sabato 5 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: SOTTO IL TAPPETO DEL SALOTTO


È meritoria – e ne proviamo sincero compiacimento – la decisione di dare una nuova sede alla CRI di Quarrata. Finalmente un ambiente idoneo al servizio. Ma con la nostra vena corrosiva, non possiamo non tornare ancora una volta sul modus operandi, su come si comportano questa amministrazione e certi suoi uffici, proprio quelli addetti a tutelare il territorio e l’ambiente.
È logico che durante i lavori di qualsiasi genere si creino cumuli di materiali di ogni tipo: meno logico è che, dopo quasi un anno dalla fine dei lavori, il responsabile non abbia ancora provveduto a far rimuovere i materiali di risulta, com’è successo per la discarica attaccata alla sede CRI e da noi segnalata da tempo.
Così la nuova sede della CRI, che oggi, 5 settembre 2009, vede il taglio del nastro inaugurale, è un po’ come l’araba fenice, quell’uccello mitico che rinasce dalle sue ceneri ogni 500 anni o giù di lì, volatile citato da Dante assai caro alle sinistre per le lezioni di alta filologia offèrteci da Roberto Benigni sul Sommo Poeta (da non confondere con il Sommo Proeta del Vernacoliere, cosa ben diversa, pur se assolutamente geniale).
L’amministrazione ha fatto spazzare il sudiciume della discarica che faceva da cornice alla CRI, ma lo ha fatto proprio all’ultimo minuto, come le brave famiglie che, in attesa di ospiti, alzano una cocca del persiano – non il gatto, il tappeto – che sta sotto il divano o il tavolo del salotto, e ci scaraventano tutte le bucce e il sudicio (’o spaccìmm) di casa.
E questo, purtroppo, non è un comportamento casuale o un fatto isolato: la stessa cosa si verifica da più parti sul territorio sotto la tutela dell’ufficio che non tutela (vedi anche il giardino nella zona della rotonda tra Valenzatico e Quarrata, oggetto di segnalazioni da parte di Maurizio Ciottoli, capogruppo di AN in consiglio comunale).
Ecco: per essere in linea con le premesse pulitico-salutistiche (pulitico da pulire…) della Giunta e dell’Ufficio Lavori Pubblici, sia Mazzanti che l’arch. Bellomo dovrebbero stare sempre in giro con la scopa in mano per sistemare le cose. Ma che gap, che hole, che abysso, tra il dire e il fare, eh gente?
Anche SSG8 risorge dal suo sacello di silenzi e meditazione: esce dal suo ufficio-turris eburnea, in cui si isola per sentire e meditare, il santo vero mai non tradire e del (non) poco essere contenta (citiamo, un po’ manipolando, versi famosi del Manzoni di In morte di Carlo Imbonati) e taglia il nastro dell’inaugurazione con le magiche forbici della pubblicità progresso. Molto bene. Auspichiamo che, pian piano, la beneamata impari anche parlare, a rivolgere la parola ai suoi rispettosi sudditi, e perfino a articolare un intero discorso di almeno qualche minuto.
E a proposito del suo acronimo o sigla che dir si voglia, SSG8, che a qualcuno dei lettori suscita dubbi e perplessità, spieghiamo l’arcano mistero: vista la capacità del Sindaco di affrontare e risolvere i complessi e vasti meccanismi della crisi economico-sociale che attraversa il Paese e il mondo intero; vista la sua recente fondamentale opera di mediazione fra imprenditori locali e istituti bancari della zona, non abbiamo trovato niente di meglio che coniugare opportunamente la sua sigla SSG con l’idea di quei grandiosi capi di stato che si giuntano in veste economica di G8. Da qui l’opera di sincretismo e di fusione in sì brillante sigla, resa anche necessaria dal fatto che, come nella favola, BiancaSabry (la ricordate la giunta in versione Disney?) è circondata da sette piccoli fedelissimi che le corrono appassionatamente intorno: 7 + 1 = 8.
E ora basta. A tutti shabat shalom, come si dice in ebraico: buon sabato!


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