martedì 22 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: DORMIRE TRA DUE GUANCIALI? E COME?


Nessuna sospensione del giudizio sulle vicende dell’inceneritore di Montale. E non possiamo neppure dormire tra due guanciali, specie oggi – 22 settembre – dopo la notizia delle decisioni del TAR.
Ci limitiamo semplicemente a riportare alcuni stralci di cronaca e a soffermarci su alcune affermazioni che ci sembrano particolarmente illuminanti.
La prima è la dichiarazione della Presidente della Provincia al Tirreno: «Mi preme sottolineare che le motivazioni della sentenza pubblicata il 24 agosto – dice Federica Fratoni, presidente della Provincia – non si riferiscono a vizi formali, come avviene spesso in casi simili, ma entrano nel merito dei 17 punti contestati, smontandoli uno per uno. Questo è significativo del fatto che gli enti interessati alla gestione dell’inceneritore e quelli preposti al controllo, hanno lavorato nella piena correttezza».
L’aspetto inquietante di questa dichiarazione – se tale è stata nella sua integralità – è indicativo: una volta il TAR si occupava della legittimità: e del merito anche, ma esso veniva considerato solo dalla parte degli enti pubblici e non contro la parte dei cittadini che intendevano ricorrere contro l’agire di una amministrazione ritenuta colpevole di non aver rispettato gli interessi legittimi delle popolazioni soggette. Ora sentir dire che le motivazioni del TAR entrano nel merito dei 17 punti contestati, smontandoli uno per uno è come sentirsi rispondere, almeno sotto l’aspetto formale, che giustizia non è stata fatta.
D’altronde non c’è da aspettarsi granché da una organizzazione giudiziaria considerata da molti antiquata e medievale: e il giudizio che dava della nostra Giustizia il New York Times nella scorsa primavera, quando parlava di Amanda Knox e del processo di Perugia, era proprio questo: medievale.
Le motivazioni della nascita del TAR poggiarono proprio sopra il plinto della difesa oltranzista della Pubblica Amministrazione contro i cittadini in nome di un superiore interesse comune: se ce n’è uno più importante della salute, ditelo voi. E anche se qualcuno – pure tra i nostri lettori – storcerà la bocca additando le nostre incoerenze, non ci importa che pensi che non abbiamo mai alzato la voce per chiedere verifiche sull’inceneritore: ribadiamo qui che la pensavamo anche allora come ora, ma siamo stati sempre tenuti all’oscuro dei blocchi, degli sforamenti e delle problematiche gestite ogni volta con la monoliticità dalle sinistre. Il nostro punto di vista è che la salute va tutelata e su questo indirizzo siamo stati e siamo ancora d’accordo per le soluzioni oggi prospettate da Scatragli, quali la raccolta differenziata e quanto ne consegue.
L’altra considerazione sulla vicenda-inceneritore discende dalla conclusione del servizio riportato dal Tirreno: Diossine, Pcb, polli, acqua e licheni. La situazione dei controlli, sia tecnico-amministrativi, sui quantitativi trattati e sulle emissioni, è stata presentata da Claudio Coppi dell’Arpat e Roberto Biagini del servizio igiene dell’Asl. In particolare, Coppi ha fatto presente che le analisi sulla presenza diffusa di diossine e furani, non può essere fatta risalire al solo inceneritore. Anche la presenza del Pcb è stata evidenziata anche su campioni (polli) a grande distanza dall’inceneritore, come il Melo di Cutigliano, in misura simile a quella dell’area montalese. Nessun problema presentano le analisi sull’acqua e sulle matrici vegetali, anche se i risultati dello studio sui licheni si conosceranno in maniera approfondita solo il prossimo anno.
Il fatto che i polli del Melo siano inquinati come quelli di Montale cosa significa esattamente? Vorremmo sapere qualcosa di più, ma soprattutto di più scientificamente attendibile. Non potrebbero aver mangiato mangimi inquinati? E su quanti campioni sono state eseguite le analisi? O i fumi non potrebbero essere saliti in atmosfera ed essere stati scaricati sulle montagne? Se si va avanti ad ipotesi, non possono essere giuste ed esatte solo quelle della Provincia, del CIS e dell’Arpat.
La questione non è per niente chiara. Come chiara e illogica è questa frase: Nessun problema presentano le analisi sull’acqua e sulle matrici vegetali, anche se i risultati dello studio sui licheni si conosceranno in maniera approfondita solo il prossimo anno. Non prendiamoci in giro: come si può sostenere che non ci sono problemi sulle matrici vegetali, se i risultati dello studio sui licheni si conosceranno in maniera approfondita solo il prossimo anno?
Un’affermazione di questo genere farebbe rivoltare lo stomaco a qualunque serio uomo di scienza. Ma certo a dirlo non è uno scienziato…

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Un giorno potremo dire ai nostri figli che ci abbiamo provato.
Certamente NON CI FERMEREMO QUI', che lo sappia, chi lo deve sapere.


Salute! Patrizia

Anonimo ha detto...

Non è uno scienziato, ma ha una laurea in economia ed un master post-laurea. E TE?

Anonimo ha detto...

Ma chi è che parla di master e altre bischerate varie? È forse il babbo della Federica? Io sapevo che Einstein era un semplice impiegato dei brevetti e non credo nemmeno che Archimede avesse il master: eppure, bada che roba. Lei una master ce l'ha: la mastercard...

Anonimo ha detto...

Scusa, ma che c'entra? Quando hai il mal di denti chi chiami, il ragioniere o il dentista? Quando hai bisogno di una perizia su una casa chi chiami, il ragioniere o il geometra? Che me ne frega se uno ha il master in economia quando si parla di problemi ambientali?!

Gigi da Valenzatico (master in buonsenso, Tizzana University)

Anonimo ha detto...

Ahahah! Gigi c'ha ragione e coglie il nocciolo del problema: è senz' altro tipico di certi orientamenti politici ritenere centrale l' ECONOMIA rispetto ad ogni altra disciplina scientifica, umanistica o non!
Ragazzi, la sinistra è sempre la sinistra ...

*Nencia da Santonovo*