lunedì 2 novembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: CIRCONDATI DA «DUCI»


Dio non avesse mai voluto che quel giustizialista di Di Pietro, con le sue idee maturate in seno a una cultura di livello agropastorale, avesse dato inizio – ben sostenuto e spinto dal suo capo Borrelli, borghese e benpensante comunista che andava a cavallo – a tangentopoli e al massacro della vecchia classe politica. Gli effetti si vedono bene oggi, a distanza di 20 anni: e se ne accorgono anche gli stessi comunisti e post-comunisti o comunque catto-com, come Mario Lancisi che, sulla pagina principale del web del Tirreno, ci ha deliziato di commenti, rispetto ai sindaci e al loro potere assoluto, che quando li facciamo noi ci tirano addosso l’ira divina di tutta l’area sinistra.
Il tema, sviluppato in data 1 novembre – Ognissanti, appunto –, è perfettamente adatto alla santità dei sindaci e dei presidenti di provincia: plenipotenziari e, di fatto, veri e propri duci della situazione: fanno e disfano perché questa è la loro competenza.
Si scelgono giunta, collaboratori, superdirigenti, consulenti – e tutto a cifre da capogiro e senza che nessuno possa osare dire niente, perché, nonostante la nostra beneamata Costituzione mai applicata ripudi il fascismo, ecco che le sinistre, negli anni di fuoco della carneficina e nel subito-post hanno operato in modo tale da avere questi poteri nelle mani attraverso i loro uomini. Uomini che, a loro volta, sistemano gli uomini i quali, usciti dalla poltrona sindacale e presidento-provinciale, vengono sparati a razzo in qualche brillante azienda pubblica nata dalle ceneri delle municipalizzate e ora utilizzata solo come contenitore degli elefanti in procinto di morire – ma sempre elefanti che mangiano i loro 300-350 kg d’erba e verdura ogni giorno, prosciugando le casse delle aziende che, per il principio dei vasi comunicanti, a loro volta prosciugano le tasche dei cittadini.
È questa la democrazia? Un esempio diretto lo abbiamo anche qui, da noi, ed è l’ex sindaco Marini che, sparato via dal seggiolone, è caduto pari pari nella Spes (speranza di che? È una disperazione, invece, da quello che si legge) e ogni mese, oltre il suo stipendio da dipendente di Consiag, becca anche 5mila euro (Nicolas Sarkozy si diceva che prendesse solo 8mila euro al mese, se è vero), e ora sembra che, quando verrà sparata via l’Illuminata (dove la ricicleranno con i meriti che s’è fatta?), voglia tornare in pista e rimettere le mani in pasta (ma loro sono per il rinnovamento…).
I comunisti non volevano il duce e ci hanno riempito di duci – e di presidentini alla francese di repubblichine locali. Colpa anche della DC, specie quella di sinistra, che ha lasciato far loro come volevano nella frenesia di compartecipare alle compartecipate – ‘mafia e politica’ non è solo in Sicily...
Dicevano che le giunte di un tempo erano troppo traballanti, troppo ricattabili dai singoli assessori, troppo insicure, insomma come una sedia con una gamba più corta di 5 centimetri. Ora questo rischio non c’è più: perché, per chi non se ne fosse accorto, non esistono più le giunte; esse sono solo una proiezione olografica del duce di turno: e se un assessore fa le bizze, un calcio e via.
Ecco perché a Quarrata tutti tacciono: perché se Mauro si azzarda a fiatare, Lei lo mette in soffitta (la sua funzionaria gliel’ha già levata); se il Burchietti dice una parola, lo chiude in un angolo; se la Milaneschi ce la fa a parlare, è fuorigioco; se il Mazzanti non sta agli ordini, gli annoda le orecchie sul capo; e se il Gaggioli si illumina d’immenso (ogni tanto ricorda di quando viveva di misticismo da professore di religione) è un uomo morto – e nessuno, purtroppo, vuol fare il cadavere a gratis.
Quando c’era meno democrazia e molto più fascismo, cioè all’epoca delle giunte old style, una Sabrina avrebbe avuto meno possibilità di dare in escandescenze con tutte le sue idee pantocratiche: avere intorno assessori-consiglieri comunali, ineliminabili e con il vero diritto di parola e di voto in mano, avrebbe calmato anche i bollenti spiriti di una Signora con poche idee, ma molta saccente supponenza – qualità che sapete bene dove l’avrebbe messa il grande Totò.

Com’era bello e democratico quel disprezzato fascismo!

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