice ha però ritenuto non sussistente il requisito della pericolosità sociale. Alexandru è perciò uscito quello stesso giorno, cioè il 15 luglio, e ha potuto fare ritorno a Roma, con le conseguenze che si conoscono.
Nessun commento:
Posta un commento